Al via il G7 in Puglia: intesa su asset russi ma scoppia caso aborto
Giorgia Meloni apre oggi a Borgo Egnazia il vertice del G7, momento centrale della Presidenza italiana, a cui la premier arriva forte del successo alle elezioni europee. Alla vigilia sembra sciolto uno dei nodi più spinosi, l'utilizzo dei profitti degli asset russi congelati per sostenere l'Ucraina. Proprio sul supporto a Kiev oggi sarà incentrata una delle sessioni di lavoro, a cui prenderà parte anche Volodymyr Zelensky. Il presidente Joe Biden preme per il via libera dei fondi, finora fermato dalle perplessità degli europei, in testa la Germania. Secondo gli annunci la trattativa si è sbloccata e i leader G7 hanno raggiunto un accordo “sull'erogazione di 50 miliardi” di dollari a favore dell'Ucraina attraverso l'utilizzo di asset russi congelati “entro la fine del 2024”. Ieri però è scoppiata la polemica sull'aborto. Dalla bozza delle conclusioni sarebbe stato eliminato il riferimento alla necessità di garantire “un accesso effettivo e sicuro all'aborto”, che era stato inserito nel summit di Hiroshima. “Nessuno Stato ha chiesto di eliminare il riferimento”, ha fatto sapere la presidenza italiana, una precisazione che però non ferma le polemiche in Italia.
A Borgo Egnazia i leader arriveranno alle 10.30 e dopo la foto di famiglia si aprirà la prima sessione, dedicata ad “Africa, cambiamento climatico e sviluppo”. La presidente del Consiglio ribadirà la “strategia di guardare a un'area prioritaria per l'Europa e per l'Italia, ma con un approccio riflesso nel documento promosso da Palazzo Chigi sul Piano Mattei, che guarda all'Africa in un'ottica di partenariato, di sviluppo sostenibile, chi miri a colmare il gap che divide le economie più avanzate da quelle dei Paesi più sofferenti”. Gli altri due temi della giornata saranno dedicati, come detto, all'Ucraina e al Medio Oriente. Venerdì le altre tre sessioni, dedicate all'Intelligenza artificiale (con l'intervento di papa Francesco), alle migrazioni e all'Indopacifico e ai rapporti con la Russia. A questo proposito, secondo quanto filtrato, nella dichiarazione finale i leader rivolgeranno un appello a Pechino perché smetta di sostenere la guerra della Russia contro l'Ucraina, fornendo tecnologie e componenti per le armi. Ci saranno molti bilaterali tra cui quello Meloni-Biden.
Oltre ai sette grandi, ai lavori sono stati invitati anche rappresentanti di altri Paesi e di organizzazioni internazionali, oltre al presidente del Consiglio europeo Charles Michel e alla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Saranno quindi presenti il presidente dell'Algeria Abdelmadjid Tebboune, quello argentino Javier Milei, il numero uno della Banca Africana di Sviluppo Akinwumi Adesina, quello della Banca Mondiale Ajay Banga, il presidente del Brasile Luis Ignacio Lula da Silva (che guida il G20), il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Zayed, la direttrice del Fondo Monetario Internazionale Kristalina Georgieva, il re di Giordania Abdallah II, il premier indiano Narendra Modi, il presidente del Kenya William Ruto, quello della Mauritania Mohamed Ould Ghazouani (che guida l'Unione Africana), il segretario generale dell'Ocse Mathias Cormann, il segretario generale dell'ONU Antònio Guterres, il presidente tunisino Kaïs Saïed e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Nella maggioranza è partito il totonomi sulla prossima Commissione Ue
La partita europea entra già nel vivo. Il negoziato sembra avviato sulla linea di una possibile riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Ue, ma stavolta la maggioranza potrebbe allargarsi a Verdi e Ecr, quanto meno a nuclei della famiglia dei Conservatori europei. Dunque, anche la composizione della squadra di governo continentale potrebbe essere più larga del previsto, nonostante le ritrosie dei Socialisti. Prima, però, vanno definiti i cosiddetti Top Jobs. Non sarà una fase facile, né veloce anche se i rumors sono indirizzati verso la soluzione dei negoziati entro il 18 luglio. In questo lasso di tempo dovranno essere scelte anche le figure dei Commissari con la relativa assegnazione delle varie deleghe. L'Italia vorrebbe un “ministero di peso”: le voci di corridoio dei palazzi della politica suggeriscono di tenere d'occhio le deleghe alla Concorrenza, ma anche l'Agricoltura, il Mercato interno o addirittura l'Energia, che potrebbe chiudere il cerchio di quel Piano Mattei su cui Palazzo Chigi sta puntando. Difficile venga assegnata la Difesa, mentre potrebbe rivelarsi un boomerang accettare eventualmente la delega agli Affari interni, che in pancia porta la delicata questione dei flussi migratori.
