Le Commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato hanno ascoltato il 5 novembre, nell’ambito dell’attività conoscitiva preliminare all’esame del disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027, ai sensi dell’articolo 119, comma 3, del Regolamento della Camera e dell’articolo 48 del Regolamento del Senato:
- Fabrizio Vedana, presidente di Feder fiduciarie
- Michelangelo Bottesini, presidente di ItaliaFintech
FABRIZIO VERDANA - Presidente Feder fiduciarie
PROFILO DEGLI INVESTITORI IN CRIPTOATTIVITÀ
In Italia, il mondo delle criptoattività coinvolge circa 3 milioni di persone, rappresentando una fascia significativa della popolazione. Tra questi, il 65% è composto da millennial, ovvero giovani tra i 18 e i 39 anni, che stanno investendo i loro risparmi in questo settore emergente. Vedana ha evidenziato che una tassazione troppo elevata su queste plusvalenze, quasi raddoppiando dal 26% al 42%, risulterebbe particolarmente onerosa per questi giovani investitori. Questo cambio repentino potrebbe compromettere la fiducia dei giovani nelle istituzioni finanziarie italiane e influenzare negativamente il loro rapporto con lo Stato.
DISPARITÀ DI TRATTAMENTO FISCALE RISPETTO AD ALTRI INVESTIMENTI
Vedana ha messo in evidenza le disparità nelle aliquote fiscali applicate a diverse categorie di guadagni. Per esempio, sulle vincite derivanti dal gioco la tassazione oscilla tra il 10% e il 20%, sui titoli di Stato è al 12,5%, e sugli investimenti in borsa è al 26%. Tuttavia, per le criptoattività, l’aumento proposto porterebbe l’imposta al 42%, una percentuale che appare sproporzionata rispetto ad altri investimenti.
EVOLUZIONE NORMATIVA E RUOLO DELLE FIDUCIARIE
Vedana ha sottolineato che, negli ultimi dodici mesi, l’Italia ha recepito varie normative comunitarie riguardanti le criptoattività, con nuove regole in vigore dalla fine dell’anno, che includono anche misure antiriciclaggio. Queste normative contribuiscono a rendere il settore delle criptoattività più trasparente e regolamentato. Vedana ha inoltre ricordato l'importanza del ruolo delle fiduciarie come sostituto d’imposta. Questo meccanismo, già applicato per attività finanziarie detenute all’estero, potrebbe essere adottato anche per le criptoattività, permettendo a determinati soggetti di calcolare e versare le imposte per conto dei contribuenti. Tale procedura migliorerebbe l’efficienza della riscossione, aumentando le entrate per lo Stato oltre gli attuali 20 milioni di euro annui.
APPELLO PER UNA VISIONE PIÙ BILANCIATA
Vedana ha concluso il suo intervento invitando le istituzioni a considerare il settore delle criptoattività con una prospettiva più equilibrata, evitando di etichettare questi investitori come speculatori o riciclatori. Al contrario, il mondo delle cripto è composto per la maggior parte da giovani con una concezione moderna del risparmio e che potrebbero essere scoraggiati da un’imposizione fiscale troppo elevata. Tali giovani, che in futuro erediteranno importanti patrimoni, necessitano di incentivi per mantenere e gestire questi risparmi in Italia.
MICHELANGELO BOTTESINI - Presidente di ItaliaFintech
Michelangelo Bottesini ha espresso la posizione delle oltre 600 aziende del settore Fintech italiano, che impiegano più di 20.000 addetti e rappresentano un settore in rapida crescita, con forte propensione all’innovazione tecnologica. Bottesini ha sottolineato tre elementi chiave che caratterizzano le imprese Fintech: l’adozione di tecnologie di frontiera, la competenza nei temi normativi e la gestione del rischio finanziario e informatico. Le aziende Fintech si sforzano di operare nel rispetto delle normative e di rispondere efficacemente alle sfide normative e di mercato. A tale scopo, Bottesini ha apprezzato le azioni recenti a favore del settore, come la legge sui capitali e quella sulle startup, insieme al sostegno al venture capital e ai sandbox regolamentari, che mirano a promuovere l’attrazione di investimenti dall’estero.
SUPPORTO ALLA DIGITALIZZAZIONE E PREOCCUPAZIONI SULLE TASSAZIONI
Bottesini ha mostrato un apprezzamento particolare per gli articoli 9 e 10 della proposta di legge, che promuovono una società cashless attraverso la digitalizzazione dei pagamenti, rendendo la pubblica amministrazione più efficiente nella gestione delle transazioni. Tuttavia, ha espresso seria preoccupazione per l’articolo 4, in cui sono previste modifiche fiscali che impatterebbero negativamente il settore, tra cui l’aumento dell’imposta sulle plusvalenze da criptoattività e l’ampliamento della web tax. L'incremento dell’aliquota al 42% sulla vendita di criptoattività è, secondo Bottesini, un provvedimento che rischia di penalizzare il settore Fintech, minando la fiducia degli investitori in un quadro normativo già complesso e potenzialmente scoraggiando futuri investimenti.
