Le Commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato hanno ascoltato oggi, nell’ambito dell’attività conoscitiva preliminare all’esame del disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027, ai sensi dell’articolo 119, comma 3, del Regolamento della Camera e dell’articolo 48 del Regolamento del Senato, le seguenti associazioni di categoria:
- Conflavoro-PMI
- Confimi Industria
MAURIZIO CENTRA Membro Conflavoro - PMI
Il Dott. Centra ha aperto il suo intervento sottolineando come la legge di bilancio 2025 sembri risentire della limitatezza delle risorse disponibili, portando il governo a concentrarsi su alcuni temi a scapito di altri. Ha lamentato la mancanza di misure efficaci per il rilancio della crescita economica, evidenziando come, a fronte di una previsione di crescita stagnante (0,5%-0,6% per il 2024 e sotto l’1% per il 2025), ci si attendesse una maggiore attenzione al sostegno delle piccole e medie imprese (PMI). Secondo Centra, senza un adeguato stimolo allo sviluppo, il sistema economico nazionale rischia un pericoloso declino in termini di competitività e capacità di generare nuove entrate fiscali attraverso l’aumento dell’occupazione.
PAYBACK SANITARIO
Ha poi approfondito la questione del payback sanitario, ritenendola una misura eccessivamente gravosa per le imprese fornitrici del settore sanitario. Il meccanismo del payback, che obbliga le imprese a coprire una parte delle eccedenze di spesa sanitaria delle regioni, comporta costi imprevisti che arrivano fino all’80% del fatturato, mettendo a rischio la sopravvivenza di circa 4.000 imprese e 190.000 posti di lavoro. Centra ha quindi auspicato una revisione o una posticipazione di questa misura, con l’obiettivo di rendere il payback più equo e applicabile a partire dal 2025-2026.
OSSERVAZIONI SULLA FISCALITÀ E SUI FRINGE BENEFIT
Passando agli aspetti fiscali, Centra ha criticato l’articolo 2 della legge di bilancio, che modifica l’articolo 16-ter del Testo Unico delle Imposte sui Redditi. Ha ritenuto che la misura introduca oneri ingiustificati per i contribuenti con redditi medio-alti, proponendo come alternativa un lieve aumento dell’aliquota per questa fascia di reddito.
Inoltre, Centra ha espresso una chiara contrarietà per la nuova tassazione sui fringe benefit(articolo 7), ritenendo iniquo che i veicoli a bassissima cilindrata a benzina comportino un reddito presunto più elevato rispetto a veicoli di grande cilindrata e a trazione elettrica. Ha proposto di mantenere il limite di tassazione per i veicoli ordinari al 30% e di abbassarlo al 20% per le ibride e al 10% per le elettriche, secondo le tariffe ACI. Anche per la tracciabilità delle spese (articolo 10), ha avanzato una proposta di modifica che consenta di usare il contante per le trasferte entro una determinata soglia.
PROPOSTE DI STABILITÀ E RIFORME NELLE NORMATIVE SUI PREMI DI PRODUTTIVITÀ
In chiusura, Centra ha accolto con favore le disposizioni relative ai premi di produttività e al welfare aziendale (articolo 68), che includono una riduzione della tassazione al 5% per i premi. Tuttavia, ha suggerito di rendere questa misura permanente e di estendere la tassazione ridotta dei premi di produttività anche alle piccole imprese con meno di 15 dipendenti, senza la necessità di accordi sindacali.
FABIO RAMAIOLI - Direttore Generale CONFIMI
Ha sottolineato come l’imposizione dei parametri europei di stabilità continui a limitare la possibilità di un’efficace politica industriale, mentre lo scenario economico resta in rallentamento, aggravato dalla stagnazione della crescita economica prevista per il 2024-2025 e dall’incertezza politica ed energetica in Europa.
SACE E FONDO GARANZIA PMI
Ramaioli ha dedicato particolare attenzione alla funzione di SACE e del Fondo di Garanzia per le PMI, due strumenti fondamentali nel supporto al credito delle imprese, soprattutto durante l’emergenza COVID-19. Tuttavia, ha espresso preoccupazione per il rischio che tali garanzie, se non gestite con criteri adeguati, possano minacciare la stabilità del sistema bancario e, di conseguenza, l’accesso al credito per le PMI. Ramaioli ha proposto di mantenere l’impegno verso queste garanzie, pur con riforme che riducano i potenziali rischi finanziari per lo Stato, e ha suggerito la possibilità di introdurre nuovi strumenti di finanziamento alternativo, tra cui la compensazione multilaterale dei crediti e debiti B2B. Questo strumento, già previsto dalla legge di bilancio 2021 ma privo di decreti attuativi, offrirebbe alle PMI un meccanismo di "baratto finanziario" per agevolare i flussi di cassa.
