Le Commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato hanno ascoltato il 5 novembre, nell’ambito dell’attività conoscitiva preliminare all’esame del disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027, ai sensi dell’articolo 119, comma 3, del Regolamento della Camera e dell’articolo 48 del Regolamento del Senato, il Presidente di coordinamento della Corte dei Conti, Enrico Flaccadoro. 

ENRICO FLACCADORO - Presidente di coordinamento Corte dei Conti 

LA STRUTTURA DELLA MANOVRA FINANZIARIA PER IL TRIENNIO

Ha illustrato come la manovra finanziaria per il triennio 2025-2027 segua le linee guida del piano strutturale di bilancio a medio termine, bilanciando varie esigenze. Tra gli obiettivi principali, ha indicato la stabilizzazione delle misure di riduzione del cuneo fiscale, la revisione delle aliquote IRPEF, il finanziamento dei servizi sanitari, e il sostegno agli investimenti pubblici e privati. Ha precisato che il piano si basa su un trend di miglioramento tendenziale rispetto alle previsioni di aprile 2024, grazie al quale sono stati resi disponibili ulteriori margini di deficit. Tuttavia, ha sottolineato che alcune coperture sono di natura temporanea, il che richiederà un attento monitoraggio e nuove soluzioni per garantire una gestione sostenibile del debito pubblico.

REVISIONE DELLE ENTRATE FISCALI E MISURE CONTRO L’EVASIONE

Ha discusso le modifiche sul fronte delle entrate fiscali, con particolare riferimento alla riduzione delle aliquote IRPEF a tre scaglioni e la revisione delle detrazioni fiscali. Ha evidenziato l’importanza di accompagnare queste misure con un’opportuna trasparenza finanziaria per monitorare l’impatto delle modifiche. Tra le misure di contrasto all’evasione, ha sottolineato l’introduzione di strumenti tracciabili per le spese deducibili e i pagamenti elettronici. Ha descritto come l’integrazione tra i registratori telematici e i POS, prevista per il 2026, rappresenti un passo significativo nella lotta all’evasione, assieme all’obbligo di indicazione del codice identificativo nazionale per le locazioni brevi. Ha anche citato l’estensione dell’accesso ai dati di fatturazione elettronica per l’Agenzia delle Dogane, misura che consentirà un recupero del 10% del tax gap relativo a energia elettrica e gas naturale.

INVESTIMENTI PUBBLICI, SPESA SANITARIA E REVISIONE DELLA SPESA

Ha trattato i piani di investimento pubblico e la spesa sanitaria. Ha osservato che il finanziamento del sistema sanitario è in aumento, stabilizzandosi al 6,4% del PIL per il 2025. Ha però rilevato che i nuovi fondi destinati al personale medico e alle indennità non sono stati sufficienti finora a risolvere la carenza di medici, specie nelle aree di emergenza. Ha poi affrontato la questione della revisione della spesa, necessaria per rendere sostenibile la gestione delle finanze pubbliche. Pur apprezzando l’incremento della Spending Review, ha criticato la dispersione su piccoli importi, suggerendo che sia necessaria una strategia di riduzione più mirata. Ha concluso sottolineando l’importanza di mantenere il supporto agli investimenti locali e alla progettualità del PNRR, anche dopo il 2026, per evitare un calo del livello di sviluppo infrastrutturale e incentivare una maggiore efficienza nella spesa.

DOMANDE 

  • Maria Cecilia Guerra (PD)

Ha evidenziato l'importanza della trasparenza e ha chiesto al Ministero dell'Economia di fornire dati più dettagliati, in particolare distinguendo tra effetti del cuneo fiscale, accorpamento delle aliquote IRPEF e detrazioni. Ha anche domandato chiarimenti in merito alla penalizzazione dei nuclei familiari monoreddito introdotta dalle modalità di ristrutturazione degli interventi, sottolineando la necessità di comprendere se tale penalizzazione fosse legata alla limitazione dei non tax area e a possibili arbitraggi nelle detrazioni. Infine, ha richiesto chiarimenti sull’aumento delle spese per acquisti di prestazioni specialistiche ospedaliere da privati, osservando che il tetto di spesa attuale sembrava già superato e chiedendo conferma che il ricorso ai servizi privati fosse in crescita. Ha espresso preoccupazione per l’impatto che il blocco del turnover al 75%potrebbe avere sulla capacità degli enti locali di realizzare i progetti legati al PNRR, soprattutto considerando l’importante ruolo finora svolto dai comuni.

  • Luana Zanella (AVS)

Ha chiesto una precisazione sui dati relativi alla spesa per acquisti ospedalieri da privati, domandando se la voce includesse solo strutture convenzionate o altre tipologie di servizi privati. Ha inoltre richiesto ulteriori dettagli sulle criticità programmatiche legate all’assunzione di personale, desiderando comprendere quali elementi specifici mancassero nel documento.

Replica – ha spiegato che l'analisi sull’acquisto di prestazioni da privati era stata condotta attraverso i tavoli di monitoraggio del Ministero della Salute e del MEF, che annualmente verificano il rispetto del tetto di spesa. Ha confermato che molte regioni hanno superato il limite previsto, sottolineando che il trasferimento delle richieste verso il privato è stato ampiamente segnalato e risulta connesso anche alla gestione delle liste d’attesa. Tuttavia, ha specificato che l’incremento attuale è già oltre il nuovo adeguamento del tetto. Riguardo agli enti territoriali, ha riconosciuto la significativa crescita degli investimenti favorita dal PNRR, pur indicando che il blocco del turnover non dovrebbe avere effetti diretti sulla capacità di investimento, poiché i provvedimenti di assunzione risalivano a periodi precedenti e avevano già permesso alcune integrazioni. Tuttavia, ha avvertito che i tagli ai contributi per gli investimentiprevisti nel piano potrebbero incidere sulla realizzabilità di alcuni progetti, soprattutto per quelli che dipendono da risorse esterne al PNRR. Sulle detrazioni fiscali, ha precisato che i nuclei mono-reddito risultano svantaggiati rispetto ai bi-reddito, in quanto una coppia con due redditi da 40.000 euro ciascuno non subisce penalizzazioni, mentre un singolo reddito da 80.000 euro vede una riduzione significativa delle detrazioni. Ha concordato sul fatto che la struttura attuale, basata sull’unità impositiva individuale, crea disparità. Inoltre, ha sottolineato che l’assenza di un quoziente familiare rende difficile applicare le detrazioni in modo equo, aprendo la possibilità di arbitraggi fiscali in cui le coppie potrebbero spostare oneri a proprio vantaggio. Infine, ha concluso ribadendo l'importanza di una maggiore chiarezza nei dati di impatto finanziario dei vari interventi fiscali, segnalando che una valutazione unitaria rende complessa l’analisi degli effetti e suggerendo che sarebbe stato utile scorporare il costo del riordino delle aliquote IRPEF dalle detrazioni per oneri



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