Le Commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato hanno ascoltato il 5 novembre, nell’ambito dell’attività conoscitiva preliminare all’esame del disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027, ai sensi dell’articolo 119, comma 3, del Regolamento della Camera e dell’articolo 48 del Regolamento del Senato, il Presidente del CNEL, Renato Brunetta.
Durante l’audizione, sono stati analizzati il contesto macroeconomico europeo, caratterizzato da bassa crescita e incertezze geopolitiche, e l’impatto restrittivo delle nuove regole di bilancio, come la regola della spesa netta. È stato sottolineato il ruolo del PNRR come strumento anticiclico per sostenere la crescita e le riforme in Italia, e si è discusso della necessità di adottare una strategia simile a livello europeo. Infine, è stata espressa preoccupazione per la fuga dei giovani e la chiusura delle imprese, proponendo il PNRR come risposta per invertire queste tendenze.
RENATO BRUNETTA - Presidente CNEL (Memoria CNEL)
ANALISI MACROECONOMICA E NUOVE REGOLE DI BILANCIO EUROPEO
Ha inquadrato la situazione macroeconomica attuale, caratterizzata in Europa da crescita debolee incertezza economica e geopolitica. Ha evidenziato che tutti i paesi europei, in questo contesto, stanno applicando le nuove regole del patto di stabilità attraverso manovre di bilancio che rispondono a un obiettivo di prociclicità. Ha spiegato che queste nuove regole, tra cui la regola della spesa netta, richiedono un controllo rigoroso delle spese pubbliche, spingendo verso un approccio restrittivo che rischia di accentuare il clima stagnante. Brunetta ha suggerito che il confronto con le nuove regole di bilancio deve avvenire adottando una prospettiva aggiornata, consapevole della scelta collettiva dei paesi europei di dare priorità al giudizio dei mercati per garantire la stabilità economica e finanziaria.
RUOLO DEL PNRR COME STRUMENTO ANTICICLICO
Ha sottolineato l’importanza del PNRR come risorsa cruciale per sostenere la crescita e rispondere alla congiuntura economica. Ha spiegato che l’Italia, grazie a scelte precedenti, possiede il piano più esteso d’Europa, strutturato in modo flessibile per rispondere alle nuove esigenze. Questo strumento, ha affermato, è essenziale per gli investimenti pubblici e privati e per le riforme strutturali, permettendo di attuare misure anticicliche in un contesto restrittivo. Ha quindi suggerito al Parlamento di concentrarsi su come migliorare e adattare il PNRR, valorizzando le sue potenzialità per stimolare la crescita economica e sostenere l’occupazione, soprattutto in un periodo in cui la manovra di bilancio non incorpora strumenti per la crescita.
SFIDE FUTURE E PROSPETTIVE DI SVILUPPO PER L’ITALIA E L’EUROPA
Infine, ha invitato a una riflessione sulle sfide future e sul ruolo strategico dell’Europa. Ha espresso preoccupazione per la fuga dei giovani talenti e per l’alto tasso di chiusura delle imprese, attribuendoli alla mancanza di prospettive di crescita. Ha proposto di utilizzare il PNRR per invertire queste tendenze e ha suggerito l’adozione di un “PNRR europeo” (come il Piano Draghi) per rafforzare la sostenibilità a livello comunitario. Ha concluso ribadendo l’importanza di “cambiare occhiali” e di adattarsi alle nuove regole, per evitare gli errori del passato e rispondere in modo adeguato ai bisogni del Paese, facendo sì che Parlamento, Governo e istituzioni lavorino insieme per una gestione efficace delle risorse disponibili.
DOMANDE
- Maria Cecilia Guerra (PD)
Ha espresso la sua preoccupazione su diversi aspetti della manovra finanziaria. Pur condividendo l’importanza del PNRR come strumento strategico per il rilancio economico, ha rilevato alcune criticità, come il blocco del turnover al 75% per gli enti comunali e la mancanza di misure di adeguamento dei prezzi per gli appalti, che potrebbero compromettere il raggiungimento degli obiettivi del PNRR. Ha osservato, inoltre, che l’obiettivo del 15% di copertura per gli asili nidoindicato nel PSB non rappresenta un avanzamento rispetto a un target nazionale del 33%, già soddisfatto dalla maggior parte delle regioni italiane. Ha criticato anche il ridimensionamento delle risorse destinate alla sanità territoriale e ha proposto un emendamento per destinare i 4,3 miliardi previsti per la rimodulazione delle aliquote IRPEF alla sanità.
- Ubaldo Pagano (PD)
Ha rilevato che, nonostante il Governo abbia optato per un piano strutturale di bilancio di sostenibilità, manchino interventi significativi per stimolare la crescita economica. Ha chiesto se sarebbe stato possibile destinare alcune spese della legge di bilancio, come quelle per le armi, a investimenti con maggiori moltiplicatori economici.
- Marco Grimaldi (AVS)
Ha posto l’accento sul potere d’acquisto dei salari e sulle sfide rappresentate dal taglio del cuneo fiscale, sottolineando che potrebbe avere risultati diversi rispetto alle precedenti manovre governative. Ha sollecitato un’analisi sugli strumenti utili per rafforzare i contratti collettivi nazionali e ha chiesto se il CNEL consideri opportuna una norma sugli appalti per garantire una parità di trattamento salariale, eliminando forme di dumping salariale che penalizzano i lavoratori.
- Elena Bonetti (Az)
Ha chiesto di valutare l’effetto combinato di taglio del cuneo fiscale e detrazioni IRPEF sul potere d’acquisto dei salari. Inoltre, ha sollevato dubbi sul blocco del turnover al 75% nella pubblica amministrazione, considerandolo un potenziale ostacolo all’implementazione delle riforme promosse dal PNRR. Infine, ha criticato l’orientamento della politica economica basato sulla contenzione della spesa, che limita il potenziale di crescita del PIL.
Replica - ha difeso la linea adottata dal Governo nella legge di bilancio, spiegando che il PSB è stato costruito per inviare un messaggio di sostenibilità ai mercati, mantenendo il debito sotto controllo e impedendo un’impennata dello spread. Pur riconoscendo i rischi connessi al blocco del turnover, ha sottolineato l'importanza di mantenere il rigore dei conti pubblici, soprattutto in un contesto di alta inflazione e instabilità geopolitica. Ha anche ribadito che la sanità ha un ruolo cruciale, specialmente in un Paese come l’Italia che invecchia rapidamente, ma ha esortato a evitare polemiche e a lavorare invece su soluzioni di compromesso che possano essere sostenibili per il bilancio. Sulla questione del salario minimo, ha espresso riserve, ritenendo che non sia uno strumento adatto a un Paese come l’Italia, dove la contrattazione collettiva è già molto sviluppata. Tuttavia, ha riconosciuto l'importanza di interventi normativi per migliorare la contrattazione e aumentare i minimi salariali nei settori più penalizzati. In merito alle spese per la difesa, ha affermato che l’allocazione dei fondi riflette una precisa scelta politica del Governo, anche se sarebbe auspicabile orientare i futuri interventi verso investimenti con un impatto economico maggiore.