IMPATTO NEGATIVO DELL’AMPLIAMENTO DELLA WEB TAX E INCERTEZZA FISCALE
Un ulteriore punto di criticità è rappresentato dall’ampliamento della web tax. Bottesini ha sottolineato che questa tassa, concepita per colpire i grandi player internazionali, viene ora estesa anche a startup e PMI italiane, molte delle quali sono coinvolte nell'innovazione digitale. L'abolizione delle soglie minime comporta il rischio di ridurre l'attrattività del mercato italiano per gli investitori esteri, generando un clima di incertezza e di costante variabilità normativa, che finisce per limitare le possibilità di sviluppo delle imprese italiane. Aggiungendo una tassa sul fatturato, si crea un onere che può portare a rincari sui prezzi finali per i consumatori o a costi insostenibili per le startup.
NECESSITÀ DI ARMONIZZAZIONE E TUTELA DELLE CRIPTOATTIVITÀ COME ASSET DI RISPARMIO
Bottesini ha rimarcato la necessità di un’armonizzazione normativa per le criptoattività, che in Italia contano oltre 3 milioni di clienti con transazioni medie di circa 1600 euro. Questi dati, confermati dal registro OAM, suggeriscono che le criptoattività dovrebbero essere trattate come un asset di piccolo risparmio, che molti investitori considerano per una diversificazione del portafoglio. Secondo Bottesini, una tassazione sproporzionata su questo asset risulta poco giustificata e potrebbe scoraggiare le imprese Fintech che operano in questo mercato.
RITARDO DELL’ITALIA RISPETTO AGLI OBIETTIVI DELLA DIGITAL DECADE 2030
Infine, Bottesini ha evidenziato i ritardi dell’Italia rispetto agli obiettivi europei della Digital Decade 2030. Con solo sette unicorni rispetto ai 263 presenti in Europa, l’Italia si trova in netto svantaggio. Anche nel campo dell’intelligenza artificiale e dei data analytics, il Paese registra un gap rispetto agli altri Paesi europei. Secondo Bottesini, misure fiscali e normative come quelle proposte non farebbero altro che aggravare il divario, incrementando il rischio di fuga di cervellie incentivando i giovani laureati a cercare opportunità all’estero, in contesti più favorevoli all’innovazione e agli investimenti.
DOMANDE
- Cecilia Guerra (PD) ha chiesto una precisazione sulla tassazione delle plusvalenze da criptovalute. Ha espresso contrarietà verso la differenziazione di tassazione tra attività con natura simile, e ha notato due aspetti nelle proposte presentate: l'incremento della pressione sugli operatori per applicare l'imposta di bollo e la possibilità per l'Agenzia delle Entrate di accedere a dati specifici. Guerra ha chiesto se queste misure derivino da problematiche concrete di evasione fiscale o di difficoltà nell'applicazione dell’imposta. Ha inoltre chiesto chiarimenti sull'aliquota del 42% proposta per alcune attività, una percentuale insolita, e ha espresso preoccupazione riguardo alla Web Tax, rilevando che l'estensione della tassa potrebbe portare a una duplicazione d’imposta.
- Giulio Centemero (Lega) ha chiesto un’opinione sulla lista di controllo pubblicata il 29 ottobre 2024 riguardante i poteri di vigilanza assegnati a Banca d’Italia e Consob per il settore delle criptoattività. Ha sottolineato che le criptoattività includono molteplici asset oltre alle criptovalute, come gli NFT e altri prodotti basati su registri distribuiti. Centemero ha chiesto se i poteri assegnati siano sufficienti a prevenire abusi o se sarebbe necessario un intervento legislativo ulteriore.
- Gianmauro Dell’Olio (M5S) ha espresso il dubbio che i 16,7 milioni previsti dalle nuove normative fiscali sulle criptoattività possano mai essere raccolti, temendo che molti utenti eluderebbero il fisco. Ha chiesto se fosse ipotizzabile un’abrogazione della normativa o, in alternativa, altre soluzioni praticabili. Ha inoltre chiesto proposte concrete per la Web Tax, suggerendo di escludere le start-up e altri soggetti che potrebbero essere penalizzati in modo eccessivo.
Replica Michelangelo Bottesini ha risposto a Guerra, affermando che non ci sono evidenze significative di evasione fiscale sistematica nel settore delle criptoattività, ma ha riconosciuto che il quadro normativo è stato frammentato. La legge di bilancio 2023 ha dato alcune indicazioni sulla tassazione delle cripto, ma molti contribuenti potrebbero non aver adempiuto agli obblighi dichiarativi. Bottesini ha aggiunto che l’assenza di un’autorità di vigilanza attiva nel settore ha favorito una certa opacità. Tuttavia, con l’entrata in vigore del regolamento MiCAr e la ripartizione di poteri tra Banca d’Italia e Consob, gli operatori in cripto dovranno segnalare le loro attività all’Agenzia delle Entrate, come già avviene per altre istituzioni finanziarie. Bottesini ha suggerito di offrire agli investitori un periodo di tempo per sanare la loro posizione fiscale, considerando che lo Stato avrà nuovi strumenti di monitoraggio e controllo a partire dal prossimo anno.
Replica Fabrizio Verdana ha commentato le osservazioni di Centemero, sostenendo che l’Italia dovrebbe attenersi al quadro normativo europeo per garantire un approccio armonizzato e evitare normative locali che potrebbero risultare conflittuali. Ha aggiunto che, per il settore cripto, è preferibile incoraggiare la regolarizzazione fiscale anziché inasprire le aliquote, poiché un’imposizione fiscale elevata potrebbe incentivare l’evasione. Riguardo alla Web Tax, Verdana ha sostenuto di mantenere i criteri e le soglie stabilite nella normativa precedente, evitando ulteriori modifiche che potrebbero aumentare la complessità fiscale.