Istat: calano fatturato e ordinativi dell'industria

Com’era stato paventato nelle settimane scorse, è arrivata la conferma: il fatturato dell'industria italiana, a dicembre 2018, è diminuito del 3,5% rispetto a novembre, subendo il ribasso più forte sul mercato estero. Lo ha rilevato l'Istat, che su base annua segna una caduta del 7,3% (dato corretto per gli effetti di calendario): si tratta della flessione tendenziale più accentuata dal novembre del 2009. Gli ordinativi dell'industria italiana, a dicembre 2018, sono calati dell'1,8% rispetto al mese precedente mentre su base annua segnano una flessione del 5,3%; anche sul ribasso tendenziale pesa soprattutto la cattiva perfomance registrata sul mercato estero. Tra i settori, l’unico dato in controtendenza è quello dei macchinari, dove le commesse crescono del 5,4 per cento mentre tutti gli altri calano considerevolmente. A preoccupare di più è il settore degli autoveicoli: i ricavi hanno infatti segnato una diminuzione tendenziale del 7,5%, mentre le commesse su base annua sono scese del 18,4% (dati grezzi). Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia ha espresso grande preoccupazione: “Sono dati che fanno riflettere e che impongono un dovere e una responsabilità di tutto il Paese a reagire a un contesto economico che sta rallentando che è arrivato anche in casa essendo il nostro un Paese ad alta vocazione all'export”.

Per Tria è prematuro parlare di una manovra correttiva

Mercoledì il Ministro dell’Economia Giovanni Tria è intervento al question time della Camera ed ha ribadito che per il momento è prematuro parlare di una manovra correttiva. Prematuro ma non escluso. Il Governo potrebbe essere costretto a rimettere mano al bilancio, ma farà di tutto per evitarlo. Già ad aprile, con il documento di economia e finanza, si dovranno aggiornare certamente le previsioni economiche, che fissano la crescita all'1%, ben al di sopra dello 0,2% stimato dall'Ue. Il rischio peggiore per il Governo, secondo le proiezioni, è una sterzata in corso d'anno fino a 9 miliardi, ma il Ministro dell'Economia si mostra convinto che non sarà necessaria: “Sono accantonate risorse per 2 miliardi e appaiono più che sufficienti”. “Certamente nel prossimo Def”, che arriverà come previsto entro il 10 aprile, “si aggiorneranno le previsioni economiche: l'aggiornamento porterà a una valutazione e alla verifica dei saldi che saranno oggetto del confronto con l'Unione europea”. Ma, sottolinea il Ministro, non solo è prematuro parlare di una manovra correttiva, ma l'Ue non potrà chiederci un aggiustamento se il rallentamento dell'economia dovesse derivare unicamente dalla congiuntura economica: in quel caso il “Governo si opporrebbe a politiche di bilancio procicliche che aggraverebbero la flessione”. All'indomani dei dati sul crollo del fatturato industriale, che accompagnano la recessione tecnica nei due ultimi trimestri del 2018, il Governo ha confermato la sua convinzione che gli investimenti, con il piano di dismissioni immobiliari previsto in manovra, e l'effetto di reddito di cittadinanza e quota 100 sui consumi stimoleranno l'economia e i dati alla fine non saranno così catastrofici.

L'Ue boccia la manovra. Scontro con Roma su correzione

Vista da Bruxelles la prima manovra del governo giallo-verde non è in grado di spingere la crescita dell'Italia. Manca ancora una settimana all'approvazione del country report della Commissione Ue ma in una bozza, anticipata da Repubblica, vengono sottolineati gli “effetti nefasti per Pil, deficit e debito”. Anche qualora venissero confermate ufficialmente queste previsioni, non scatterebbe immediatamente la richiesta di una manovra correttiva, che però si farebbe di certo ipotesi più concreta. Simili ragionamenti sono considerati prematuri dal Ministro dell'Economia Giovanni Tria e vengono confutati con maggiore determinazione dal premier Giuseppe Conte: “I fondamentali della nostra economia sono solidi”. Il premier rivendica la propria autonomia e quella dell’Italia, spiegando che Roma non accetterà di “farsi dettare l'agenda”. Secondo fonti di maggioranza, la crescita starebbe girando in negativo come avrebbero evidenziato anche interlocutori all'estero: M5S e Lega starebbero dunque già ragionando sull'architettura di una possibile manovra bis. Il conto fatto dai tecnici arriverebbe a sfiorare i 25 miliardi di euro, oltre dieci volte la posta accantonata in modo prudenziale dal Governo. Un intervento di tale portata sarebbe però da escludere prima dell'estate e il governo sarebbe piuttosto orientato eventualmente a una correzione parziale tra gli 8 e i 9 miliardi, in attesa della legge di Bilancio d'autunno.  “Stiamo parlando del nulla”, taglio corto Matteo Salvini. E al contrario di Bruxelles, il vicepremier confida negli effetti che si dispiegheranno grazie a reddito di cittadinanza e quota 100, affermazioni contestate in più di un’occasione dal presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker che non ritiene determinante l’effetto di tali misure sulla crescita.

Istat, l'inflazione frena allo 0,9%

L'Istat conferma le stime preliminari sull'inflazione a gennaio, con i prezzi che crescono dello 0,9% su base annua e dello 0,1% su base mensile.  La variazione tendenziale è la più bassa da aprile 2018, quando il costo della vita risultò in aumento dello 0,5%. Secondo l’istituto di statistica, il rallentamento dell'inflazione a gennaio è imputabile prevalentemente alla decelerazione dei prezzi dei Beni energetici sia nella componente regolamentata (da +10,7% di dicembre a +7,9%) sia in quella non regolamentata (da +2,6% a +0,3%); tale dinamica è stata in parte mitigata dall'accelerazione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (che passano da +0,6% a +2,2%) e in misura minore dei Beni alimentari non lavorati (da +1,3% a +1,7%). L'inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera da +0,6% registrato nel mese precedente a +0,5%, mentre quella al netto dei soli beni energetici rimane stabile a +0,6%.

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Settimana Economica 16 - 22 febbraio 2019



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