Dazi: il Governo cerca exit strategy, 'non è una catastrofe, no allarmismi'
Il governo italiano sta affrontando con determinazione la questione dei dazi imposti dagli Stati Uniti, in particolare per proteggere la filiera del vino, un settore strategico per l’economia nazionale. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha sottolineato che l’Italia guarda alla situazione con grande preoccupazione, ma senza intenzione di essere né arbitro né giocatore. Riguardo alla possibilità di ritorsioni sul whiskey americano, Tajani ha avvertito che ciò potrebbe innescare una reazione contro i vini italiani, compromettendo un settore in cui l'Italia esporta molto di più rispetto a quanto importi whiskey. La scelta di rispondere con ritorsioni, secondo il ministro, sarebbe una forma di autolesionismo, danneggiando direttamente gli interessi nazionali.
Oltre alla difesa del comparto vinicolo, la strategia italiana si concentra anche sulla diversificazione dei mercati. Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, durante il suo intervento al Senato, ha fatto appello per finalizzare accordi di libero scambio con nuove aree del mondo, come il Consiglio di cooperazione del Golfo, l’India, e altri Paesi dell’Indo-Pacifico. Questa apertura a nuovi mercati è vista come un passo fondamentale per ridurre la dipendenza dalle esportazioni verso gli Stati Uniti e rafforzare la competitività internazionale delle imprese italiane.
Il governo italiano, tuttavia, non intende solo rivolgersi a nuovi mercati, ma anche modificare il contesto normativo europeo. Urso ha invocato con forza la sospensione immediata delle normative del Green Deal, che hanno già avuto un impatto negativo sull’industria automobilistica, la più colpita dai dazi statunitensi. In questo senso, Urso ha parlato di un necessario shock di deregulation per liberare le imprese europee da vincoli burocratici e rendere l’economia più competitiva, in particolare per le piccole e medie imprese italiane.
In aggiunta, il governo italiano ha proposto l’introduzione del principio del "buy European", un’idea speculare al "buy American"già in vigore negli Stati Uniti. Questo principio, se adottato, potrebbe incentivare l'acquisto di prodotti europei in tutti gli appalti pubblici, contribuendo a stimolare gli investimenti produttivi in Europa.
Nonostante la forte volontà di trovare un'intesa con gli Stati Uniti, la premier Giorgia Meloni ha lasciato aperta la possibilità di risposte adeguate se necessario, ma ha anche ribadito che l’esecutivo italiano punta a evitare una controffensiva da parte dell'Europa.
Internamente alla maggioranza, le posizioni non sono univoche. Se da un lato Meloni e Tajani spingono per una risposta unitaria e coordinata da parte dell’Europa contro gli Stati Uniti, dall’altro la Lega di Salvini ha criticato Bruxelles e insiste su una trattativa diretta con la Casa Bianca.
Asia centrale, von der Leyen annuncia 12 mld di investimenti
Durante il suo intervento di apertura al forum UE-Asia centrale, Ursula von der Leyen ha sottolineato che a livello globale stanno sorgendo nuove barriere, con un crescente riorientamento degli investimenti e l'emergere di potenze che si stanno ritagliando nuove sfere di influenza. In questo contesto, von der Leyen ha messo in evidenza come l’Europa e l’Asia centrale possano scegliere una strada alternativa per rafforzare la cooperazione, come dimostrato dall'incontro a Samarcanda. Ha specificato che, a differenza di altri scenari globali, l'Europa sta cercando di favorire l'integrazione e l'apertura delle frontiere come mezzo per promuovere la crescita economica e politica reciproca.
Un aspetto cruciale sottolineato dalla presidente della Commissione Europea è l’importanza di facilitare i passaggi attraverso le frontiere, in particolare tra i Paesi dell'Asia centrale e il Caucaso meridionale. Von der Leyen ha evidenziato come il Corridoio di trasporto transcaspico possa rappresentare una risorsa strategica per migliorare le connessioni tra l'Europa e la regione asiatica. Inoltre, ha sottolineato che l’apertura dei confini tra Armenia, Turchia e Azerbaijan, dopo decenni di chiusura, rappresenta un cambiamento significativo che avvicinerà ulteriormente l'Europa e l'Asia centrale, favorendo nuove opportunità di cooperazione.
Riguardo alle materie prime, von der Leyen ha dichiarato che la recente Dichiarazione d’intenti congiunta siglata con i Paesi dell'Asia centrale ha il potenziale di attirare ingenti investimenti privati, il che contribuirà a stimolare la crescita economica della regione. Questo partenariato, ha affermato, non solo apporterà vantaggi all'Europa, ma sarà anche fondamentale per l’Asia centrale, permettendo di sviluppare una relazione bilaterale più forte che possa rispondere alle sfide globali.
