Le Commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato hanno ascoltato il 7 novembre, nell’ambito dell’attività conoscitiva preliminare all’esame del disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027, ai sensi dell’articolo 119, comma 3, del Regolamento della Camera e dell’articolo 48 del Regolamento del Senato, Giancarlo Giorgetti, Ministro dell’Economia e delle Finanze.

PRESENTAZIONE DEL DISEGNO DI LEGGE DI BILANCIO 2025

Il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha presentato il disegno di legge di bilancio per il 2025, precisando che si tratta del terzo bilancio adottato da questo Governo. Giorgetti ha evidenziato che il disegno è stato presentato al Parlamento rispettando i tempi previsti dall'articolo 7 della legge di contabilità e finanza pubblica. Questo rispetto della scadenza si è reso necessario per garantire alle assemblee legislative il tempo necessario per esaminare a fondo il provvedimento. Il Ministro ha posto l'accento sul contesto complesso in cui si inserisce la manovra, influenzato dall’entrata in vigore delle nuove regole europee di bilancio e dalla recente presentazione del Piano strutturale di bilancio di medio termine. Quest’ultimo, un piano orientato a un orizzonte pluriennale, è stato redatto per assicurare stabilità e sostenibilità alla spesa pubblica italiana, soprattutto alla luce delle negoziazioni in corso con le autorità europee per definire un aggiustamento fiscale distribuito su sette anni.

UN CONTESTO DI INCERTEZZA E LA GESTIONE RESPONSABILE DELLA FINANZA PUBBLICA

Giorgetti ha descritto come l’attuale scenario economico sia segnato da una profonda incertezza internazionale, caratterizzata da tensioni economiche e geopolitiche. In tale contesto, il Governo ha perseguito una politica di gestione prudente delle finanze pubbliche, che ha permesso, nel corso del 2024, di creare spazi finanziari utili per confermare e, in alcuni casi, rafforzare gli interventi di sostegno ai redditi medio-bassi. Questa gestione oculata ha reso possibile, per la prima volta, la trasformazione di alcune politiche di supporto da misure temporanee a misure strutturali, garantendo così maggiore stabilità. Inoltre, il Ministro ha sottolineato come la programmazione di spesa orientata al medio periodo risponda alle esigenze del nuovo sistema europeo di regole di bilancio, smentendo le osservazioni critiche secondo cui la manovra non introdurrebbe novità significative rispetto alle politiche precedenti. Al contrario, Giorgetti ha ribadito che la conferma strutturale e la modifica del perimetro di alcune misure mirano a ridurre l’incertezza per gli operatori economici e a promuovere una prospettiva economica più stabile.

RIDUZIONE DELLA PRESSIONE FISCALE E SOSTEGNO AI REDDITI PIÙ BASSI

Il Ministro ha spiegato che una delle priorità del disegno di legge di bilancio è la riduzione della pressione fiscale e il sostegno ai redditi più bassi, in particolare per i lavoratori dipendenti a medio-basso reddito. Questo intervento è stato considerato cruciale, poiché, sebbene l’inflazione abbia subito una flessione e l’occupazione sia aumentata, non si è ancora registrata una ripresa completa dei consumi. Nei primi mesi dell’anno, infatti, molti cittadini hanno mostrato una propensione al risparmio più alta, una tendenza che si è leggermente invertita nel secondo trimestre, con una crescita graduale della domanda interna nel terzo trimestre, sebbene il PIL sia rimasto stazionario. Secondo l'ISTAT, il calo della domanda estera netta e le difficoltà riscontrate dai principali partner commerciali dell’Italia hanno frenato la crescita, con ripercussioni sull’industria manifatturiera legata all'export. Il settore dei servizi ha contribuito positivamente alla crescita, seppure in rallentamento, offrendo un quadro economico complessivamente più stabile.

RISULTATI ECONOMICI E PROSPETTIVE DI CRESCITA PER IL 2025

Giorgetti ha sottolineato che l’economia italiana ha mostrato una resilienza superiore alle aspettative, con le stime iniziali del PIL ISTAT riviste al rialzo in modo significativo. Alla luce dell’aumento dell’occupazione registrato, il Ministro ha suggerito che anche le stime preliminari per il PIL 2024 potrebbero essere oggetto di revisioni al rialzo. Per il 2025, le prospettive di crescita si mantengono incoraggianti e il Governo prevede che il PIL tornerà a espandersinell’ultimo trimestre del 2024, grazie alla ripresa della domanda estera e al consolidamento del consumo interno. Il recupero della domanda interna sarà essenziale per raggiungere gli obiettivi di crescita fissati per il 2025.

MISURE A SOSTEGNO DEL POTERE D'ACQUISTO DELLE FAMIGLIE

Le misure di sostegno per le famiglie rappresentano una parte centrale del bilancio. In particolare, il Ministro ha confermato che la riduzione del cuneo fiscale, introdotta nelle precedenti manovre, diventerà strutturale. Inoltre, verrà modificata per includere i redditi fino a 40.000 euro, beneficiando circa 3 milioni di contribuenti aggiuntivi e attenuando le distorsioni del precedente schema, che generava un effetto soglia. La struttura delle aliquote IRPEF sarà stabilizzata con un sistema di tre scaglioni, generando un impatto stimato di circa 18 miliardi di euro all’anno. 

RINNOVI CONTRATTUALI NEL SETTORE PUBBLICO

Un’importante innovazione della manovra riguarda il rinnovo dei contratti per i dipendenti pubblici per il triennio 2025-2027. Per la prima volta, la manovra prevede finanziamenti in anticipo rispetto alla scadenza contrattuale formale, garantendo risorse già per il triennio successivo, dal 2028 al 2030. Il Ministro ha precisato che questa misura è stata adottata per assicurare continuità alle negoziazioni sindacali e alle procedure contrattuali, rispondendo anche alle critiche della Corte Costituzionale in merito alla distribuzione razionale delle risorse e al controllo della spesa. 

SOSTEGNO ALLA NATALITÀ E ALLA GENITORIALITÀ

Il bilancio include varie misure per incentivare la natalità e fornire un sostegno concreto alle famiglie. È stato introdotto un contributo una tantum di mille euro per ogni bambino nato o adottato da famiglie con un ISEE inferiore a 40.000 euro. Vengono estesi i congedi parentali e il bonus per l’asilo nido. In particolare, il periodo di congedo parentale indennizzato all’80% è ampliato a tre mesi per ciascun genitore entro il sesto anno di vita del figlio. Inoltre, il bonus asilo nido per le famiglie con ISEE inferiore a 40.000 euro sarà aumentato a 3.600 euro

MISURE SOCIALI E DI SOSTEGNO ALIMENTARE

Nell’ambito delle politiche sociali, il fondo per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità(conosciuto come carta “Dedicata a te”) è stato rifinanziato per il 2025 e si incrementa il fondo per la distribuzione di derrate alimentari. Viene esteso fino al 2027 il regime speciale del fondo di garanzia per la prima casa, elevando la copertura massima all’80% della quota capitale per sostenere l’accesso al credito delle famiglie numerose. 

