Le Commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato hanno ascoltato il 6 novembre, nell’ambito dell’attività conoscitiva preliminare all’esame del disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027, ai sensi dell’articolo 119, comma 3, del Regolamento della Camera e dell’articolo 48 del Regolamento del Senato la Presidente di ANIA, Maria Bianca Farina.

MARIA BIANCA FARINA - Presidente ANIA

PREMESSE SULLA SITUAZIONE FINANZIARIA

Ha espresso consapevolezza riguardo alla complessa situazione finanziaria dell’Italia e alle difficoltà legate all’adozione delle nuove regole europee, apprezzando che le misure della manovra si siano concentrate sul sostegno ai redditi medio-bassi e sulla stabilizzazione dei tagli fiscali per i lavoratori dipendenti. Tuttavia, ha manifestato delle riserve sulla decisione di rivedere le detrazioni IRPEF, in particolare quelle relative alle polizze assicurative per caso morte, invalidità permanente e eventi calamitosi. Queste misure potrebbero compromettere le finalità di previdenza e assistenza in un sistema di welfare che avrebbe bisogno di essere rafforzato.

RUOLO DELL'INDUSTRIA ASSICURATIVA E CRITICITÀ NELLA MANOVRA

Ha sottolineato come il settore assicurativo abbia sempre rappresentato un pilastro di stabilità e responsabilità per il Paese, sostenendo cittadini e imprese nei momenti di difficoltà e collaborando nell’attuazione delle politiche economiche nazionali. Proprio per questo, ha dichiarato di non comprendere il peso significativo che il settore assicurativo si trova ora a sostenere con la nuova manovra finanziaria, soprattutto considerando che il ramo vita ha iniziato solo recentemente a recuperare dopo una congiuntura negativa. Molti assicurati, infatti, hanno riscattato le polizze per beneficiare di rendimenti di breve termine, causando flussi finanziari negativi per le compagnie. A tale riguardo, ha espresso perplessità sul fatto che, nonostante questi segni positivi di ripresa, il comparto assicurativo si sia trovato colpito in modo così significativo. Ha quindi proposto delle modifiche all'articolo 11 della legge, sottolineando che l'obiettivo non è ridurre l'impatto stimato sui conti pubblici, ma renderlo più equo e sostenibile.

IMPOSTE E RICHIESTA DI REVISIONE DELLE NORME

Ha spiegato in dettaglio le problematiche legate all'articolo 11 della manovra, che modifica il versamento dell’imposta di bollo sulle comunicazioni periodiche relative alle polizze vita. Attualmente, ha ricordato, tale imposta viene pagata dagli assicurati alla scadenza del contratto e trasferita dalle compagnie all’erario. La nuova norma imporrebbe invece alle compagnie di anticipare l’imposta ogni anno, creando un credito d’imposta permanente stimato in circa 2,5 miliardi di euro, che potrebbe aumentare con la crescita della produzione. Ha evidenziato come questa sia una misura non temporanea, che comporterebbe oneri finanziari significativi per le compagnie. Infine, ha chiesto che la norma venga applicata in modo temporaneo, limitando il versamento al maturato fino al 2024, oppure che venga previsto il prelievo dell'imposta annuale dalla prestazione del beneficiario.

DOMANDE 

  • Maria Cecilia Guerra (PD)

Ha ringraziato per l’opportunità di approfondire la questione, ritenendo che la discussione pubblica non avesse adeguatamente evidenziato le caratteristiche di questo prelievo permanente sulle polizze assicurative. Ha notato come questo intervento differisca concettualmente da altre misure, come l’anticipazione dell’imposta di bollo da parte delle assicurazioni per conto dei clienti, e ha sottolineato che l’aspetto della natura di tale prelievo fosse ancora poco chiaro. Ha quindi chiesto chiarimenti riguardo all'impatto sul contribuente e su come l'operazione proposta avrebbe evitato un anticipo di imposta di bollo per il contribuente stesso. Ha cercato di confermare se la proposta fosse che il contribuente, alla scadenza, avrebbe comunque un prelievo sulla prestazione finale pari alla riduzione proposta, mentre l’assicurazione avrebbe minor obbligo di accantonamento. 

Replica - ha risposto, precisando che la proposta delle assicurazioni era di anticipare un contributo di 2,5 miliardi allo Stato per recuperarlo gradualmente alla scadenza delle polizze dei clienti, senza alcun interesse maturato. Ha spiegato che, dal punto di vista delle assicurazioni, la proposta consentirebbe di contabilizzare l’uscita di cassa come un credito verso gli assicurati, recuperato alla fine del periodo della polizza. Se questa proposta non venisse accolta, ha suggerito una uniformità con i fondi comuni, dove il bollo viene pagato annualmente dal cliente. Ha proposto che le assicurazioni deducano l’importo del bollo dalle riserve tecniche, ossia dal debito che hanno verso gli assicurati, evitando il peso finanziario dell’anticipazione del credito. Per gli assicurati, ha chiarito, l’effetto sarebbe simile a quello attuale, ma senza richiesta di versamenti annuali: si ridurrebbe leggermente l’importo della prestazione attesa. Ha specificato che questo metodo ridurrebbe lievemente la capitalizzazione dell’importo dedotto (pari al 2 per mille dell’importo della polizza), con un effetto limitato al 2-3% sul 2 per mille del capitale finale. Ha ritenuto che questo compromesso fosse accettabile, dato l’impatto finanziario per le compagnie assicurative, che subirebbero comunque un esborso finanziario permanente, senza la possibilità di recupero.



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