L’Aula della Camera e l’Aula del Senato hanno concluso mercoledì 24 aprile l’esame del Documento di economia e finanza 2024 (Documento LVII n. 2).

Il documento, che rappresenta lo strumento principale per la programmazione economica e finanziaria del Paese, presenta quest’anno una struttura sintetica in considerazione della transizione verso le nuove regole della governance economica europea: il Governo anticipa che gli obiettivi economici futuri saranno definiti nel Piano strutturale di bilancio a medio termine, previsto entro il 20 settembre. Il DEF espone analisi e previsioni relative al contesto macroeconomico italiano, evidenziando una crescita modesta del PIL nel 2023 (0,9%), trainata dalla domanda interna e dalla ripresa della domanda estera. Tuttavia, le previsioni per il 2024 sono state riviste leggermente al ribasso a causa dell'incertezza internazionale e delle tensioni geopolitiche. Le analisi finanziarie mostrano un indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche nel 2023 superiore alle stime (149,5 miliardi, corrispondenti al 7,2% del PIL), principalmente a causa delle maggiori spese in conto capitale. Tuttavia, il DEF prevede un miglioramento dell'indebitamento netto nel periodo 2024-2027, con una crescita delle entrate e una limitazione della spesa primaria netta in linea con le raccomandazioni europee. Le entrate finali crescono costantemente nel periodo di previsione, mentre le spese si riducono rispetto al PIL, mantenendo stabile la pressione fiscale intorno al 42%. Infine, il DEF include una valutazione dell'impatto macroeconomico delle principali riforme previste dal PNRR e conferma l’elenco di disegni di legge collegati contenuti del DEF dello scorso anno (con l’aggiunta del ddl sull’intelligenza artificiale).

L’Aula della Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza n. 6-00108 (Tommaso Foti – FdI, Riccardo Molinari - Lega, Paolo Barelli - FI, Maurizio Lupi – NM-MAIE) con 197 voti favorevoli, 126 contrari e 3 astenuti.

L’Aula del Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza (6-00098) n. 6 (Lucio Malan - FdI, Massimiliano Romeo - Lega, Maurizio Gasparri – FI,  Michaela Biancofiore – Cd’I-NM-MAIE) con 96 voti favorevoli, 66 contrari e 2 astenuti.

Le identiche risoluzioni approvate impegnano il Governo a presentare quanto prima il quadro programmatico, nell'ambito del Piano fiscale e strutturale di medio periodo.

Le altre risoluzioni presentate dai gruppi di opposizione sono risultate precluse sia alla Camera sia al Senato.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA CAMERA

   La Camera,

   premesso che:

    il Documento di economia e finanza 2024 (DEF 2024), approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta dello scorso 9 aprile, aggiorna le stime del quadro dei conti pubblici tendenziali a legislazione vigente per il triennio 2024-2026 ed estende l'orizzonte di previsione al 2027;

    il Documento è stato predisposto in coerenza con le indicazioni fornite dalla Commissione per la predisposizione dei Programma di Stabilità e di Convergenza nel periodo di transizione tra le regole del Patto di Stabilità e Crescita attualmente vigenti e il nuovo quadro di governance in corso di adozione;

    infatti, le nuove regole che entreranno in vigore entro breve prevedono che gli Stati membri definiranno gli obiettivi di politica economica di medio periodo attraverso il Piano strutturale nazionale di bilancio a medio termine (Medium-term fiscal-structural plan) che, per l'anno in corso, dovrà essere presentato al più tardi entro il 20 settembre;