SANITÀ E AUMENTO DEL FINANZIAMENTO AL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

Per quanto riguarda la salute pubblica, sono stati stanziati fondi aggiuntivi per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Il finanziamento del SSN aumenterà dai 136,5 miliardi del 2025 ai 141,3 miliardi del 2027, con un incremento annuo superiore al tasso di crescita della spesa primaria netta, mantenendo un ritmo pari a quello dell’inflazione programmata, pari all’1,9% tra il 2025 e il 2027.

INTERVENTI PER IL MERCATO DEL LAVORO E OCCUPAZIONE

Il bilancio prevede anche l’istituzione di un fondo da 9,1 miliardi per favorire l’occupazione nelle aree svantaggiate e ridurre il divario occupazionale tra Nord e Sud. Inoltre, per incentivare la mobilità abitativa, sono state introdotte agevolazioni per i nuovi assunti che trasferiscono la residenza per motivi lavorativi, nonché la proroga della deduzione fiscale del 20% sul costo del lavoro per nuove assunzioni a tempo indeterminato, con una maggiorazione del 10% per l’assunzione di categorie svantaggiate.

MISURE PER GLI INVESTIMENTI PUBBLICI E PRIVATI

Infine, il disegno di legge di bilancio destina risorse per stimolare investimenti privati nelle Zone Economiche Speciali del Mezzogiorno, per le piccole e medie imprese (tramite il credito d’imposta Sabatini per i macchinari), e per il settore turistico. Inoltre, è previsto un aumento degli investimenti pubblici per la difesa nazionale, con un programma da 35 miliardi di euro tra il 2025 e il 2039.

POLITICHE PER IL LAVORO E NUOVE MISURE PER FAVORIRE L’OCCUPAZIONE NELLE AREE SVANTAGGIATE

Nella sezione delle politiche per il lavoro, il Ministro ha illustrato come, in risposta alla conclusione del regime temporaneo di aiuto che rendeva possibile la decontribuzione per il Sud Italia, è stato creato un fondo specifico con una dotazione di 9,1 miliardi per il periodo 2025-2029. Questo fondo sarà destinato a finanziare interventi per mitigare il divario occupazionalenelle regioni svantaggiate del Paese e a promuovere nuove attività imprenditoriali in queste aree. Tali risorse potranno essere utilizzate per agevolazioni sugli investimenti in beni strumentali, in conformità con la normativa europea sugli aiuti di Stato.

Inoltre, la manovra conferma l’agevolazione fiscale per i premi di produttività, riducendo l'aliquota dell’imposta sostitutiva sui premi di risultato dal 10% al 5% per il triennio 2025-2027. I dati del Ministero del Lavoro mostrano che questo incentivo ha avuto un effetto positivo: i contratti aziendali e territoriali di produttività sono aumentati del 16,5% rispetto all'anno precedente e attualmente quasi 5 milioni di lavoratori beneficiano di tali contratti. 

MISURE PER LA MOBILITÀ E LA RESIDENZA DEI LAVORATORI

Per incentivare la mobilità geografica dei lavoratori, sono state introdotte esenzioni fiscali sulle somme erogate dai datori di lavoro a nuovi assunti che trasferiscono la residenza per motivi lavorativi, a patto che il loro reddito non superi i 35.000 euro annui. Per questi lavoratori, i rimborsi per le spese di locazione e manutenzione non concorreranno a formare reddito imponibile, fino a un massimo di 5.000 euro all'anno nei primi due anni dall’assunzione. Questa misura rientra in un piano più ampio per ridurre il disagio abitativo e facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nelle zone dove le aziende faticano a trovare manodopera. 

PROROGHE E AGEVOLAZIONI PER LE ASSUNZIONI STABILI E LE CATEGORIE SVANTAGGIATE

La manovra ha previsto una proroga della maggiorazione del 20% sulla deduzione fiscale per le nuove assunzioni a tempo indeterminato nei prossimi tre anni, con una deduzione complessiva che può raggiungere il 130% nel caso di assunzione di categorie svantaggiate come persone con disabilità, giovani sotto i 30 anni, madri con due o più figli, donne vittime di violenza o ex percettori del Reddito di Cittadinanza. Questo incentivo si estende anche agli ammortizzatori sociali in deroga, inclusi quelli per i lavoratori licenziati da aziende situate in aree di crisi industriale complessa o in ristrutturazione.

INCENTIVI AGLI INVESTIMENTI PER LE IMPRESE E IL SETTORE TURISTICO

Per stimolare gli investimenti delle imprese, la legge di bilancio prevede una serie di misure specifiche per le Zone Economiche Speciali (ZES) nel Mezzogiorno, prorogando di un anno il credito d’imposta sugli investimenti. Viene inoltre stanziato un fondo di 110 milioni di euro per il settore turistico, di cui 60 milioni destinati a contributi a fondo perduto, per supportare gli investimenti nelle infrastrutture turistiche. Per i lavoratori del turismo sono stati confermati anche i benefici fiscali per il lavoro notturno e nei giorni festivi fino al 30 settembre 2025.

Un’altra misura volta a incentivare le PMI consiste nella proroga del credito d’imposta del 50% sulle spese di consulenza sostenute dalle piccole e medie imprese per la quotazione sui mercati regolamentati dell’Unione Europea, che sarà valida per i prossimi tre anni. 

RILANCIO DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI E DELLA DIFESA NAZIONALE

Il Governo ha stanziato fondi per potenziare gli investimenti pubblici, soprattutto nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e del Fondo Sviluppo e Coesione per il biennio 2025-2026. Per il periodo successivo, il disegno di legge di bilancio stabilisce risorse per garantire la sostenibilità degli investimenti pubblici secondo le nuove regole europee di governance. Particolare enfasi è posta sugli investimenti nel settore della difesa nazionale, per un valore complessivo di 35 miliardi di euro tra il 2025 e il 2039. Tuttavia, Giorgetti ha riconosciuto che raggiungere l’obiettivo del 2% del PIL per la difesa richiesto dalla NATO rappresenta una sfida, e ha precisato che, anche con gli stanziamenti previsti, l’Italia arriverà all’1,57% del PIL nel 2025, all’1,58% nel 2026 e all’1,61% nel 2027.