Una volta deciso chi farà cosa, allora si potrà passare alla fase dei nomi. Finora sono tre i ministri del governo Meloni che hanno pubblicamente fatto sapere di non essere disponibili: Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso, e pure Antonio Tajani. Sul taccuino, dunque, resta Raffaele Fitto, che in questi due anni ha avuto stretti contatti con Bruxelles nel suo ruolo di ministro degli Affari Ue, della coesione e del Pnrr. Ma nelle ultime ore sono circolate altre ipotesi, altrettanto valide, come quella di Roberto Cingolani. C’è chi parla anche di un altro ex del Governo Draghi, Vittorio Colao. I bene informati non escludono, però, colpi di scena, come Maurizio Leo che, però, ha solo due anni da viceministro dell'Economia nel suo curriculum politico da poter spendere a Bruxelles, dove è preferibile avere personalità che abbiano ricoperto cariche di maggiore responsabilità. Nella ruota dei papabili restano comunque Gilberto Pichetto (Mase) e Guido Crosetto (Difesa), così come a mezza bocca è circolato il nome di Francesco Lollobrigida, attuale ministro dell'Agricoltura.
Salvini e Le Pen puntano alla spallata. I Conservatori sono ancora indecisi
Ieri c’è stato l’atteso vertice tra Marine Le Pen, il segretario della Lega Matteo Salvini e i vertici del sovranismo europeo. I leader entrano sorridenti, forti di un risultato elettorale che potrebbe portare il gruppo Identità e Democrazia ad avere oltre settanta eurodeputati, con il possibile rientro dei tedeschi di AfD. L'obiettivo è costruire un fronte unico delle destre e dare una spallata alla maggioranza Ursula. Che si tratti di un gruppo unico o meno con Ecr, al momento è secondario, anche perché l'ipotesi per ora non entusiasma né i Conservatori né FdI. Il vertice dei sovranisti è preceduto da un faccia a faccia tra Salvini e Le Pen; i due siglano un patto, costruito su tre pilastri: “Unità del centrodestra, nessuna apertura a maggioranze con la sinistra, determinazione a cambiare l'Europa”. Poco dopo parte il vertice allargato: oltre a Salvini e Le Pen, c'è l'olandese Geert Wilders, trionfatore delle ultime elezioni in Olanda, il ceco Tomio Okamura, l'eurodeputato degli austriaci di Fpo Harald Vilimsky e poi il presidente di Id Gerolf Annemans, l'astro nascente dei fiamminghi di Vlaams Belang Tom Van Grieken, il danese Morten Messerschmidt, il leader di Chega André Ventura.
Nessuno di questi movimenti vuole entrare in una maggioranza per l'Ursula bis. Anzi. Ed è qui che si nasconde la distanza di Id dai Conservatori e Riformisti. Il gruppo guidato da Giorgia Meloni, riunitosi nel pomeriggio, si sta muovendo con estrema prudenza nel post-Europee. Per il momento, ha incassato l'ingresso di 4 nuove delegazioni (ognuna di un eurodeputato), da Croazia, Lussemburgo, Lettonia e Cipro. Il gruppo conta ora su 77 eletti, due in meno dei Liberali. L'ingresso di Viktor Orban, al pari del gruppo unico con Id, non è argomento su cui c'è il necessario consenso: se entrasse Fidesz la delegazione ceca guidata dal premier Fiala entrerebbe nel Ppe. Il tema di fondo resta uno: essere in una posizione di dialogo con i Popolari e quindi anche con la Commissione che verrà o rimanere sulle storiche posizioni? Questo sarà il nodo da sciogliere nelle prossime settimane.
Rissa alla Camera durante la discussone sull’autonomia differenziata
Pugni, calci e spintoni. Finisce così alla Camera la seduta sull'autonomia differenziata. Com’era immaginabile la giornata alla Camera è ricca di tensione tra maggioranza e opposizione. A sera, però, il livello di scontro si alza e si arriva a una vera e propria rissa in aula, con tanto di feriti ed espulsioni. Tutto inizia con una protesta organizzata dalle opposizioni: i deputati di Pd, M5S, Avs, Iv e Azione si alzano in piedi e sventolano le bandiere tricolori, cantano l'inno d'Italia e urlano “vergogna”; in risposta anche i deputati di FdI intonano l'inno. Lorenzo Fontana prova a calmare gli animi. La protesta, però, va avanti. Le opposizioni cantano “Bella ciao”, il deputato leghista Domenico Furgiuele si alza in piedi e incrocia le braccia. “Ha fatto il segno della Decima Mas”, accusano dai banchi delle minoranze che iniziano a urlare “Fuori, fuori”. Fontana va al “var”, guarda i video ed espelle il parlamentare del Carroccio. Non è finita. La situazione precipita quando il deputato M5S Leonardo Donno prova a consegnare una bandiera dell'Italia al ministro dell'Autonomia Roberto Calderoli. Fontana lo espelle.
