Le Commissioni riunite Bilancio della Camera e del Senato, nell’ambito dell’esame del disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027, c.d. Ddl Bilancio 2025 (AC 2112-bis Governo) hanno audito il 4 novembre:
- Nicola Barni, Presidente Confindustria Dispositivi Medici
- Gabriele Pellissero, Presidente Associazione italiana delle aziende sanitarie ospedaliere e territoriali e delle aziende socio-sanitarie residenziali e territoriali di diritto privato (AIOP)
CONFINDUSTRIA DISPOSITIVI MEDICI
REVISIONE E CANCELLAZIONE DEFINITIVA DEL PAYBACK
- In un ospedale, ciò che non è farmaco è un dispositivo medico, e non esiste un percorso di cura che non coinvolga almeno un dispositivo in fasi di prevenzione diagnosi cura e riabilitazione
- Il comparto dei dispositivi medici in Italia vale lo 0.8% del PIL e produce un giro di affari di 18 miliardi di Euro
- L’Italia è il secondo paese in Europa per numero di occupati nel settore con 118 mila addetti in diverse regioni
- Il settore potrebbe crescere e svilupparsi ancora di più, ma si trova davanti a una crisi irreversibile per effetto del pay-back, vale a dire meccanismo di controllo della spesa sanitaria, che trasferisce la responsabilità pubblica di razionalizzazione e gestione della spesa sulle imprese
- Al fine di tutelare la filiera produttiva e distributiva, salvaguardare le forniture agli ospedali italiani, tutelare il lavoro dei medici e garantire ai pazienti un accesso equo ai servizi sanitari è necessario agire su quattro punti
- Il primo punto consiste nel bloccare il pay-back per gli anni 2019-2024 e cancellarlo definitivamente a partire da 2025
- Il secondo punto consiste nell’identificare nuove forme di gestione e controllo della spesa e rimodulare i tetti di spesa per i dispositivi, al fine di allinearne la domanda di salute e agli standard europei
- Il terzo punto consiste nel mitigare l’impatto del pay-back per gli anni 2015-1018 attraverso ulteriore finanziamento statale, forme di rateizzazione e supporto per garanzia statale con accesso al credito, in particolare per PMI
- Il quarto punto consiste in una richiesta posticipo di un anno, cioè al 31 Dicembre 2025, dei termini di pagamento di contributo del 0.75% delle spese del fatturato
- Se la regione sfora il tetto di spesa relativo a uno specifico anno, alle aziende viene chiesto di pagare il 50% della spesa in eccesso
- Il payback è stato attuato per la prima volta nell’agosto del 2022
- I soli esborsi del triennio 2015-2018, senza considerare gli accumulati dal 2019, non sono compatibili con la sostenibilità economica delle imprese
- Le PMI si trovano con livelli di indebitamento proibitivi per la sopravvivenza della società e senza possibilità di finanziamenti bancari
- Qualora il payback non fosse immediatamente bloccato per il futuro e gli sforamenti richiesti alle imprese fossero confermati senza ulteriori interventi, gli effetti sulla filiera della salute all’interno degli ospedali e sul SSN sarebbero disastrosi
- La crisi delle catene di produzione implica minore disponibilità di produzione con impatto immediato su qualità del lavoro, sulla capacità diagnostica preventiva, sulla qualità e sulla quantità dei percorsi offerti ai clinici
- E’ necessario che le imprese collaborino con le istituzioni con l’obiettivo di superare il payback definitivamente
- La Corte Costituzionale ha definito il payback legittimo solo se esiste sostenibilità economica per imprese e se limitato per tempo, identificando con chiarezza l’arco temporale 2015-2018 e giustificando temporalità per sopperire alla crisi del SSN
ASSOCIAZIONE ITALIANA AZIENDE SANITARIE OSPEDALIERE E SOCIO-SANITARIE TERRITORIALI RESIDENZIALI DIRITTO PRIVATO (AIOP)
DETERMINAZIONE VALORI INCREMENTALI PRESTAZIONI SSN
- In Italia ci sono 1milione di ricoveri e circa 50 milioni di prestazioni ambulatoriali all’anno, che corrispondono al 20-25% dell’attività ospedaliera e al 45-50% dell’attività ambulatoriale
- È stato osservato l’orientamento contenuto nella legge di stabilità vigente quest’anno, che ha visto per la prima volta modificare il regime di vincoli, introdotto 12 anni fa, con la disponibilità di un incremento significativo di risorse destinate all’aumento dei volumi di prestazioni erogate dal SSN
- Si prevede un incremento di attività dell’1%, del 3%, del 4% del SSN per gli anni 2024-2026
- E’ necessario che, oltre al finanziamento della legge di stabilità del 2024, vi siano dei meccanismi che rendano effettivo questo utilizzo di risorse per trasformarle in prestazioni rivolte agli utenti
- La previsione di incrementi delle tariffe significative risolve la sostanziale criticità del SSN che ha generato nell’ultimo decennio forti criticità
- Sono in corso di determinazione le valorizzazioni dei tariffari ambulatoriali e di ricovero,che sono fermi da più di 10 anni
- Si richiede che accanto all’attivazione di nuove risorse per sostenere il valore delle prestazioni erogate dal SSN, si attivi anche un confronto tecnico per determinare valori che ad oggi possano essere sostenibili e soprattutto che in futuro siano in grado di garantire i livelli di qualità, finora assicurati
DOMANDE
L’On.Cecilia Guerra (PD) ha chiesto in che modo Confindustria Dispositivi Medici vorrebbe intervenire nel Ddl Bilancio, data la difficoltà di intervento in ambiti emendativi, e nello sforamento dei tetti di spesa quanto abbia inciso l’elemento dell’innovazione, poichè quando sono stati definititi i tetti, i dispositivi medici in oggetto erano molto diversi rispetto ad ora, per la capacità di risposta ai problemi.
RISPOSTE
Il Dottor N.Barni ha sottolineato che:
- Confindustria Dispositivi Medici vende ogni anno 1 milione e mezzo di dispositivi medici al SSN, tra cui ce ne sono di nuovi e altri “disruptive”, e nel tetto del 4% finiscono i dispositivi innovativi, che al tempo non erano stati considerati
- In merito alla storicità del consumo del fabbisogno di salute in Italia, comparandolo a quello europeo, è evidente che ci sia un livello di fissazione dei tetti di spesa più basso rispetto alle medie europee
- Occorre identificare nuove forme di gestione e controllo della spesa e, nel frattempo, rimodulare i tetti di spesa dei dispositivi medici per allinearli alla reale domanda di salute e alla media europea del 7%
- Si auspica in un ulteriore sforzo da parte dello Stato di misure che garantiscano la facilità di accesso al credito, specialmente per le PMI fortemente penalizzate
- Si può pensare a future proposte di governance del dispositivo medico, ma al momento la risoluzione del payback è obiettivo prioritario nel presente
- Il rating di solvibilità si abbassa a causa del payback, ponendo le aziende in crisi, quindi bisogna tutelarle dal punto di vista di accesso al credito
- Servono meccanismi di controllo della spesa consapevoli e responsabili con l’obiettivo di un SSN sostenibile
- Non si può scaricare sulle imprese, creando un danno collaterale per la filiera produttiva e distributiva, il fatto che la spesa non sia stata adeguata a coprire i reali fabbisogni di salute della popolazione, caratterizzata da un aumento progressivo delle patologie croniche.