Def, crescita 2018 accelera a +1,6%

La presentazione del Documento di economia e finanza (DEF) dovrebbe avvenire lunedì o martedì della prossima settimana. Il governo uscente è intenzionato a confezionare una versione riepilogativa del quadro macroeconomico tendenziale, a legislazione vigente. Il documento elaborato dal MEF, secondo fonti di stampa, dovrebbe contenere una stima per il 2018 con una revisione al rialzo del Pil dal +1,5%, indicato a settembre, a +1,6%.

Nel biennio successivo potrebbero, invece, farsi sentire gli effetti recessivi dell'aumento dell'Iva e delle accise (misure che, in assenza di correzioni, si tradurranno in oltre 30 miliardi di maggiori imposte complessive), tanto che nello scenario tendenziale le stime indicherebbero un rallentamento dell'economia: nel 2019 e nel 2020 è atteso un valore di crescita del pil rispettivamente all'1,4% e all'1,3%.

Dal ministero dell'Economia precisano che si tratta ancora di ipotesi di studio e che l'assenza di un nuovo governo si configura come un ostacolo al conteggio nel Def delle previsioni legate a decisioni e misure di politica economica.

Dopo il passaggio a Palazzo Chigi, il Def sarà discusso nelle commissioni speciali di Camera e Senato, in assenza delle commissioni Bilancio non ancora costituite, per poi passare nelle aule. Qui ogni partito potrà presentare la sua risoluzione. Se per quel momento ancora non ci sarà un Governo, e quindi una maggioranza parlamentare definita, l’approvazione delle risoluzioni non sarà affatto scontata.

Fmi: Priorità Italia sia risanamento conti

Mentre l'Italia è alle prese con la formazione del prossimo governo, da Washington arrivano suggerimenti su come gestire al meglio i conti pubblici e proseguire nel risanamento del debito. E' il Fondo monetario internazionale a fornire la lista delle cose da fare. Ad averla descritta è Vitor Gaspar, direttore del dipartimento degli Affari fiscali dell'istituto guidato da Christine Lagarde.

Come scritto nel Fiscal Monitor, per l’Italia la priorità è “iniziare un consolidamento fiscale credibile e ambizioso”. Secondo l'Fmi l'Italia può seguire diverse vie per raggiungere l'obiettivo, ovvero può “aumentare le spese di capitale, spostare la tassazione verso i ricchi e le proprietà e ampliare la base imponibile”. Ma l'Fmi dà anche ricette per stimolare la crescita. In particolare la spesa pubblica dovrebbe puntare a “espandere la forza lavoro, aumentare l’accesso alla formazione professionale e incrementare il tasso di partecipazione della componente femminile.

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Settimana economica 14 - 20 aprile 2018



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