Il centrodestra unito vince le regionali in Basilicata: Bardi di nuovo presidente
Vito Bardi conquista il secondo mandato staccando lo sfidante Piero Marrese di oltre 10 punti. Sono le 20.00 di lunedì quando il presidente della Basilicata, appoggiato dal centrodestra con Italia viva e Azione, dichiara la vittoria: “In attesa di un dato più vicino a quello definitivo si delinea a ogni modo una vittoria chiara della nostra coalizione”. Lo spoglio procede a rilento ma tanto basta al candidato del centrodestra per avere la certezza e a stretto giro arriva la telefonata di congratulazioni dello sfidante e poi i complimenti dei leader a cominciare dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ringrazia “di cuore tutti i cittadini che hanno voluto confermare il loro sostegno alle nostre politiche”. “La vostra fiducia - aggiunge la premier - è il motore che ci spinge avanti ogni giorno”. Grande la soddisfazione di Forza Italia con il segretario e vicepremier Antonio Tajani che esulta sui social: “Ha vinto il candidato di FI. Ha vinto il centrodestra unito. Hanno vinto i lucani che hanno scelto di sostenere il nostro buon governo per altri 5 anni”.
L'affluenza è in calo e non raggiunge la metà degli aventi diritto (49,8%). A spoglio ultimato, il conteggio dei voti dice 56,6% per il governatore uscente Vito Bardi contro 42,3% per Piero Marrese. Per quanto riguarda i partiti, FdI raggiunge il 17,4% ed è primo nella Regione, seguita dal Pd al 13,9% e da FI al 13%, mentre il M5S si ferma intorno al 7,7%. Nel centrodestra il commento più freddo arriva dalla Lega che finisce con il 7,8%, appena sopra Azione al 7,5%. Fonti del Carroccio si limitano a parlare di un “ennesimo largo successo del centrodestra unito”, mentre Carlo Calenda assicura di non avere “nessun senso di colpa” per aver fatto vincere il centrodestra in Basilicata e si toglie un sassolino dalla scarpa: “Noi siamo un partito repubblicano, poi in Basilicata la questione non c'è posta proprio perché c'è stato il veto di Conte nei nostri confronti, Bardi ha ben governato ed è un moderato e un popolare europeista”. Dal canto suo il leader di Italia viva Matteo Renzi esprime “grande soddisfazione” e ricorda di essere stato “il primo a sostenere Vito Bardi anche in virtù di un'antica amicizia”.
Meloni si prepara alla volata per le europee, testa a testa tra FI e Lega
L'irritazione di Giorgia Meloni per il caso Scurati non si è ancora esaurita: “Lei certo non vuole alcuna censura, hanno fatto un casino in Rai”, sintetizzano i fedelissimi della premier, che dal canto suo farebbe decisamente a meno di incidenti simili, con risonanza anche all'estero, nella volata verso le Europee, il prossimo e fondamentale traguardo dopo l'ultima tornata di Regionali in cui il centrodestra ha perso la Sardegna ma ha conservato Abruzzo e Basilicata. I tre test hanno confermato il primato di FdI e aperto un testa a testa fra gli alleati, Forza Italia e Lega, destinato a segnare le prossime settimane di campagna elettorale. La presidente del Consiglio ha voluto il proprio volto sui manifesti di FdI e il nome sul simbolo del partito; molto probabilmente correrà anche in prima persona candidandosi come farà Antonio Tajani, mentre Matteo Salvini ha deciso diversamente; l'annuncio della Meloni potrebbe arrivare domenica alla conferenza programmatica a Pescara. L'idea di un confronto televisivo con Elly Schlein è meno concreta di quanto sembrava fino a poco tempo fa.