COSTO DEL LAVORO E PRESSIONE FISCALE
Un altro tema centrale è stato il costo del lavoro in Italia, che Ramaioli ha descritto come un pesante fardello per le imprese. Ha evidenziato come circa il 60% dei 300 miliardi di euro versati in stipendi venga assorbito dallo Stato attraverso la pressione fiscale, rendendo urgente una revisione delle aliquote. Per incentivare la competitività, ha proposto un meccanismo simile all’ACE (Aiuto alla Crescita Economica), volto a premiare gli incrementi occupazionali. Inoltre, Ramaioli ha chiesto che la fiscalità sui redditi da lavoro, già oggetto di alcune misure di alleggerimento, possa essere semplificata e resa più stabile, permettendo così alle imprese di pianificare investimenti e incrementi salariali.
COSTO DELL’ENERGIA E DISPARITÀ COMPETITIVA
Ha posto l’accento sulle disparità nel costo dell’energia rispetto ai principali partner commerciali europei, con l'Italia che registra prezzi molto superiori rispetto a Germania e Francia. Ramaioli ha proposto che il governo affronti la questione in modo strutturale, incentivando una maggiore stabilità dei prezzi energetici e favorendo l’accesso alle energie rinnovabili.
TRANSIZIONE DIGITALE E PIANO TRANSIZIONE 5.0
Ramaioli ha inoltre espresso apprezzamento per la proroga delle agevolazioni sul lavoro (articolo 70) e per il Piano Transizione 5.0, pur rilevando che molte imprese continuano a preferire le misure della Transizione 4.0, ritenute più accessibili e semplici. Ha suggerito quindi modifiche al Piano 5.0, tra cui la proroga delle misure esistenti, la rimozione del cumulo con il Credito d’Imposta per le Zone Economiche Speciali (ZES) e una semplificazione dell’iter burocratico, per garantire una maggiore fruibilità degli incentivi.
MISURE FISCALI E INCENTIVI ALLA PRODUTTIVITÀ
Nel campo della riforma fiscale, Ramaioli ha accolto positivamente le conferme delle agevolazioni sui fringe benefit e sui premi di produttività, ma ha anche auspicato che il governo introduca una decontribuzione strutturale per l’assunzione di giovani qualificati e per le competenze STEM femminili. Ha espresso inoltre qualche dubbio sull’efficacia della decontribuzione temporanea, suggerendo un monitoraggio costante per evitare inefficienze e sprechi di risorse.
DOMANDE
Cecilia Guerra (PD) - ha espresso perplessità sulla proposta di offrire incentivi fiscali per l'assunzione di giovani con alte qualifiche, sostenendo che le imprese dovrebbero già essere interessate a tali figure senza necessità di incentivi. Ha chiesto ai rappresentanti presenti una spiegazione sul senso di tale misura.
Replica Ramaioli - ha spiegato che la decontribuzione proposta per l’assunzione di giovani qualificati è concepita per contrastare la difficoltà di attrarre personale specializzato verso le piccole e medie imprese italiane. Questo incentivo mira a ridurre il divario competitivo tra le imprese italiane e quelle estere, che spesso attirano talenti qualificati con condizioni più favorevoli. La decontribuzione viene considerata uno strumento per accrescere l’attrattiva delle piccole imprese verso i lavoratori altamente qualificati, nel quadro di una strategia più ampia per il rilancio dell’industria.
Ylenja Lucaselli (FdI) - ha posto due domande riguardanti il payback sui dispositivi medici. Ha chiesto se la specifica classificazione tra dispositivi monouso e pluriuso, come previsto dalla normativa, possa aiutare le regioni a ridurre il carico economico del payback, limitandolo a categorie precise di dispositivi. Inoltre, ha chiesto se la reintroduzione del deposito dei listini dei dispositivi, una pratica vigente fino al 2012, possa migliorare il controllo dei prezzi e garantire una programmazione finanziaria più prevedibile.
Replica Ramaioli – ha risposto chiarendo che le imprese non hanno potuto accantonare fondi per il payback in anticipo, in quanto non c’era chiarezza sugli effetti concreti della norma e sugli sforamenti dei bilanci regionali. Ha sottolineato che l’attuale sistema è problematico poiché le piccole e medie imprese, prive di accesso ai dati delle regioni, non hanno alcun controllo sugli sforamenti che determinano il payback. Confimi propone quindi un sistema che preveda la partecipazione di tutti gli attori—regioni e rappresentanti delle imprese—per definire regole preventive chiare e applicabili in modo prospettico. Inoltre, Confimi auspica l'annullamento della norma sul payback, evidenziando che il peso di questa misura è insostenibile per molte PMI, arrivando in alcuni casi all’80% del loro fatturato, e suggerisce un sistema alternativo basato su contributi solidaristici e accantonamenti chiari.
Replica Centra - ha espresso supporto per l’annullamento della norma sul payback, ritenendola iniqua e proponendo una dilazione e centralizzazione della riscossione. Ha inoltre sostenuto la necessità di un sistema di monitoraggio con la partecipazione di tutte le parti coinvolte, per evitare oneri economici aleatori e difficilmente sostenibili. La centralizzazione della riscossione potrebbe aiutare le regioni a gestire meglio i pagamenti, liberando risorse amministrative.