SOSTEGNO ALLA SICUREZZA E ALLA PROTEZIONE CIVILE

Il disegno di legge di bilancio prevede un pacchetto di misure per sicurezza, emergenze e protezione civile. Il Governo ha stanziato fondi per il rifinanziamento di iniziative di sicurezza come “Strade Sicure” e “Stazioni Sicure” per il triennio 2025-2027. È stato inoltre previsto il rifinanziamento del fondo per le emergenze nazionali, con una dotazione aggiuntiva ricavata dai proventi di una speciale estrazione del gioco del lotto, che ora diventa una fonte di finanziamento strutturale. Per quanto riguarda il servizio civile universale, che ha svolto un ruolo fondamentale nel coinvolgimento dei giovani nelle attività della pubblica amministrazione, il bilancio assegna fondi supplementari per 100 milioni di euro all’anno nel biennio 2025-2026 e 200 milioni di euro annui dal 2027 in poi. 

MISURE PER GLI ENTI TERRITORIALI E TRASPORTO PUBBLICO LOCALE

Nell’ambito delle disposizioni per gli enti territoriali, la dotazione per il trasporto pubblico locale viene incrementata per il 2025, e viene istituito un fondo per aiutare i comuni nelle spese per l’affidamento dei minori. Le risorse del fondo di solidarietà comunale sono aumentate per sostenere la distribuzione delle risorse secondo i fabbisogni standard e le capacità fiscali dei vari comuni, migliorando quindi l’equità nei trasferimenti tra le amministrazioni locali.

COPERTURE DELLA MANOVRA E RAZIONALIZZAZIONE DELLA SPESA

Per garantire la copertura delle misure del bilancio, il Governo ha previsto l’utilizzo degli spazi fiscali resi disponibili dal Piano strutturale di bilancio di medio termine. La manovra ottimizza le risorse disponibili tramite riduzioni e razionalizzazioni della spesa dei Ministeri, con un risparmio netto atteso di 5,2 miliardi di euro nel 2025, 4 miliardi nel 2026 e 3,5 miliardi nel 2027. Le riduzioni previste riguardano principalmente la spesa corrente e il capitale, ad eccezione dei trasferimenti per sanità, previdenza e enti territoriali. I Ministeri avranno flessibilità nella gestione dei tagli, potendo ridistribuirli tra le proprie aree di competenza.

In particolare, la riduzione delle componenti di spesa in conto capitale tiene conto dei residui passivi del 2024: un elevato ammontare di risorse non spese è indice di difficoltà nella pianificazione della spesa, il che comporta rischi di mancato rispetto degli obiettivi programmati.

SETTORE FINANZIARIO E ENTRATE ADDIZIONALI DA TASSAZIONE

Per quanto riguarda le entrate fiscali, il settore finanziario contribuirà differendo alcune deduzioni, come quelle per perdite su crediti e attività immateriali, che genereranno 3,4 miliardi di euro nel biennio 2025-2026. Una misura riguardante il settore assicurativo impone che l’imposta di bollo sulle comunicazioni finanziarie dei contratti di assicurazione sulla vita venga versata annualmente e non più alla scadenza del contratto, con un introito atteso di 0,97 miliardi di euro nel 2025.

In aggiunta, la manovra aumenta la tassazione sulle plusvalenze da criptovalute, che passa dal 26% al 42%, in linea con l’intento di promuovere investimenti di lungo termine e pazienti. Viene inoltre ampliata l’applicazione della “Web tax”, eliminando i requisiti di soglia attuali, per evitare che tale imposta risulti discriminatoria e suscettibile di ritorsioni commerciali. 

MISURE CONTRO L’EVASIONE FISCALE E MIGLIORAMENTO DELLA TRACCIABILITÀ DEI PAGAMENTI

Infine, il disegno di legge di bilancio prevede iniziative mirate alla lotta contro l’evasione fiscale, attraverso il miglioramento della tracciabilità dei pagamenti e l’interoperabilità tra le banche dati fiscali. Si estende l’obbligo di utilizzare metodi di pagamento tracciabili per le spese deducibili e di rappresentanza, facilitando la verifica fiscale. Inoltre, è previsto un collegamento diretto tra i dispositivi elettronici di pagamento e i registratori di cassa, che consentirà all’Agenzia delle Entrate di ricevere le informazioni sulle transazioni in maniera rapida e aggregata. Queste misure dovrebbero generare 1,4 miliardi di euro nel triennio di riferimento.

RIORDINO DEI BONUS EDILIZI E INCENTIVI PER LA RISTRUTTURAZIONE DEGLI IMMOBILI

La manovra introduce un’importante novità per quanto riguarda i bonus edilizi. In linea con la strategia di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica, il Governo ha previsto una riduzione delle agevolazioni fiscali sui lavori di ristrutturazione e riqualificazione edilizia, con l’obiettivo di ridurne l’onere per lo Stato. La percentuale di detrazione per gli interventi edilizi passa dal 36% al 50% per le abitazioni principali, mentre rimane al 36% per le seconde case. Queste nuove aliquote saranno applicate per le spese sostenute nel 2025.

Per quanto riguarda le spese relative al Superbonus, il Governo ha introdotto un graduale abbassamento delle detrazioni. Anche per queste spese, nel 2025 la detrazione sarà del 50% per le abitazioni principali e del 36% per le seconde case. Dal 2026 in poi, le percentuali di agevolazione diminuiranno ulteriormente, scendendo al 36% per le prime case e al 30% per le seconde case. Inoltre, il disegno di legge offre la possibilità di ripartire le detrazioni su un periodo di 10 anni per le spese sostenute nel 2023, ampliando la finestra temporale rispetto ai 4 anni precedenti. 

PROROGA DEL BONUS MOBILI E ARREDI

Il disegno di legge di bilancio proroga anche il Bonus Mobili, destinato all'acquisto di arredi e grandi elettrodomestici per abitazioni oggetto di ristrutturazione. Per il 2025, il tetto di spesa sarà fissato a 5.000 euro. Questa agevolazione mira a sostenere le famiglie che intendono investire nella qualità della propria abitazione, favorendo al contempo il comparto commerciale dell’arredamento e degli elettrodomestici.

STABILITÀ FINANZIARIA E PROSPETTIVE FUTURE

Nella parte conclusiva della memoria, Giorgetti ha sottolineato l’importanza di mantenere una stabilità politica e una gestione prudente della politica di bilancio. Il Ministro ha ricordato che l’attuale riduzione dello spread sui titoli di Stato italiani e le revisioni positive da parte delle agenzie di rating testimoniano la fiducia riposta nel Governo e nella sua capacità di garantire stabilità economica. Il bilancio per il prossimo triennio conferma questa impostazione, proseguendo nell’opera di sostegno al sistema economico e di riduzione degli impatti negativi dell’incertezza internazionale sulle famiglie italiane.