Il duello a cui si guarda con più attenzione è il derby a distanza fra Tajani e Salvini: il ministro degli Esteri sente di guidare un partito che “non è più in zona retrocessione ma si avvicina alla parte alta della classifica”, l'altro vicepremier è reduce da Regionali deludenti e rischia di essere scavalcato nei rapporti di forza nel centrodestra. Le Europee si annunciano un passaggio cruciale in vista del giro di nomine e soprattutto in caso di rimpasto. Il voto per l'Europarlamento si profila uno spartiacque soprattutto per Matteo Salvini, che ha promesso per l’autunno il congresso della Lega, e prima dovrà misurarsi con il risultato di quello in Lombardia, dove il suo fedelissimo Fabrizio Cecchetti sarà sfidato dal capogruppo al Senato Massimiliano Romeo. In queste settimane la Lega punterà tutto sull'autonomia ma non è detto che il Carroccio riuscirà a farla approvare alla Camera prima di giugno. Fra i leghisti serpeggia il sospetto che gli alleati non vogliano fornire un assist elettorale: la priorità di FdI è il premierato, e il tridente delle riforme cardine è completato da quella della giustizia, su cui preme FI.
Schlein rinuncia al nome nel simbolo “sarebbe divisivo”
Dopo le numerose tensioni interne, la segretaria del Pd Elly Schlein ha annunciato che il suo nome non comparirà nel simbolo del Pd per le europee, perché sarebbe stato “più divisivo che rafforzativo”. Pare quindi chiusa una questione che stava spaccando il partito. Pare, perché il dibattito continua. Lo schema di massima è quello approvato in direzione nazionale: Schlein capolista al Centro e nelle Isole, Stefano Bonaccini al Nord est, Cecilia Strada al Nord ovest e Lucia Annunziata al Sud. Ma siccome le liste ancora non sono chiuse, la scadenza è il primo maggio, per i posti meno in vista qualche sorpresa ci può sempre stare. Intanto, la segretaria ha potuto dirsi “felice” per una squadra che ha definito “bella, forte e plurale”. Le tensioni per il simbolo sono quindi durate 24 ore, il tempo di una Direzione e l'arco di una mattinata. Ma hanno pesato sui rapporti fra la segretaria e la maggioranza nel partito e hanno allargato le crepe all'interno della minoranza guidata da Stefano Bonaccini. Fra le voci critiche, anche quella della capolista al Sud, Annunziata: in un messaggio alla segretaria aveva spiegato che scrivere Schlein nel simbolo sarebbe stata “la trasformazione del Pd in un partito personale”. Per la verità, anche dopo la diretta Instagram della segretaria, qualche mugugno c’è stato, polemiche su cui la Schlein ha sorvolato: “Voglio ringraziare Bonaccini, correre insieme alle europee è appassionante, il Pd è una squadra compatta”.
La sostanza della mossa di Schlein ha convinto i più. “Credo che abbia dimostrato generosità e saggezza, con una decisione che ha tenuto conto di tutte le sensibilità del partito”, ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, candidato al Centro. Con l'annuncio della corsa, Schlein ha fatto la prima mossa. In attesa del confronto Tv, ora spetta alla presidente del consiglio Giorgia Meloni decidere se sarà della partita e con quale formula: un confronto nelle urne polarizzerebbe lo scontro, un effetto che alle due leader non sembra dispiacere. “Ho la speranza di dare una mano a eleggere il numero più alto possibile” di candidati Pd, ha detto Schlein. “Io ci sarò. Mi candido per provare insieme a portare più in alto possibile il Pd. Mi candido perché è una sfida cruciale. La famiglia socialista è l'unico argine all'avanzata delle destre”. Nella diretta, Schlein ha ringraziato i candidati in lista col Pd, come Nicola Zingaretti che ha “ceduto alle mie insistenze” ha detto la segretaria, e l'ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio, che per la sua posizione contro l'invio di armi a Kiev ha suscitato più di una perplessità nel partito. Le liste sono ancora in lavorazione. Nel pomeriggio, nelle file del Pd c'era chi metteva in conto la possibilità che Schlein possa ancora decidere di correre, in posizioni defilate, anche dove non è capolista.