Sulle questioni energetiche, la presidente ha sottolineato che l'Asia centrale ha il potenziale per diventare un hub per l'energia pulita, con specifici progetti in corso nei vari Paesi della regione. In particolare, von der Leyen ha messo in evidenza il potenziale del Kazakhstan per l'energia eolica, l'Uzbekistan e il Turkmenistan per l'energia solare, mentre il Tagikistan e il Kirghizistan sono concentrati sull’energia idroelettrica. Ha sottolineato che questi Paesi potrebbero produrre sufficiente energia pulita per soddisfare i propri bisogni interni e persino esportarla.
Inoltre, la Presidente ha parlato con entusiasmo dei progetti in atto, come la diga di Rogun in Tagikistan, la più alta al mondo, che produrrà elettricità per l’intera regione. Insieme ad altre iniziative come la diga di Kambarata in Kirghizistan, questi progetti potrebbero trasformare l'Asia centrale in una centrale energetica pulita, contribuendo significativamente a migliorare la sicurezza energetica e a rafforzare l'indipendenza energetica della regione.
Infine, von der Leyen ha concluso il suo intervento ribadendo l’importanza di cooperare per favorire la transizione energetica globale e ha sottolineato che l’Europa e l’Asia centrale stanno facendo storia insieme in questo processo.
Dazi: Lagarde, 'manteniamo schiena dritta e facciamoci sentire'
Christine Lagarde ha sottolineato l'importanza di un'azione unitaria dell'Europa di fronte alle politiche strategiche adottate dalla grande economia americana, come i dazi.
Durante un evento a Dublino, ha dichiarato che l'Europa non può apparire disunita e che se non si prende una decisione comune, le divergenze interne potrebbero essere utilizzate contro l'Ue.
Lagarde ha anche evidenziato come istituzioni, norme e alleanze che sembravano stabili possano essere improvvisamente cambiate in momenti di incertezza.
Concludendo, ha enfatizzato la necessità di migliorare la capacità decisionale dell'Europa per stimolare la crescita economica e ha esortato l'Ue a restare compatta e farsi sentire in modo deciso.
Tim: Freni (Mef), sia protagonista consolidamento settore tlc
Federico Freni, sottosegretario al Ministero dell'Economia e delle Finanze, ha commentato positivamente l'operazione di consolidamento che Poste ha realizzato all'interno di Tim, evidenziando la vivacità industriale e finanziaria di Poste, che rappresenta un segnale positivo per il mercato e il Paese. Freni ha poi dichiarato che, pur non ritenendo opportuno che Timacquisisca altri operatori, la compagnia dovrebbe essere protagonista nel consolidamento del settore delle telecomunicazioni.
Secondo Freni, la concentrazione degli operatori è inevitabile per garantire la sostenibilità delle tariffe, poiché la competizione intensa genera una guerra dei prezzi che mette a rischio la stabilità economica del settore.
Ha concluso ribadendo che il consolidamento è necessario e che Tim deve giocare un ruolo centrale in questo processo.
Bankitalia. Panetta: In 2024 utile a 800 mln, allo Stato 644 (+29 mln)
Fabio Panetta, governatore di Bankitalia, ha illustrato la politica di distribuzione dei dividendi in occasione dell'Assemblea annuale dei Partecipanti al capitale della Banca d'Italia, durante la quale è stato approvato il bilancio di esercizio dell'Istituto. La politica attuale prevede che le somme destinate ai Partecipanti siano comprese tra 340 e 380 milioni di euro, a condizione che l'utile netto e le esigenze di patrimonializzazione della Banca lo consentano.
Per l'anno 2024, con un utile netto di 844 milioni di euro, Panetta ha proposto di riconoscere ai Partecipanti 200 milioni di euro, mantenendo lo stesso ammontare dell’anno precedente. Inoltre, ha proposto di destinare 644 milioni di euro allo Stato, con un incremento di 29 milioni rispetto al 2023. A questo dividendo corrente si aggiungeranno 140 milioni prelevati dalla posta speciale di stabilizzazione, che verranno attribuiti ai Partecipanti, portando così l'importo complessivo a 340 milioni di euro.
Panetta ha sottolineato che, negli ultimi cinque anni, l’importo cumulato effettivamente distribuito ai Partecipanti ammonta a 1.633 milioni di euro, mentre la somma destinata allo Stato sotto forma di utili è pari a 14.406 milioni di euro. Inoltre, sono stati versati 3.361 milioni di euro a titolo di imposte correnti (Ires e IRAP). Questi dati evidenziano l'importante ruolo della Banca d'Italia nella gestione degli utili e delle risorse destinate sia ai Partecipanti che allo Stato.
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