Il Cdm dà il via libera alla legge di bilancio

Nonostante le fortissime tensioni politiche, l’accordo tra M5S e Lega ha retto e lunedì sera il Consiglio dei Ministri ha approvato la manovra economica assieme al decreto fiscale e al decreto “taglia scartoffie” che dovrebbe eliminare quelle leggi che frenano la burocrazia e le imprese. Nel complesso la manovra sarà di 37 miliardi di cui 22 dovrebbero essere finanziati in deficit. Confermate tutte le principali misure annunciate: pace fiscale, stop aumento dell'Iva, avvio del reddito di cittadinanza e della flat tax, taglio delle pensioni d'oro e quota 100.

Stop all’aumento dell’Iva e pace fiscale

Nello specifico è stato previsto lo stop totale dell'aumento dell'Iva che sarebbe dovuto scattare dal 2019 e quello parziale per il biennio successivo. Sulla pace fiscale: al momento è prevista un'aliquota al 20% per sanare il pregresso di chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi e si potrà optare per la dichiarazione integrativa per far emergere fino a un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate entro un tetto di 100.000 euro. Su quest’ultima previsione nei giorni successivi è scoppiata una durissima polemica fra M5S e Lega. Da una parte i pentastellati che accusano l’alleato di aver modificato il testo del decreto fiscale, inserendo delle norme sul condono e lo scudo fiscale per i capitali all'estero. E dall’altra Matteo Salvini che ha rispedito al mittente le accuse e ribadito come il decreto fiscale sia stato approvato da tutti e che il testo non cambierà.

Previsti il taglio delle pensioni d'oro e quota 100

M5S e Lega hanno raggiunto un'intesa per inserire nella legge di bilancio il taglio delle pensioni d'oro, sopra i 4.500 euro netti al mese. Per finanziare il reddito di cittadinanza i 5 Stelle puntavano a introdurre nel decreto fiscale anche i tagli alle pensioni a partire da quelle da 3.000-3.500 euro, una mossa stoppata dai leghisti che hanno dato un sostanziale via libera alla misura in manovra ma con dei paletti: Salvini e i suoi, infatti, non hanno voluto colpire gli assegni sotto i 4.500 euro. Secondo le stime del Governo il ricavo dell’operazione sarebbe intorno a un miliardo di euro spalmato in tre anni. Ma la Lega è riuscita anche a strappare il via libera al superamento della legge Fornero sulle pensioni: con quota 100 potrà andare in pensione chi ha 62 anni e 38 anni di contributi. A beneficiare della misura dovrebbero essere 400.000 persone. Il costo è di 7 miliardi di euro e il meccanismo dovrebbe partire a febbraio.

Reddito e pensioni di cittadinanza

Il reddito e le pensioni di cittadinanza partiranno nei primi tre mesi del 2019. Il contributo da 780 euro, per il reddito di cittadinanza secondo quanto è stato annunciato, verrà caricato sul bancomat e ci sarà un monitoraggio degli acquisti. Il sostegno sarebbe garantito solo a patto di frequentare corsi di formazione e di prestare 8 ore a settimana di lavoro socialmente utile. Il reddito verrebbe meno dopo il rifiuto di tre offerte di lavoro, ma con una specifica "geografica", con l'obiettivo di non penalizzare cioè chi non accetterà come prima offerta un'occupazione al di fuori della propria città o Regione. La misura costa 9 miliardi (di cui 2,6 da attingere dalle risorse già stanziate per il Rei) cui si aggiunge un miliardo, e non più due, per il rafforzamento dei Centri per l'impiego.

Flat Tax, sgravi Ires e tagli ai ministeri

Prevista anche la flat tax al 15% per gli autonomi. L'obiettivo è estendere la platea dei professionisti che optano per il regime di trasparenza con ricavi fino a 65.000 euro; dai 65.000 ai 100.000 euro si pagherebbe un 5% addizionale. Le start up e le attività avviate dagli under 35 avrebbero uno sconto al 5%. Il costo è di circa 600 milioni il primo anno e di 1,7 miliardi a regime. Nella manovra trovano spazio anche gli sgravi Ires sugli utili reinvestiti: l'aliquota al 24% scenderà di 9 punti sugli investimenti in ricerca e sviluppo, in macchinari e in assunzioni stabili; la misura dovrebbe costare 1,5 miliardi di euro. Ci sono poi le norme per le sigarette elettroniche e soprattutto i tagli ai Ministeri (un miliardo di euro l'anno) e alle spese di accoglienza degli immigrati (oltre un miliardo e 300 milioni di euro per il triennio: oltre 500 milioni a partire dal 2019).