Il Ministro ha poi sottolineato che, nonostante i numerosi sforzi nazionali, l’economia italiana è strettamente influenzata da dinamiche globali. In particolare, Giorgetti ha menzionato le problematiche relative al rallentamento della globalizzazione e alla riconfigurazione delle catene del valore in un contesto post-Covid, con la necessità di riconsiderare la base imponibile fiscale e digitale. Questi sono temi su cui l’Italia intende continuare a lavorare attivamente nei consessi internazionali, affinché si possa arrivare a un sistema più equilibrato e resiliente alle sfide del futuro.

DOMANDE

  • Marco Grimaldi (AVS) ha presentato al Ministro una nota tecnica illustrativa, indicando i punti principali della manovra che suscitano preoccupazione tra le opposizioni. Egli ha chiesto chiarimenti sul recente accordo con il Governo che prevede la rinuncia temporanea del sistema bancario ad alcune detrazioni parziali per il biennio 2025-2026, risorse che le banche potranno recuperare successivamente. Grimaldi ha domandato se tale rinuncia possa essere considerata un "sacrificio" da parte delle banche, evidenziando una differenza con i lavoratori e pensionati, i quali hanno dovuto fare sacrifici reali. Ha chiesto se esista un piano per restituire tali risorse o se il Governo intenda mantenere l'attuale approccio, che secondo lui favorisce gli extra-profitti bancari generati senza sforzo, mentre i pensionati e i comuni non ricevono compensazioni simili per i loro sacrifici.

Ha inoltre espresso preoccupazione per il mancato intervento sui grandi patrimoni e sulle rendite, ritenendo che tale scelta porti inevitabilmente a tagli al welfare, agli enti locali e a una riduzione del potere d’acquisto per i pensionati. Secondo Grimaldi, la mancanza di nuove entrate causerà il ritorno a misure di austerità, aggravando le difficoltà sociali. Ha chiesto infine conferme in merito al settore automobilistico, criticando la decisione del Governo di ridurre di 4,6 miliardi di euro i fondi per l’automotive destinandoli alla difesa. Grimaldi ha chiesto se il Governo intenda rivedere questa decisione, considerando il ruolo critico del settore nel sistema produttivo italiano.

Ubaldo Pagano (PD) ha espresso preoccupazione per le risposte mancanti da parte del Ministro, nonostante le domande avanzate da numerosi soggetti istituzionali, tra cui la Banca d'Italia e l'Ufficio parlamentare di bilancio, che hanno messo in discussione la solidità delle coperture finanziarie per le nuove misure. Ha chiesto al Ministro di chiarire se ritenga che questi enti si sbaglino quando criticano le stime delle entrate future.

Pagano ha sottolineato i tagli significativi nel mezzogiorno, come il dimezzamento del credito d’imposta per i beni strumentali, con un saldo negativo di circa 9 miliardi nel triennio. Ha chiesto se il Governo consideri tali tagli compatibili con l’obiettivo di promuovere la competitività delle regioni meridionali. Sul fronte dell’università e della ricerca, ha segnalato un taglio di 700 milioni di euro in tre anni, che mette a rischio la stabilizzazione di molti giovani ricercatori finanziati con il PNRR. Pagano ha chiesto chiarimenti su come il Governo intenda evitare che questo capitale umano formato in Italia vada perduto a vantaggio di altri Paesi.

Infine, ha espresso dubbi sul finanziamento insufficiente al trasporto pubblico locale, pari a soli 120 milioni di euro rispetto a una necessità stimata di circa 1,7 miliardi, chiedendo se il Governo intenda garantire il diritto costituzionale alla mobilità con queste risorse.

Luigi Marattin (Misto) ha espresso parziale approvazione per la legge di bilancio, riconoscendo alcuni elementi positivi, ma sollevando preoccupazioni su specifiche disposizioni. Marattin ha criticato l’estensione della digital tax alle piccole imprese, considerandola una misura controproducente per il settore, in quanto basata sui ricavi anziché sugli utili. Ha suggerito al Ministro di rivedere questa misura, che ha definito inadeguata e in contrasto con le esigenze delle piccole aziende italiane.

Pur non avendo simpatia per le criptovalute, Marattin ha espresso preoccupazione per il raddoppio della tassazione dal 26% al 42%. Secondo lui, questo rischio di fuga di capitali verso Paesi come la Svizzera (dove le plusvalenze non sono tassate) potrebbe danneggiare l'industria. Ha suggerito di differenziare l’aliquota fiscale sulla base della durata dell’investimento per incentivare il "risparmio paziente".

Marattin ha criticato l’aumento del canone RAI e l’introduzione di una norma che permette al Ministero dell’Economia e delle Finanze di nominare rappresentanti nei consigli d’amministrazione delle aziende. Ha chiesto al Ministro di identificare il responsabile di questa norma, giudicandola priva di utilità e controproducente per la gestione aziendale.

Ha espresso contrarietà al continuo cedimento alle richieste dell'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), che limita l’efficacia della perequazione verticale e ripristina i fabbisogni standard storici, vanificando ogni tentativo di una distribuzione equa delle risorse.

Marattin ha sollevato critiche riguardo alla dipendenza da entrate fiscali aleatorie (come quelle del concordato preventivo) per ridurre le tasse. Ha sottolineato che un lavoratore che guadagna circa 2.450 euro netti al mese paga un’aliquota effettiva del 45%, insostenibile e molto più alta rispetto ai Paesi con una fiscalità progressiva.

Marattin ha chiesto chiarimenti sull’efficacia dei fondi del PNRR, notando che non hanno generato un incremento significativo della crescita economica. Ha chiesto al Ministro di spiegare come, con un finanziamento di 200 miliardi, l’Italia registri ancora una crescita minima e quali siano le prospettive di crescita una volta concluso il programma del PNRR.

Gianmauro Dell’Olio (M5S) Ha chiesto se il Ministro intendesse rivedere i vincoli del Patto di Stabilità, considerando l’effetto limitante che questo ha sulle prospettive economiche dell’Italia. Ha criticato la norma che aumenta il controllo dei revisori sui processi aziendali, chiedendo che venga eliminata per evitare complicazioni operative.

Ha criticato la norma che prevede l’estinzione dei processi in caso di mancato pagamento del contributo unificato, affermando che questa violerebbe l’articolo 24 della Costituzione e potrebbe compromettere il diritto alla giustizia per chi non può permettersi tali contributi.

Elena Bonetti (Az) ha sottolineato i dubbi espressi da Confindustria sulla crescita economica prevista, che potrebbe non raggiungere nemmeno lo 0,8%. Ha suggerito che il Governo dovrebbe incentivare una ripresa strutturale anziché affidarsi all’aumento dei consumi. Bonetti ha chiesto inoltre chiarimenti sul taglio di 4,6 miliardi al fondo per l’automotive, evidenziando la necessità di sostenere il settore in crisi, e ha domandato come il Governo intenda affrontare i problemi del sistema sanitario, che attualmente riceve un finanziamento tra i più bassi rispetto al PIL europeo. 

