L’accordo di Governo tra Movimento 5 Stelle e Lega seguito dall’incarico a Giuseppe Conte di formare un Governo hanno dovuto fare subito i conti con le pressioni dello spread, schizzato ad un passo da quota 200, con il calo della Borsa di Milano e con i giudizi negativi delle agenzie di rating, ma soprattutto con le dichiarazioni di molti esponenti della Commissione Europea e della Bce.

Ue preoccupata per la tenuta dei conti pubblici, ma rinvia giudizio 

La Commissione Europea ha annunciato che invierà un messaggio molto dettagliato per elencare tutte le debolezze dell'economia italiana sulle quali occorre intervenire, prima fra tutte il debito pubblico troppo elevato. Bruxelles non vuole andare allo scontro e quindi non calcherà troppo la mano, concetto espresso molto chiaramente ieri sull'Handelsblatt dal vicepresidente della Commissione Ue e guardiano dei conti pubblici Valdis Dombrovskis: “Il nuovo governo mantenga la rotta e porti avanti in modo responsabile la politica di bilancio”.

Per il momento l'Italia non rischia nessuna procedura per debito eccessivo per il 2017, perché la crescita più ampia del previsto ha ridotto la deviazione dei conti pubblici. Il problema si sposta quindi sul 2018, anno in cui la Commissione si aspettava una correzione da 0,3% che non c’è stata e che non è stata messa in cantiere nel Def. Con il peggioramento del saldo strutturale di un ulteriore 0,3% nel 2019, la deviazione dall'obiettivo di risanamento concordato si allarga a 0,6%. I Commissari, pur sottolineando il rischio di violazione significativa del Patto di stabilità, sono concordi nel rinviare il giudizio definitivo, aspettando prima di tutto il Def aggiornato e poi i dati consolidati del 2018 che arriveranno soltanto a primavera 2019.

Bce preoccupata dal debito italiano

Anche la Bce lancia l'allarme sui debiti sovrani con un occhio all'Italia. Nonostante “gli sviluppi complessivamente favorevoli negli ultimi trimestri” in fatto di crescita, “i rischi per alcuni emittenti sovrani dell'eurozona rimangono”, scrive la Banca centrale nel suo rapporto sulla stabilità finanziaria. L'aumento dei tassi dei titoli di Stato italiani, aggiunge il vicepresidente della Bce Vitor Constancio, sono “una fonte di preoccupazione”

Nel rapporto della Bce si legge che il “deterioramento dell'ambiente di crescita” potrebbe “avere un impatto pronunciato sulle prospettive fiscali e, per estensione sul sentiment dei mercati nei confronti dei debiti sovrani di alcuni Paesi (tra cui l’Italia) dell'area euro”. Tutto sommato, spiega l'Eurotower, “l'eurozona è diventata più resiliente e meglio preparata a sopportare possibili shock finanziari provenienti dall'ambito internazionale”.

Ciò nonostante, Constancio ammonisce l'Italia a non uscire dalla strada del consolidamento fiscale. In effetti i rischi sul finanziamento del debito potrebbero aumentare ancora. Giovedì lo spread ha terminato la giornata a 193 punti base, ancora in lieve incremento dai 191 punti di mercoledì. Inoltre ricorda che i tassi potrebbero aumentare ancora se la Bce cominciasse a chiudere i rubinetti del quantitative easing da settembre 2018.

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La Settimana Economica 19-25 maggio 2018



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