Alcuni parlamentari della destra si mettono in mezzo e parte la rissa. “Igor Iezzi ha colpito Donno con dei pugni ripetutamente sulla testa ed è stramazzato a terra”. Il deputato M5S viene portato via dai paramedici in sedia a rotelle e anche un commesso finisce in infermeria colpito al volto e all'addome. Seduta ancora sospesa. Fontana convoca la capigruppo e, sconsolato, ammette: “Si sono picchiati, ora vedremo i video”. Si torna al “var”. Le opposizioni accusano e salgono sulle barricate. Nel frattempo, la capigruppo decide che i lavori riprenderanno questa mattina. “Sono stati acquisiti i filmati per accertare nella loro interezza i fatti e adottare ulteriori provvedimenti”, spiegano dalla presidenza della Camera. La seduta si chiude, non prima di una nuova bagarre: “Stefano Bertacco, presente”, scandisce il deputato di Fratelli d'Italia Marco Padovani, per ricordare l'ex senatore di FdI Stefano Bertacco scomparso nel 2020. Il richiamo al saluto fascista fa scattare il parlamentare Pd Nico Stumpo che lancia una sedia e si guadagna l'espulsione dall'aula. Domani, dopo le decisioni del “var”, inizierà il secondo tempo.
Alla Camera
L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per esaminare il disegno di legge per l'attuazione dell'autonomia differenziata, la pdl per l’assistenza sanitaria per le persone senza dimora e la mozione sul Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), con particolare riferimento al relativo aggiornamento in coerenza con gli obiettivi di decarbonizzazione.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali, con la Giustizia, si confronterà sul ddl in materia di sicurezza pubblica, tutela del personale in servizio, delle vittime dell'usura e sull’ordinamento penitenziario ed esaminerà la proposta per l’istituzione della Giornata nazionale delle periferie urbane. La Esteri audirà Nadezhda Skochilenko sull'impegno dell'Italia nella Comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni e ascolterà David Abraham, Coordinatore del Technology, Rare and Electronics Materials Center (TREM Center) sui risvolti geopolitici connessi all'approvvigionamento delle cosiddette terre rare. La Difesa esaminerà il decreto sulle associazioni professionali a carattere sindacale tra militari, personale militare e civile del Ministero della difesa e operatività delle Forze armate e si confronterà sulla proposta d’istituzione di un'indagine conoscitiva sulla sicurezza nazionale e nuove sfide per la difesa.
La Cultura alle 14.00 ascolterà il Ministro dell'istruzione e del merito Giuseppe Valditara sul decreto in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni con disabilità, per il regolare avvio dell'anno scolastico 2024/2025 e in materia di Università e ricerca. Infine, esaminerà la pdl per l’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale e la pdl sulla valutazione delle studentesse e degli studenti e per la tutela dell'autorevolezza del personale scolastico. La Ambiente esaminerà la risoluzione per la prevenzione degli impatti negativi della crisi climatica con riguardo alle prospettive delle giovani generazioni e svolgerà delle audizioni sul ddl governativo per la semplificazione edilizia e urbanistica. La Affari Sociali sulle pdl per il sostegno finanziario del Servizio sanitario nazionale in attuazione dei princìpi di universalità, eguaglianza ed equità.
Al Senato
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 10.00 per l’esame del ddl costituzionale per l'elezione diretta del Presidente del Consiglio dei ministri, il rafforzamento della stabilità del Governo e l'abolizione della nomina dei senatori a vita da parte del Presidente della Repubblica il cosiddetto ddl premierato.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali, con la Esteri e Difesa, dibatterà sul ddl di modifica dell’ordinamento, dell’organizzazione e del funzionamento delle Forze di polizia, delle Forze armate nonché del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. La Giustizia esaminerà il ddl per il contrasto alla surrogazione di maternità, il ddl d’istituzione dell'Ordine e dell'albo professionale dei grafologi e il ddl sul legittimo impedimento del difensore. Infine, svolgerà delle audizioni sui ddl per l’attribuzione del cognome ai figli. La Esteri e Difesa si confronterà sul ddl per la modifica della legge sulla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali ed esaminerà il ddl di ratifica dell’accordo tra Italia e Cina per l’eliminazione delle doppie imposizioni e per la prevenzione delle evasioni fiscali.
La Politiche dell’Ue dibatterà l’Atto Ue sui servizi di sicurezza gestiti e quello sul quadro di sostegno per il trasporto intermodale di merci. La Bilancio esaminerà il decreto in materia di politiche di coesione. La Finanze proseguirà il confronto sul ddl sulle agevolazioni fiscali start-up, sulla pdl per la promozione di progetti a impatto sociale sul territorio e sulla proposta di istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo. La Ambiente e Lavori Pubblici, con la Affari Sociali, esaminerà il ddl di delega al Governo in materia di intelligenza artificiale.
- Al via il G7 in Puglia: intesa su asset russi ma scoppia caso aborto
- Nella maggioranza è partito il totonomi sulla prossima Commissione Ue
- Salvini e Le Pen puntano alla spallata. I Conservatori sono ancora indecisi
- Rissa alla Camera durante la discussone sull’autonomia differenziata
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