Colloquio telefonico di Tajani con direttrice Fmi su crisi economica Tunisia
Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, ha avuto una conversazione telefonica con la direttrice generale del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva. Al centro del colloquio - il secondo nel giro di poche settimane - la situazione in Tunisia, e in particolare il contesto economico del Paese. Il vicepremier ha voluto in particolare sensibilizzare la sua interlocutrice circa l'urgenza di inviare quanto prima un chiaro segnale di disponibilità ad approvare il pacchetto di sostegno finanziario. "L'Italia è pronta a fare la sua parte per rispondere alle esigenze di finanziamento della Tunisia", ha osservato il vicepremier, "la sua stabilità e sicurezza sono strettamente legate non solo a quelle dell'Italia, ma dell'intera Europa". "Sono più che mai urgenti azioni decisive da parte delle autorità tunisine, insieme a una solida assistenza esterna" ha proseguito Tajani.
La telefonata con Georgieva si inserisce nel contesto di un'azione a tutto campo dell'Italia a sostegno del popolo tunisino che si articola sia a livello bilaterale - con fitti contatti del ministro Tajani con i principali omologhi internazionali e in particolare con il Ministro degli Esteri tunisino, Nabil Ammar - sia a livello europeo. Su esplicita richiesta del vicepremier, infatti, una discussione sulla Tunisia e su possibili interventi finanziari da parte dell'Ue è stata inserita all'ordine del giorno dell'ultimo Consiglio Affari esteri dell'Unione europea tenutosi lunedì scorso.
Lagarde rassicura sulle banche, pronti a intervenire
Christine Lagarde rassicura i mercati e i correntisti mentre il settore bancario è in fibrillazione: la Bce "è pienamente attrezzata per fornire, se necessario, un sostegno di liquidità al sistema finanziario dell'area dell'euro e per preservare la regolare trasmissione della politica monetaria". Negli ultimi 10 giorni la Silicon Valley Bank, specializzata in finanziamenti alle start up, è collassata, così come altri due istituti di credito statunitensi, innescando una catena di forti ribassi sui listini europei, con gli investitori che temono un possibile contagio. Ma la presidente della Bce chiarisce: "Il settore bancario dell'area euro è resiliente, con forti posizioni di capitale e liquidità". Poi specifica: "Valutiamo la capacità delle banche di gestire il rischio, facciamo esercizi regolari. La liquidità e le posizioni patrimoniali delle banche europee sono molto soddisfacenti, con coefficiente di copertura". Nel corso di una lunga audizione in Commissione al Parlamento Ue, Lagarde entra più volte nello specifico per far sapere che l'esposizione delle banche europee al Credit Suisse "è molto molto limitata". Poi fa notare che i casi della Silicon Valley Bank e quello della banca elvetica sono "molto diversi" tra loro, "non credo si possa parlare della stessa causa e della stessa diagnosi". E ancora: "Accolgo con favore l'azione rapida e le decisioni prese dalle autorità svizzere. Queste azioni sono state fondamentali per ripristinare condizioni di mercato ordinate e garantire la stabilità finanziaria".
Lo scenario economico globale resta fortemente condizionato da due fattori: l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e la conseguente corsa dell'inflazione. Una dinamica che da mesi ha spinto le banche centrali ad una politica di forte rialzo dei tassi di interesse. Lagarde annota: "Si prevede che l'inflazione rimarrà troppo alta per troppo tempo". La scorsa settimana il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di aumentare di 50 punti base i tre tassi di interesse chiave, ricorda la governatrice, "in linea con la nostra determinazione a garantire il tempestivo ritorno dell'inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2%". "L'elevato livello di incertezza - prosegue - rafforza l'importanza di un approccio dipendente dai dati per le nostre decisioni sui tassi ufficiali, che saranno determinate dalla nostra valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell'inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria. I tassi di interesse chiave della Bce rimangono il nostro strumento principale per definire l'orientamento della politica monetaria".
Tajani: sui tassi consiglierei maggiore prudenza alla Bce
"Non si combatte un'inflazione esogena continuando ad alzare i tassi di interesse, perché poi a pagare un prezzo è la crescita. In Italia e in Europa si abbatte l'inflazione mettendo il tetto al prezzo del gas, non mettendo il tetto al costo del denaro". Così Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri intervenendo alla due giorni di Feuromed a Napoli. "Nella sua indipendenza - ha aggiunto Tajani - consiglierei maggiore prudenza alla Bce, come hanno fatto molti rappresentanti di quella libera istituzione perché questo influisce anche sull'azione del Mediterraneo, dove le imprese devono essere messe in condizione di poter competere".