Ha espresso preoccupazioni per le complicazioni fiscali derivanti dalla revisione delle detrazioni per redditi superiori a 75.000 euro, che a suo dire comporteranno un aumento effettivo delle tasse per questi contribuenti.

Ha chiesto al Ministro come l’introduzione del turnover al 75% influirà sulle capacità operative degli enti locali e sulla loro capacità di implementare il PNRR.

Ha criticato l’attuale sistema di decontribuzione, suggerendo che una distribuzione diretta dei fondi alle famiglie potrebbe essere più efficace e chiedendo perché il Governo non abbia ancora completato la stesura dei decreti attuativi per misure precedenti.

Lavinia Mennuni (FdI) ha espresso apprezzamento per l’impegno del Governo verso le famiglie e per l’aumento dei fondi alla sanità, anche se questo è stato accolto con riserva dalle opposizioni. Ha sottolineato il problema della carenza di medici, in particolare nelle aree di emergenza e urgenza, e ha suggerito di incentivare economicamente i medici per contrastare la “fuga” verso il privato e l’estero. Ha inoltre chiesto se il Governo possa lavorare con il Ministro Schillaci per rivedere le regolamentazioni delle attività intra ed extramoenia dei medici, facilitando le entrate per i professionisti e riducendo la pressione fiscale. 

Ha apprezzato il bonus di 1.000 euro per ogni neonato, misura introdotta nella manovra per sostenere la crescita demografica.

Ha chiesto aggiornamenti sui finanziamenti per la metro C, suggerendo di considerare lo spostamento di alcune risorse alla tratta Farnesina, ritenuta essenziale per migliorare la mobilità della capitale.

Claudio Borghi (Lega) Pur riconoscendo il carattere "moderatamente espansivo" della manovra, ha espresso perplessità sulla scelta del Governo di mantenere un deficit più contenuto rispetto a Paesi come la Francia, che ha previsto un deficit del 6,1% pur dichiarando una manovra restrittiva. Secondo Borghi, questa prudenza potrebbe portare a una perdita di competitività rispetto ad altri Paesi europei, con il rischio che l’Italia si trovi in una posizione svantaggiata e sotto maggiore pressione per ulteriori restrizioni di bilancio negli anni a venire.

Ha quindi avanzato delle osservazioni sulla tassazione di criptovalute e oro, ritenendo che le aliquote attuali rischiano di far fuggire investitori e gettito fiscale dal mercato italiano. In merito alle criptovalute, Borghi ha spiegato che una tassazione troppo elevata può scoraggiare la presenza di questo mercato in Italia, spingendo gli operatori a trasferirsi in Paesi fiscalmente più favorevoli come la Svizzera. Ha suggerito di considerare una tassazione più equilibrata per evitare che l’Italia perda una potenziale fonte di entrate.

In parallelo, ha evidenziato che l’aliquota del 26% sulle transazioni in oro ha provocato una riduzione delle compravendite in proporzione, dimostrando come un livello di tassazione troppo elevato possa limitare il gettito piuttosto che ampliarlo. Per Borghi, il Governo dovrebbe prendere in considerazione una riduzione dell’aliquota fiscale sull’oro, consentendo a questo mercato di rimanere competitivo rispetto a Paesi limitrofi.

Concludendo, Borghi ha esortato il Governo a valutare come calibrare meglio la tassazione, evitando di penalizzare i mercati legittimi italiani e prevenendo la fuga di capitali verso Paesi più competitivi dal punto di vista fiscale.

Silvio Lai (PD) Sul tema della sanità, Lai ha evidenziato che l’incremento di 2,3 miliardi di euro previsto per i prossimi tre anni potrebbe risultare insufficiente. Ha osservato che, per coprire solo i rinnovi contrattuali nel settore, sarebbe necessario almeno un miliardo e duecento milioni. Se invece la somma fosse destinata al recupero dell’inflazione, tutti i 2,3 miliardi sarebbero comunque assorbiti senza lasciare margini per altre priorità. Lai ha inoltre sottolineato che la copertura del finanziamento previsto dall’articolo 20 del bilancio per progetti infrastrutturali sanitari è programmata solo dal 2027, lasciando scoperti gli interventi del 2025 e 2026. Questo potrebbe costringere le Regioni a posticipare le opere o a bloccare i cantieri, mentre la disponibilità di soli 50 milioni per i nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) non sembra garantire l’implementazione effettiva a partire da aprile 2024.

Passando al tema del welfare aziendale e dell’impatto sul Mezzogiorno, Lai ha citato il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Panetta, che ha affermato che l’Italia non potrà crescere se il PIL pro capite del Sud non raggiunge almeno il 75% di quello del Nord. Ha espresso il timore che alcune misure di welfare aziendale possano paradossalmente favorire l’emigrazione di giovani dal Sud al Nord, piuttosto che incentivare lo sviluppo e la permanenza delle risorse nel Mezzogiorno. Lai ha chiesto se il Governo abbia valutato l’effetto di tali misure, che potrebbero incentivare l’emigrazione interna e contravvenire all’obiettivo di crescita delle regioni meridionali.

Infine, Lai ha affrontato il tema degli incentivi per le assunzioni under 30, evidenziando che, secondo i dati Inps, l’efficacia di queste agevolazioni sembra limitata. Ha osservato che, se nel 2021 tali incentivi coprivano il 26% delle assunzioni, questa quota è scesa al 3% su un totale di 9 milioni di attivazioni contrattuali nel 2023, sollevando dubbi sull’efficacia di questi strumenti. Ha chiesto al Ministro se sia stata effettuata una valutazione approfondita prima di rinnovare queste agevolazioni e se non sia necessario rivedere le politiche per il coinvolgimento dei giovani nel mercato del lavoro, con l’obiettivo di incentivare la loro permanenza in Italia.

Daniela Torto (M5S) Ha osservato come le scelte economiche del Governo attuale si discostino dalle politiche espansive del governo Conte, che secondo lei avevano portato a una significativa crescita del PIL e a una riduzione del rapporto debito/PIL. Torto ha inoltre citato il commento di Renato Brunetta, che ha definito questa legge di bilancio come prociclica e restrittiva, evidenziando come queste misure colpiscano sempre i soliti contribuenti.

Riguardo alla sostenibilità del debito e alla crescita, Torto ha chiesto al Ministro come il Governo possa perseguire un rapporto debito/PIL al 60% senza compromettere le prospettive economiche delle future generazioni. Ha espresso la sua preoccupazione per il calo demografico in Italia, notando che il tasso di natalità è molto ridotto rispetto agli anni ’70, con circa 700.000 nascite in meno all’anno. Secondo Torto, senza investimenti in "debito produttivo" e politiche attive a supporto della natalità, non ci sarà una generazione futura su cui trasferire il peso del debito.