L’Ue all'Italia: “Manovra, deviazione grave senza precedenti”

Con una lettera durissima che illustra nel dettaglio la “deviazione senza precedenti nella storia del Patto di stabilità”, la Commissione europea accende ufficialmente i riflettori sul caso italiano, che già preoccupa molti leader in Europa. La questione sarà sul tavolo dei Commissari martedì prossimo, quando firmeranno la bocciatura formale della manovra, e dell'Eurogruppo il 5 novembre, che darà appoggio politico alla decisione dei tecnici Ue. Due passi scontati, se l'Italia entro lunedì non assicurerà, per iscritto, che cambierà la manovra e farà scendere il deficit invece di aumentare la spesa. Il premier Giuseppe Conte, a Bruxelles, ha difeso in più di un’occasione i piani del Governo e ha ridimensionato le accuse dell'Ue senza però trovare grandi sponde tra i colleghi all'Eurosummit: dalla Germania all'Austria, dalla Francia all'Olanda, alla Finlandia e al Lussemburgo, è ampio il fronte di chi chiede il rispetto delle regole comuni. Concetto ribadito anche dal presidente della Bce Mario Draghi, che ha messo in guardia dal contestare le regole Ue perché si danneggia la crescita.

Moscovici e Dombrovskis chiedono una correzione della manovra

Per Bruxelles il bilancio italiano punta a “un non rispetto particolarmente serio degli obblighi del Patto”, a causa di “una espansione vicina all'1% e ad una deviazione dagli obiettivi pari all'1,5%”. La Ue chiede al Governo di dare una risposta ai rilievi entro lunedì 22 ottobre, in tempo perché il collegio dei Commissari possa discuterne martedì. Ma, ricorda, la deviazione è talmente grave, "senza precedenti", che l'Italia rischia l'apertura di una procedura per debito eccessivo da un momento all'altro, per deviazioni che peraltro si trascinano da anni. Non basterà quindi soltanto un'illustrazione più dettagliata delle misure. Per convincere i commissari Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis, firmatari della lettera, il Governo dovrà impegnarsi a cambiare i target, cosa che il premier Giuseppe Conte ha escluso: “Più passa il tempo e più mi convinco che la manovra è molto bella”, ha detto entrando al vertice europeo. "Forse sarà bella, ma questo è un giudizio estetico. Il problema qui è funzionale, giuridico e politico. E' una manovra che non rispetta le regole", ha detto Pierre Moscovici, che ieri a Roma ha avuto modo di spiegare direttamente al ministro dell’economia Giovanni Tria il senso della lettera e dei timori europei. La manovra “non può restare al 2,4% di deficit e con uno scarto del deficit strutturale di un punto e mezzo. Chiediamo una correzione”, ha chiarito il Commissario.

Mattarella auspica la massima collaborazione tra Italia e UE

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che Moscovici ha incontrato in serata, ha auspicato “che ci sia il massimo di collaborazione con l'Italia. E che attraverso il dialogo e il confronto si trovi una intesa”. Tria ha assicurato la massima collaborazione nello spiegare misure e riforme. A fine serata Giuseppe Conte fa sapere che vedrà Jean-Claude Juncker nei prossimi giorni e si dice convinto di poter scongiurare anche un giudizio negativo delle agenzie di rating. L'Italia non è l'unica ad aver ricevuto l'avvertimento di Bruxelles: anche Spagna, Portogallo, Francia e Belgio dovranno rispondere ai rilievi. Ma Roma è in una situazione peggiore delle altre, e anche per questo la Commissione vuole dare un segnale il prima possibile.

Istat, cresce l'attività delle industrie italiane ad agosto

Ad agosto l'industria italiana è in recupero, dopo i cali di luglio, con un aumento del fatturato dell'1,2% rispetto al mese precedente e una crescita anche degli ordinativi del 4,9%. Lo comunica l'Istat, sottolineando che il contributo maggiore alla crescita deriva dalle vendite all'estero che fanno registrare una delle maggiori variazioni dall'inizio del 2016 (+3,1% sul mese e +7% su anno). Su base annua, il fatturato sale del 3,2% e gli ordini dello 0,9%. Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano aumenti congiunturali in tutti i raggruppamenti principali di industrie, a partire dai beni strumentali (+2,2%).

Istat, frenata dei prezzi a settembre

Prezzi in frenata a settembre: secondo l'Istat l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, è diminuito dello 0,5% rispetto al mese precedente. A livello tendenziale, l'inflazione scende a +1,4% rispetto a +1,6% di agosto e alla stima preliminare pari a +1,5%. Il rallentamento dell’inflazione si deve principalmente alla dinamica dei prezzi dei beni alimentari sia lavorati (la cui crescita in termini tendenziali passa da +1,9% a +1,2%) sia non lavorati (da +3,1% a +2,4%) alla quale si aggiunge quella dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,8% di agosto a +2,5%) e dei Beni energetici non regolamentati (da +9,5% del mese precedente a +9,3%), che tuttavia continuano ad aumentare a ritmi sostenuti.

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Settimana economica 13 - 19 ottobre 2018



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