    è, quindi, all'interno del Piano citato che saranno definiti gli obiettivi macroeconomici e di finanza pubblica validi per i prossimi anni;

    alla luce di queste considerazioni, il DEF di quest'anno ha ad oggetto le grandezze di finanza pubblica che emergono dal profilo tendenziale a legislazione vigente e fornisce una stima degli oneri connessi alle politiche invariate per il prossimo triennio;

    il Documento chiarisce che il Governo adotterà iniziative normative volte a ricondurre i valori dell'indebitamento netto tendenziale negli anni 2025 e 2026 agli obiettivi programmatici fissati nella NADEF 2023 e già autorizzati con le risoluzioni di approvazione dei precedenti documenti di programmazione;

    il Documento sottolinea come l'economia italiana nel corso del 2023 abbia dimostrato una resilienza superiore alle attese. Nonostante un quadro macroeconomico connotato da instabilità politica, elevata inflazione e da un ciclo restrittivo di politica monetaria, il PIL ha registrato un incremento dello 0,9 per cento, in decelerazione rispetto al 2022 ma superiore alla media dell'area euro (+0,4 per cento);

    nel complesso, la crescita nel 2023 è stata trainata dalla domanda interna unitamente alla ripresa della domanda estera netta;

    l'attività economica ha ripreso a espandersi a ritmi moderati, intorno a due decimi di punto ogni trimestre e i più recenti segnali disponibili indicano un andamento simile per la prima parte del 2024; tuttavia non devono essere trascurati i rischi di natura geopolitica e ambientale, che restano assai elevati;

    proprio alla luce di tali considerazioni, la previsione tendenziale di crescita del PIL tiene conto di tali fattori d'incertezza e, in via prudenziale, è aggiornata per il 2024 all'1,0 per cento, lievemente al ribasso rispetto allo scenario programmatico della NADEF (1,2 per cento), mentre si prospetta all'1,2 e all'1,1 per cento, rispettivamente, per gli anni 2025 e 2026, un profilo lievemente più contenuto rispetto allo scenario programmatico della NADEF (che li poneva pari all'1,3 per cento per il 2025 e all'1,2 per cento per il 2026). Per il 2027, non considerato nell'orizzonte della NADEF, la crescita è posta allo 0,9 per cento;

    il Documento indica per il 2023 un deficit pari al 7,2 per cento in termini di PIL, a fronte di un 5,3 per cento previsto con la NADEF 2023; il dato di consuntivo 2023 del deficit è stato rivisto dall'Istat al 7,4 per cento in occasione della pubblicazione dei dati di Notifica del 22 aprile. Lo scostamento rispetto alla previsione della NADEF 2023 trova spiegazione nelle maggiori spese legate al Superbonus e, più in generale, a una più alta spesa in conto capitale rispetto a quanto atteso;

    al netto dell'impatto sui conti pubblici del 2023 causato dall'ulteriore aumento dei costi legati al Superbonus, la previsione a legislazione vigente per il quadriennio 2024-2027 conferma, sostanzialmente, il progressivo rientro dell'indebitamento netto sul PIL lungo tutto l'orizzonte di previsione;

    la previsione per gli anni successivi stima un rapporto deficit/PIL pari al 4,3 per cento nel 2024 (in linea con le previsioni della NADEF 2023), al 3,7 per cento nel 2025 (di 0,1 punti percentuali in rialzo rispetto alle previsioni della NADEF 2023), al 3,0 per cento nel 2026 (a fronte del 2,9 per cento previsto dall'ultima NADEF) e al 2,2 per cento nel 2027 (anno non contemplato nell'orizzonte dalla NADEF 2023). Tale evoluzione corrisponde, in termini strutturali, all'8,0 per cento nel 2023, 4,8 per cento nel 2024, 4,3 per cento nel 2025, 3,7 per cento nel 2026 e 2,8 per cento nel 2027;

    nello scenario di previsione, il rapporto debito/PIL tenderà a risalire lievemente, passando dal 137,8 per cento nel 2024 al 139,8 per cento del 2026, per poi intraprendere un percorso di riduzione a partire dal 2027, anno in cui, secondo le stime aggiornate, si attesterà al 139,6 per cento;