Torto ha concluso il suo intervento con domande dirette sulle strategie del Governo per affrontare la crisi nei settori edilizio e automotive, criticando i tagli alle agevolazioni in edilizia che, a suo parere, rischiano di paralizzare il settore. Ha chiesto quale sia il piano concreto per sostenere la "transizione 5.0" e per salvare questi due settori vitali, affermando che la mancanza di interventi rischia di provocare il tracollo di entrambi i comparti, lasciando l’economia italiana ancora più vulnerabile.

Cecilia Guerra (PD) ha sollevato diversi punti critici riguardo alla legge di bilancio, partendo dal concordato fiscale. Ha chiesto al Ministro se siano state previste misure per evitare che questa norma favorisca l’evasione fiscale, permettendo a chi concorda il reddito con il fisco di fatturare a oltranza senza ulteriore tassazione, potenzialmente per conto terzi. Guerra ha sottolineato che questo problema è già visibile con la flat tax e che, in assenza di adeguati controlli, rischia di riproporsi con il concordato fiscale. Ha inoltre raccomandato prudenza nel calcolo del gettito derivante dal recupero dell’evasione, ricordando che parte di questi introiti sarebbe comunque stata tassata a un’aliquota maggiore e sottolineando che tale gettito dovrebbe essere usato solo per finanziare misure temporanee, una volta consolidato.

Sul pubblico impiego, Guerra ha criticato la mancanza di investimenti e i tagli significativi, che secondo lei rendono la pubblica amministrazione incapace di offrire servizi adeguati e innovativi. Ha citato in particolare i tagli all’università, alla ricerca e all’istruzione, evidenziando come, nonostante il calo demografico, vi sia un urgente bisogno di ampliare il tempo pieno e di potenziare i servizi nelle aree svantaggiate, che soffrono di alti tassi di abbandono scolastico. Guerra ha anche criticato la recente firma di un contratto separato per il pubblico impiego, che ha escluso il 47% dei dipendenti dalla trattativa e ha offerto aumenti salariali (5,78%) che coprono solo una parte dell’inflazione del 17% accumulata, provocando una perdita reale del potere d’acquisto per i lavoratori.

In merito al blocco del turnover, Guerra ha sottolineato come questo tipo di politiche, già adottate in passato, abbiano dimostrato di portare all'esternalizzazione dei servizi e all’assunzione di lavoratori meno pagati, o, al contrario, a pagamenti elevati per figure professionali difficili da reperire (come i gettonisti in sanità). Ha inoltre criticato l’allungamento dell’età pensionabile, osservando come questa scelta appaia incoerente con l’intento dichiarato dalla maggioranza di superare la legge Fornero, mentre le forme di uscita anticipata vengono progressivamente ridotte.

Infine, Guerra ha espresso preoccupazione per i tagli al fondo automotive, con una riduzione di 4,6 miliardi che mette in difficoltà il settore in un momento di transizione tecnologica ed ecologica. Ha osservato come tale riduzione di fondi rischi di aggravare la crisi industriale e occupazionale, rendendo difficile un’adeguata transizione del settore verso la mobilità sostenibile. Secondo Guerra, il supporto alla transizione dell’automotive dovrebbe essere una priorità per garantire crescita e occupazione in un settore vitale per l’economia del Paese.

Ida Carmina (M5S) ha espresso forte preoccupazione per il carattere restrittivo della legge di bilancio, definendola una delle manovre più austere degli ultimi anni. Ha concentrato il suo intervento sulle implicazioni che questa austerità avrà sul Mezzogiorno, con particolare attenzione ai tagli alla decontribuzione Sud e ai finanziamenti per le Zone Economiche Speciali (ZES). Carmina ha sottolineato che il taglio della decontribuzione per il Sud, pari a 4,7 miliardi nel 2025 e a un totale di 14 miliardi nel triennio, avrà effetti devastanti sull'occupazione nel Meridione. Ha ricordato che solo nel 2023 questa misura ha favorito l'assunzione di 1,3 milioni di persone e, sin dalla sua introduzione, ha incentivato l'assunzione di 3,4 milioni di lavoratori nel Sud. La riduzione delle agevolazioni, per Carmina, è particolarmente dannosa in un contesto di emigrazione crescente di giovani e laureati verso il Nord o all’estero.

Ha poi evidenziato la riduzione dei fondi destinati alla ZES unica per il Mezzogiorno, che passa da 1,8 miliardi di euro nel 2024 a 1,6 miliardi nel 2025, cifra considerata insufficiente a soddisfare la domanda per il credito d’imposta delle imprese meridionali. Citando le osservazioni della Banca d’Italia, Carmina ha spiegato che il carattere non strutturale di questo finanziamento aumenta l’incertezza delle imprese, riducendo l’efficacia della misura nel generare investimenti aggiuntivi.

Un ulteriore punto critico è l’attuazione del PNRR, che secondo Carmina risulta ostacolata dai tagli imposti ai comuni e dal blocco del turnover nella pubblica amministrazione. Questi tagli, sommati alla carenza di personale, rischiano di impedire ai comuni di erogare servizi essenziali e di rendere difficile la gestione e la realizzazione degli investimenti previsti dal PNRR.

Infine, Carmina ha sollevato la questione della disabilità. A seguito di una recente sentenza del Consiglio di Stato, le spese per l’assistenza ai disabili rientrano ora nei vincoli del patto di stabilità. Questo vincolo impone ulteriori pressioni finanziarie sui comuni, soprattutto nel Sud, costringendo alcuni enti locali a ridurre o persino a eliminare i servizi di assistenza e igiene per i disabili. Carmina ha chiesto al Ministro quali misure intenda adottare per risolvere questa situazione critica, esprimendo il timore che il Meridione diventi una regione sempre più svuotata di abitanti e priva di servizi fondamentali.

Daniele Manca (PD) Ha sottolineato come la manovra manchi di una strategia chiara per lo sviluppo industriale e la capitalizzazione delle piccole e medie imprese, con fondi insufficienti per facilitare l'accesso al credito. Manca ha evidenziato che, in un contesto di cambiamenti strutturali globali sul fronte ambientale, digitale e sociale, la mancanza di una visione strategica a lungo termine potrebbe gravare sulle future generazioni e sui governi futuri. Ha quindi chiesto al Ministro se non sia urgente un confronto con sindacati e corpi intermedi per elaborare una risposta congiunta ai problemi strutturali del Paese.

