La materia farmaceutica è una tematica che, complici i quasi due anni di pandemia, ha rianimato il dibattito istituzionale. Il ruolo italiano nella produzione di farmaci, la volontà di attrarre investimenti stranieri e la presenza di poli di eccellenza hanno fatto da retroterra per l’approvazione definitiva della proposta di legge sui farmaci orfani e le malattie rare

Uniformarecoordinare e sostenere. Questo è il leitmotiv della legge, che da una parte reca disposizioni sull’erogazione di medicinali e dall’altra coordina tutte le attività sulle malattie rare, anche con la costituzione di un Centro nazionale delle malattie rare con compito di ricerca, consulenza e documentazione. L’attività di coordinamento dovrà essere garantita anche dal Piano nazionale delle malattie rare con cui sono definiti gli obiettivi e gli interventi di settore. 

Più focalizzate verso i pazienti sono le disposizioni legate alla definizione di un PDTA personalizzato destinato alla persona affetta da malattia rara e l’istituzione di un fondo di solidarietà per il sostegno dei malati rari. 

Punto controverso è quello del finanziamento della ricerca sulle malattie rare e dello sviluppo dei farmaci orfani. Il disegno di legge prevede un aumento del c.d. Fondo 5% con un ulteriore 2%, incrementato con le spese annuali che le aziende farma­ceutiche destinano all’attività di promozione rivolta al personale sanitario. Sul punto si è espresso anche Nicola Magrini, DG AIFA, ascoltato al Senato. Secondo Magrini l’aumento del 2%, che equivale a circa 10 milioni di euro, è un’ulteriore tassazione verso l’industria farmaceutica che – così posta – risulterebbe anche poco giustificata. 

Con l’approvazione definitiva del disegno di legge, Nomos Centro Studi Parlamentari ha predisposto un focus sulle disposizioni adottate.

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SPECIALE_Farmaci orfani e malattie rare



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