Alla Camera
L’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 9.30 per lo svolgimento delle interrogazioni. Dalle 15.00 esaminerà la proposta di legge per la partecipazione popolare alla titolarità di azioni e quote delle società, la proposta di legge di modifica del Codice del Terzo settore sulla compatibilità urbanistica dell'uso delle sedi e dei locali impiegati dalle associazioni di promozione sociale per le loro attività, la pdl di delega al Governo per la riforma della disciplina in materia di conflitto di interessi.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari costituzionali, si confronterà sugli oltre 2400 emendamenti alla pdl sull’autonomia differenziata e, con la Giustizia, dibatterà sul ddl governativo per il rafforzamento della cybersicurezza nazionale e sui reati informatici. La Giustizia esaminerà la pdl di modifica del Codice penale, del Codice di procedura penale, dell'ordinamento giudiziario e del Codice dell'ordinamento militare e, con la Affari Sociali, lo schema di decreto legislativo per il controllo del commercio dei precursori di droghe tra la Comunità e i paesi terzi. La Esteri ascolterà i rappresentanti dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII sull'impegno dell'Italia nella Comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni. La Difesa esaminerà lo schema di decreto ministeriale per il riparto dello stanziamento relativo a contributi 2024 ad associazioni combattentistiche e d'arma. Dopo che ieri ha concluso il ciclo di audizioni, la Bilancio dibatterà sul Documento di economia e finanza 2024 (Def).
La Cultura esaminerà la pdl per l’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale. La Ambiente proseguirà il ciclo di audizioni sulle pdl per la gestione delle emergenze di rilievo nazionale e la ricostruzione post-calamità e dibatterà sulla pdl per la gestione e la salvaguardia della laguna di Orbetello. Con la Attività Produttive svolgerà delle audizioni per la nomina della carica di Direttore e dei componenti della Consulta dell'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN). La Trasporti svolgerà delle audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle prospettive della mobilità verso il 2030: dalla continuità territoriale all'effettività del diritto alla mobilità extraurbana. La Agricoltura esaminerà la pdl per l’istituzione dell'Albo nazionale delle imprese agromeccaniche e la disciplina dell'esercizio dell'attività professionale di agromeccanico, e l’Atto Ue in merito allo stato di attuazione della PAC 2023 - 2027 e sui negoziati relativi alle eventuali modifiche che saranno proposte in sede europea.
Al Senato
L’Assemblea del Senato tornerà a riunirsi alle 13.30 per l’esame e l’approvazione definitiva del decreto, approvato la settimana scorsa dalla Camera, per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali proseguirà l’esame del ddl costituzionale sul premierato. La Giustizia esaminerà il ddl sulle intercettazioni tra l'indagato e il proprio difensore, lo schema di decreto legislativo per l'efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e il ddl sul processo telematico. Con la Affari Sociali, dibatterà sullo schema di decreto legislativo per il controllo del commercio dei precursori di droghe tra la Comunità e i paesi terzi. La Politiche dell’Ue dibatterà l’Atto Ue sui servizi di sicurezza gestiti e quello sul quadro di sostegno per il trasporto intermodale di merci. La Bilancio concluderà il confronto sul decreto, approvato la settimana scorsa dalla Camera, per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). La Finanze proseguirà il confronto sul ddl sulle agevolazioni fiscali in edilizia.
La Cultura proseguirà le audizioni sulle prospettive di riforma del calcio italiano, esaminerà il ddl per l’istituzione del Museo del Ricordo, i ddl sugli alunni con alto potenziale cognitivo e il ddl sulle competenze non cognitive. La Ambiente e Lavori Pubblici si confronterà sulle proposte di nomina del Direttore e dei componenti della Consulta dell'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN), sui ddl per la rigenerazione urbana, sul ddl per il sostegno dei parchi regionali, il ddl di modifica della legge quadro sulle aree protette e sul ddl di revisione del Codice della strada. L’Industria e Agricoltura ascolterà il professor Vincenzo Caputo, Commissario straordinario alla peste suina africana (PSA) sulle misure di contrasto alla diffusione della peste suina africana ed esaminerà l’Atto Ue sulle buone condizioni agronomiche e ambientali, i regimi per il clima, l'ambiente e il benessere degli animali, le modifiche dei piani strategici della PAC.