Sul piano delle politiche pubbliche, Manca ha espresso contrarietà verso un approccio basato su “misure a risparmio”, che rischiano di indebolire il pilastro pubblico e, con esso, la competitività economica italiana. Ha ribadito l'importanza degli investimenti pubblici e di una collaborazione virtuosa tra pubblico e privato, considerandoli fondamentali per lo sviluppo economico. Manca ha criticato la norma che prevede la presenza di rappresentanti pubblici nei collegi di revisori delle aziende, definendola una misura inefficace e distorsiva, e ha chiesto al Ministro di considerare la sua eliminazione.

Un’altra grave preoccupazione per Manca è rappresentata dai tagli lineari, che colpiscono Ministeri, Regioni e Comuni. Secondo lui, questi tagli incidono sui servizi essenziali per le persone e compromettono il sistema di welfare, minacciando anche politiche fondamentali come il sostegno alla natalità e all’occupazione femminile. 

Silvia Roggiani (PD) ha espresso preoccupazione per le misure contenute nella legge di bilancio che impongono nuovi sacrifici agli enti locali, con tagli che penalizzano i comuni, specialmente quelli più piccoli. Ha ricordato che nella scorsa manovra di bilancio sono stati imposti tagli di 250 milioni di euro per cinque anni, un onere che, secondo Roggiani, ha avuto un impatto punitivo, in particolare su quei comuni che avevano investito nei progetti del PNRR. Anche se alcuni di questi tagli sono stati parzialmente corretti, la situazione resta critica.

In questa manovra, ha osservato, si aggiunge il blocco del turnover al 75% e una riduzione significativa di alcuni fondi, come il fondo per i comuni con meno di mille abitanti, che passa da 140 milioni di euro a soli 500.000 euro a livello nazionale. Roggiani ha sottolineato come questa riduzione renda praticamente impossibile per i piccoli comuni continuare a offrire servizi essenziali, considerando che una somma così ridotta è di fatto insufficiente per le loro necessità operative.

Roggiani ha poi chiesto al Ministro un parere sulla capienza del fondo di 100 milioni di euro per i minori, ritenendo che questa cifra, pur positiva, sia del tutto insufficiente rispetto alle reali necessità. Ha citato il comune di Milano, dove ogni anno vengono spesi circa 40 milioni di euro per sostenere i servizi per i minori, per dare un parametro che evidenzia come i 100 milioni previsti dalla legge di bilancio siano inadeguati per rispondere alle esigenze diffuse.

Infine, Roggiani ha toccato il tema del trasporto pubblico locale (TPL), lamentando che i tagli proposti colpiscono anche accordi di programma già firmati, come nel caso del prolungamento della metropolitana di Milano verso Monza, dove 7 milioni degli 11 previsti sono stati tagliati, e situazioni simili riguardano Brescia. Ha chiesto al Ministro se ritenga che questi tagli non abbiano un effetto punitivo verso i comuni, mettendo a rischio la loro capacità di fornire servizi essenziali ai cittadini e di portare avanti progetti di mobilità sostenibile già pianificati.

Stefano Patuanelli (M5S) Patuanelli ha suggerito che le misure imposte agli istituti bancari siano insufficienti per essere considerate un vero sacrificio, dato il contesto degli extraprofitti.

Inoltre, ha posto una questione sul finanziamento della manovra, che ha un valore complessivo di circa 30 miliardi, di cui 9 coperti a deficit. Facendo riferimento alle affermazioni del Governo secondo cui non ci sarebbero nuove tasse né tagli. Ha quindi espresso scetticismo verso la dichiarazione di assenza di nuove tasse e ha criticato la manovra per la presenza di misure come le riduzioni delle detrazioni fiscali, che, secondo lui, rappresentano di fatto nuove tasse per i cittadini.

Patuanelli ha concluso affermando che questa legge di bilancio comporta sia tasse nascoste che tagli, nonostante le affermazioni ufficiali, e ha chiesto maggiore trasparenza riguardo alla reale copertura finanziaria delle misure previste.

Tino Magni (Misto-AVS) ha espresso preoccupazione riguardo all’effettivo impatto della manovra fiscale sui lavoratori e sul ceto medio, contrariamente a quanto affermato dal Governo. Facendo riferimento alla propria esperienza sindacale, ha condiviso un esempio concreto basato sui calcoli di una busta paga per un lavoratore con un reddito lordo annuo di 30.000 euro (circa 2.315 euro lordi al mese). Ha illustrato che, con il sistema attuale, tale lavoratore avrebbe un netto mensile di 1.778 euro, mentre, secondo le nuove disposizioni della manovra, questo scenderebbe a 1.755 euro, con una riduzione di 23 euro al mese.

Magni ha chiesto spiegazioni su dove effettivamente si stiano destinando i presunti benefici fiscali promessi, sostenendo che, contrariamente alle dichiarazioni, i lavoratori potrebbero subire una perdita economica. Ha invitato il Ministro a esaminare attentamente i numeri per verificare se l’impostazione della manovra favorisca realmente i lavoratori e il ceto medio o se, al contrario, stia generando oneri nascosti a loro carico

REPLICA

MISURE DI SOSTEGNO AL REDDITO

Il governo ha allocato risorse a favore delle famiglie con redditi medio-bassi, estendendo le agevolazioni fino a 40.000 euro di reddito lordo. Giorgetti ha sottolineato come questa scelta sia finalizzata a rilanciare i consumi e quindi la crescita, rispondendo alle critiche mosse da alcune forze sociali. I dati ISTAT indicano, infatti, una crescita del potere d’acquisto per le famiglie, con un aumento del reddito disponibile nel primo e nel secondo trimestre del 2024. Tuttavia, ha osservato che il quadro di incertezza generale, comune a molti paesi europei, sta favorendo una maggiore propensione al risparmio, frenando il consumo.

INVESTIMENTI E PNRR

Il governo ha incentivato le amministrazioni a utilizzare rapidamente i fondi del PNRR, evitando di perdere risorse non utilizzate entro il 2026. La logica è quella di impiegare in via prioritaria i fondi di sviluppo e coesione per il Sud e le altre risorse del PNRR, differendo altri investimenti nel periodo successivo al 2027.

POLITICA INDUSTRIALE E SETTORE AUTOMOTIVE

Giorgetti ha chiarito la visione del governo sulla politica industriale, rimarcando che questa deve essere guidata dagli imprenditori e non dallo Stato. Ha ribadito l’importanza del ruolo degli imprenditori nella transizione, con particolare riferimento al settore dell’automotive. La strategia del governo non prevede incentivi per l’acquisto di auto elettriche prodotte all'estero, ma destina risorse per le imprese disposte a riconvertirsi a una produzione sostenibile e innovativa. Per il 2024, sono disponibili 700 milioni per le imprese nel settore automotive, oltre ai fondi previsti dalla legge di bilancio.