    con riferimento all'indicatore della spesa primaria netta, che sarà considerato come indicatore operativo unico per la valutazione della politica fiscale e la sorveglianza di bilancio nella nuova governance, il documento evidenzia che, per l'Italia, il tetto massimo di crescita della spesa primaria netta raccomandato dalle Istituzioni europee per il 2024 è pari all'1,3 per cento, coerente con un miglioramento del saldo di bilancio strutturale di 0,7 punti percentuali del PIL;

    i dati presentati nel documento mostrano il rispetto delle indicazioni delle Autorità europee per il 2024 relativamente all'evoluzione della spesa primaria netta;

    le previsioni macroeconomiche tendenziali del Documento di economia e finanza (DEF) 2024 sono state validate dall'Ufficio parlamentare di bilancio;

    il Documento di economia e finanza, a completamento della manovra di bilancio 2025-2027, conferma quali collegati alla decisione di bilancio i disegni di legge già indicati nel precedente Documento programmatico e indica, altresì, quale disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica per il 2025 un disegno di legge recante norme di principio in materia di Intelligenza artificiale,

impegna il Governo

a presentare quanto prima il quadro programmatico, nell'ambito del Piano fiscale e strutturale di medio periodo.
(6-00108) «FotiMolinariBarelliLupi».

RISOLUZIONE APPROVATA DAL SENATO

(6-00098) n. 6 (24 aprile 2024)

MalanRomeoGasparriBiancofiore.

Approvata

Il Senato,

        premesso che:

            il Documento di economia e finanza 2024 (DEF 2024), approvato dal Consiglio dei ministri nella seduta dello scorso 9 aprile, aggiorna le stime del quadro dei conti pubblici tendenziali a legislazione vigente per il triennio 2024-2026 ed estende l'orizzonte di previsione al 2027;

            il Documento è stato predisposto in coerenza con le indicazioni fornite dalla Commissione per la predisposizione dei Programmi di stabilità e di convergenza nel periodo di transizione tra le regole del Patto di stabilità e crescita attualmente vigenti e il nuovo quadro di governance in corso di adozione;

            infatti, le nuove regole che entreranno in vigore entro breve prevedono che gli Stati membri definiranno gli obiettivi di politica economica di medio periodo attraverso il Piano strutturale nazionale di bilancio a medio termine (Medium-term fìscal-structural plan) che, per l'anno in corso, dovrà essere presentato al più tardi entro il 20 settembre;

            è, quindi, all'interno del Piano citato che saranno definiti gli obiettivi macroeconomici e di finanza pubblica validi per i prossimi anni;

            alla luce di queste considerazioni, il DEF di quest'anno ha ad oggetto le grandezze di finanza pubblica che emergono dal profilo tendenziale a legislazione vigente e fornisce una stima degli oneri connessi alle politiche invariate per il prossimo triennio;

            il Documento chiarisce che il Governo adotterà iniziative normative volte a ricondurre i valori dell'indebitamento netto tendenziale negli anni 2025 e 2026 agli obiettivi programmatici fissati nella NADEF 2023 e già autorizzati con le risoluzioni di approvazione dei precedenti documenti di programmazione;

            il Documento sottolinea come l'economia italiana nel corso del 2023 abbia dimostrato una resilienza superiore alle attese. Nonostante un quadro macroeconomico connotato da instabilità politica, elevata inflazione e da un ciclo restrittivo di politica monetaria, il PIL ha registrato un incremento dello 0,9 per cento, in decelerazione rispetto al 2022 ma superiore alla media dell'area euro (+0,4 per cento);

            nel complesso, la crescita nel 2023 è stata trainata dalla domanda interna unitamente alla ripresa della domanda estera netta;

            l'attività economica ha ripreso a espandersi a ritmi moderati, intorno a due decimi di punto ogni trimestre e i più recenti segnali disponibili indicano un andamento simile per la prima parte del 2024; tuttavia non devono essere trascurati i rischi di natura geopolitica e ambientale, che restano assai elevati;