"Durante l'annuncio dell'aumento dei tassi di interesse di 0,50 - ha successivamente aggiunto Tajani tornando sull'argomento a margine dell'evento con i cronisti - non si è parlato più di nuove decisioni in questa direzione e quindi si va nella direzione indicata dal governatore della Banca d'Italia Visco che condivido così come quella del presidente dell'associazione bancaria italiana Patuelli".
Credito: Visco, siamo al riparo dal contagio
Il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, in una intervista a "Repubblica" si è soffermato sui casi Silicon Valley e Credit Suisse: "In realtà – ha spiegato - si sono sovrapposte due grandi perturbazioni, che sono in aree con cui abbiamo molto a che fare sia sul piano dell'economia reale che della finanza, ma che vedono il sistema finanziario europeo non direttamente coinvolto. Abbiamo un problema di concentrazione di bilanci e di gestione un po' incerta, per essere eufemistici e gentili, della banca californiana, regionale, sottoposta a un sistema di sorveglianza diverso da quello nostro". L'altro caso, Credit Suisse, "è sicuramente diverso: una banca che aveva difficoltà in una componente, quella della banca d'investimento era contemporaneamente banca d'investimento internazionale fuori dai confini svizzeri e banca di deposito molto importante in Svizzera, una banca commerciale che andava bene, mentre la componente d'investimento aveva difficoltà. C'è stato un detonatore, come quello della Silicon Valley Bank: questo ha allertato i mercati, ponendo maggiore attenzione".
Il problema – ha osservato inoltre il governatore - è "sostanzialmente di rischi di contagio, perché la fiducia è qualcosa di impalpabile che bisogna mantenere con una capacità di risposta sul fronte della liquidità. Ne abbiamo discusso nei giorni scorsi con le principali banche centrali, Bce, Federal Reserve, Banca del Giappone, Banca d'Inghilterra e Banca del Canada: non abbiamo nelle nostre banche problemi di capitalizzazione, di liquidità. Chiaramente difficoltà ci sono sempre e vanno affrontate caso per caso, ma non c'è quella spinta sistemica endogena che ci fa in qualche modo preoccupare". Perché l'inflazione sia sotto controllo, infine, serve "una combinazione di due fattori: il primo è che non ci siano rincorse salariali, i salari devono aumentare perché aumenta la produttività, l'inflazione è una tassa che va assorbita rapidamente compensando con le misure mirate quelli che più soffrono. Noi – ha concluso Visco - ci aspettiamo un'inflazione che torni rapidamente al 2%, e quella è la stella polare. Contemporaneamente ci aspettiamo che le imprese che hanno accresciuto sicuramente i prezzi trasferendovi i maggiori costi dell'energia, ora con i costi dell'energia più bassi tornino indietro".
Lavoro: nel 2022 frena calo disoccupazione, -80mila unità senza lavoro
Nel 2022 il numero di disoccupati misurato dalle dichiarazioni di immediata disponibilità (Did), si è ridotto di 80.000 unità, meno rispetto al calo del 2021 (-300.000). In linea con i dati dell'Istat, che segnalano una diffusa crescita dei tassi di partecipazione, i flussi di nuovi ingressi nello stato di disoccupazione rimangono consistenti: sono aumentati in tutte le fasce di età e soprattutto nel Mezzogiorno. È quanto si legge nella nota redatta congiuntamente dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, dalla Banca d'Italia e dall'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (Anpal). Emergono dall'analisi ampie differenze territoriali sul fronte dei dati della disoccupazione. Tra le regioni più grandi, il calo di disoccupati amministrativi si è attenuato in Campania e si è arrestato in Lombardia, Lazio, Sicilia ed Emilia-Romagna; si è invece intensificato in Veneto. Nel secondo semestre del 2022, al calo delle uscite dallo stato di disoccupazione connesse con l'ottenimento di un impiego (circa un quinto in meno nel confronto con gli stessi mesi del 2021) si è associato un incremento del numero di lavoratori che sottoscrivono mensilmente una nuova Did (quasi il 10% in più rispetto all'anno precedente). In linea con i dati dell'Istat, che segnalano una diffusa crescita dei tassi di partecipazione, questi flussi si sono rafforzati in tutte le classi di età, aumentando soprattutto nel Mezzogiorno.