FISCALITÀ E MISURE SULLE BANCHE

In risposta alle domande sul tributo aggiuntivo sulle banche, il ministro ha confermato che le banche percepiscono tale misura come un sacrificio, ma non ha escluso eventuali adattamenti in risposta a proposte parlamentari. Sulle pensioni, Giorgetti ha difeso le misure di rivalutazione delle pensioni fino a cinque volte il minimo e ha enfatizzato l’importanza del Bonus Maroni, che incentiva chi è prossimo alla pensione a proseguire l’attività lavorativa.

TASSAZIONE DIGITALE E WEB TAX

Ha affrontato il tema delle criptovalute e oro, manifestando la propria disponibilità a rivedere il sistema di tassazione su questi asset. In particolare, ha sottolineato l'importanza di distinguere tra investimenti speculativi a breve termine e forme di risparmio a lungo termine. Secondo il ministro, la speculazione dovrebbe essere tassata maggiormente, mentre gli investimenti mantenuti in portafoglio per periodi prolungati dovrebbero beneficiare di un trattamento fiscale più favorevole. Giorgetti ha affermato che sarebbe disposto a considerare emendamenti che vadano in questa direzione, poiché tale approccio rispecchia la razionalità e l'equità fiscale verso chi investe nel lungo periodo.

Il ministro ha spiegato che l’Italia ha adottato una web tax basata sul modello proposto dall’OCSE, auspicando una soluzione armonizzata a livello europeo per evitare ritorsioni commerciali, come già sperimentato in passato. Ha criticato il sistema attuale, in cui solo alcuni Stati membri, come Italia e Spagna, hanno applicato la tassa, mentre altri no, creando disparità competitive.

GESTIONE DEI CONTRIBUTI PUBBLICI E REVISORI DEL MEF

Giancarlo Giorgetti ha affrontato la questione della norma sui revisori collegata al Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF). Ha spiegato che questa proposta è stata avanzata dal Ministero della Giustizia, il quale ritiene che tale misura sia corretta per garantire trasparenza e responsabilità nella gestione dei fondi pubblici.

Pur aperto a eventuali proposte migliorative da parte del Parlamento, Giorgetti ha evidenziato che il principio di fondo deve essere mantenuto. Ha anche fatto notare che, in alternativa ai revisori, il MEF potrebbe avvalersi della Guardia di Finanza per monitorare l'uso dei fondi, aggiungendo ironicamente che la presenza della Guardia di Finanza potrebbe risultare persino più efficace nel garantire il rispetto delle regole.

SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE E REVISIONE DEL PUBBLICO IMPIEGO

In merito al Servizio Sanitario Nazionale, il ministro ha evidenziato l’aumento degli stanziamenti a sostegno del PIL, tenendo conto dell’inflazione. Ha poi accennato alle difficoltà nel reclutamento di personale sanitario specializzato e alla necessità di riflettere sulla gestione del personale, con un approccio che consideri le differenze tra le diverse professioni e le specificità del settore sanitario.

INFRASTRUTTURE E OPERE PUBBLICHE

Per quanto riguarda le opere pubbliche, come il Metro C di Roma, Giorgetti ha ribadito l’importanza di allocare fondi solo a progetti dotati di una progettazione esecutiva chiara e pronti per essere realizzati, per evitare di bruciare spazio fiscale nel bilancio.

FONDO PER IL SUD E ZES

Relativamente al Sud Italia, ha spiegato che alcune agevolazioni fiscali sono state sospese per disposizioni dell’Unione Europea, ma il governo è disponibile a esaminare misure alternative che rispettino la normativa. Per le Zone Economiche Speciali (ZES), ha garantito che i progetti completi e idonei saranno finanziati, con possibilità di aumentare i fondi già dal 2025.

OBIETTIVO DI RIDUZIONE DEL DEBITO PUBBLICO

Giorgetti ha concluso affrontando il tema del debito pubblico e della necessità di contenerlo per ridurre gli elevati costi per interessi. La riduzione degli interessi permetterebbe di destinare risorse a settori prioritari come istruzione e sanità, con vantaggi per l’intera economia.

  1. PRESENTAZIONE DEL DISEGNO DI LEGGE DI BILANCIO 2025
  2. UN CONTESTO DI INCERTEZZA E LA GESTIONE RESPONSABILE DELLA FINANZA PUBBLICA
  3. RIDUZIONE DELLA PRESSIONE FISCALE E SOSTEGNO AI REDDITI PIÙ BASSI
  4. RISULTATI ECONOMICI E PROSPETTIVE DI CRESCITA PER IL 2025
  5. MISURE A SOSTEGNO DEL POTERE D'ACQUISTO DELLE FAMIGLIE
  6. RINNOVI CONTRATTUALI NEL SETTORE PUBBLICO
  7. SOSTEGNO ALLA NATALITÀ E ALLA GENITORIALITÀ
  8. MISURE SOCIALI E DI SOSTEGNO ALIMENTARE
  9. SANITÀ E AUMENTO DEL FINANZIAMENTO AL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE
  10. INTERVENTI PER IL MERCATO DEL LAVORO E OCCUPAZIONE
  11. MISURE PER GLI INVESTIMENTI PUBBLICI E PRIVATI
  12. POLITICHE PER IL LAVORO E NUOVE MISURE PER FAVORIRE L’OCCUPAZIONE NELLE AREE SVANTAGGIATE
  13. MISURE PER LA MOBILITÀ E LA RESIDENZA DEI LAVORATORI
  14. PROROGHE E AGEVOLAZIONI PER LE ASSUNZIONI STABILI E LE CATEGORIE SVANTAGGIATE
  15. INCENTIVI AGLI INVESTIMENTI PER LE IMPRESE E IL SETTORE TURISTICO
  16. RILANCIO DEGLI INVESTIMENTI PUBBLICI E DELLA DIFESA NAZIONALE
  17. SOSTEGNO ALLA SICUREZZA E ALLA PROTEZIONE CIVILE
  18. MISURE PER GLI ENTI TERRITORIALI E TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
  19. COPERTURE DELLA MANOVRA E RAZIONALIZZAZIONE DELLA SPESA
  20. SETTORE FINANZIARIO E ENTRATE ADDIZIONALI DA TASSAZIONE
  21. MISURE CONTRO L’EVASIONE FISCALE E MIGLIORAMENTO DELLA TRACCIABILITÀ DEI PAGAMENTI
  22. RIORDINO DEI BONUS EDILIZI E INCENTIVI PER LA RISTRUTTURAZIONE DEGLI IMMOBILI
  23. PROROGA DEL BONUS MOBILI E ARREDI
  24. STABILITÀ FINANZIARIA E PROSPETTIVE FUTURE
  25. DOMANDE
  26. REPLICA


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