            proprio alla luce di tali considerazioni, la previsione tendenziale di crescita del PIL tiene conto di tali fattori d'incertezza e, in via prudenziale, è aggiornata per il 2024 all'1,0 per cento, lievemente al ribasso rispetto allo scenario programmatico della NADEF (1,2 per cento), mentre si prospetta all'1,2 e all'1,1 per cento, rispettivamente, per gli anni 2025 e 2026, un profilo lievemente più contenuto rispetto allo scenario programmatico della NADEF (che li poneva pari all'1,3 per cento per il 2025 e all'1,2 per cento per il 2026). Per il 2027, non considerato nell'orizzonte della NADEF, la crescita è posta allo 0,9 per cento;

            il Documento indica per i l 2023 un deficit pari al 7,2 per cento in termini di PIL, a fronte di un 5,3 per cento previsto con la NADEF 2023; il dato di consuntivo 2023 del deficit è stato rivisto dall'ISTAT al 7,4 per cento in occasione della pubblicazione dei dati di Notifica del 22 aprile. Lo scostamento rispetto alla previsione della NADEF 2023 trova spiegazione nelle maggiori spese legate al superbonus e, più in generale, a una più alta spesa in conto capitale rispetto a quanto atteso;

            al netto dell'impatto sui conti pubblici del 2023 causato dall'ulteriore aumento dei costi legati al superbonus, la previsione a legislazione vigente per il quadriennio 2024-2027 conferma, sostanzialmente, il progressivo rientro dell'indebitamento netto sul PIL lungo tutto l'orizzonte di previsione;

            la previsione per gli anni successivi stima un rapporto deficit/PIL pari al 4,3 per cento nel 2024 (in linea con le previsioni della NADEF 2023), al 3,7 per cento nel 2025 (di 0,1 punti percentuali in rialzo rispetto alle previsioni della NADEF 2023), al 3,0 per cento nel 2026 (a fronte del 2,9 per cento previsto dall'ultima NADEF) e al 2,2 per cento nel 2027 (anno non contemplato nell'orizzonte dalla NADEF 2023). Tale evoluzione corrisponde, in termini strutturali, all'8,0 per cento nel 2023, 4,8 per cento nel 2024, 4,3 per cento nel 2025, 3,7 per cento nel 2026 e 2,8 per cento nel 2027;

            nello scenario di previsione, il rapporto debito/PIL tenderà a risalire lievemente, passando dal 137,8 per cento nel 2024 al 139,8 per cento del 2026, per poi intraprendere un percorso di riduzione a partire dal 2027, anno in cui, secondo le stime aggiornate, si attesterà al 139,6 per cento;

            con riferimento all'indicatore della spesa primaria netta, che sarà considerato come indicatore operativo unico per la valutazione della politica fiscale e la sorveglianza di bilancio nella nuova governance, il Documento evidenzia che, per l'Italia, il tetto massimo di crescita della spesa primaria netta raccomandato dalle Istituzioni europee per il 2024 è pari all'1,3 per cento, coerente con un miglioramento del saldo di bilancio strutturale di 0,7 punti percentuali del PIL;

            i dati presentati nel Documento mostrano il rispetto delle indicazioni delle Autorità europee per il 2024 relativamente all'evoluzione della spesa primaria netta;

            le previsioni macroeconomiche tendenziali del Documento di economia e finanza (DEF) 2024 sono state validate dall'Ufficio parlamentare di bilancio;

            il Documento di economia e finanza, a completamento della manovra di bilancio 2025-2027, conferma quali collegati alla decisione di bilancio i disegni di legge già indicati nel precedente Documento programmatico e indica, altresì, quale disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica per il 2025 un disegno di legge recante norme di principio in materia di intelligenza artificiale,

        impegna il Governo a presentare quanto prima il quadro programmatico, nell'ambito del Piano fiscale e strutturale di medio periodo.