BCE vede ancora nubi sulla crescita
Nuovi lockdown a singhiozzo e nubi nere ancora addensate sulla futura crescita dell'eurozona. La Bce non ha dubbi, le prospettive restano nettamente orientate al ribasso, riflettendo il ritorno dei contagi e della paura sull'area sorvegliata finanziariamente dall'istituzione guidata da Christine Lagarde. Il rischio principale, avvertono i membri del Consiglio direttivo della Bce, è quello di continui stop and go all'economia. Per Francoforte le restrizioni non sono finite. Anzi, nei prossimi mesi “ci si può aspettare che le misure di contenimento diventino più rigorose e durino più a lungo di quanto previsto in precedenza”. Per il direttivo di Francoforte i mesi invernali saranno “impegnativi” in termini misure di contenimento del virus e potrebbe proprio “rivelarsi necessaria una sequenza di blocchi temporanei”, che siano attivati e disattivati come da interruttore. Di conseguenza, la traiettoria di crescita potrebbe essere “più irregolare di quanto previsto”. In questo limbo i mercati finanziari sembrano aver retto il colpo. La Bce evidenzia infatti “a differenza della primavera”, durante la prima ondata, “finora non si è verificata una fuga diffusa verso beni rifugio”. Gli investitori europei non si sono dunque rifugiati in massicci acquisti di oro o altri beni poco sottoposti a forti svalutazioni. Inoltre, gli spread si sono “ulteriormente abbassati” e su questo punto Francoforte sottolinea come non ci sia stato “un solo Paese dell'area euro che non abbia beneficiato di rendimenti negativi”. Dal suo canto la Bce ribadisce il proprio impegno a sostenere la crescita dell'eurozona anche al termine dell'emergenza sanitaria. Secondo il capo economista dell'Eurotower Philip Lane, in particolare, le politiche monetarie rimarranno essenziali “anche post-pandemia, dato che è probabile che il colpo macroeconomico persista anche dopo che le soluzioni che saranno state implementate in ambito sanitario”. Tra le misure sostenute da Francoforte, oltre che la messa in atto del Recovery Fund, che deve “diventare operativo senza indugi” anche azioni di contrasto ai crediti deteriorati del settore bancario.
Gentiloni, usare Recovery per sciogliere i nodi che bloccano crescita italiana
Il programma Next Generation Eu dovrà essere utilizzato non solo per rimettere in piedi l'economia europea, ma anche per le grandi trasformazioni, quella ambientale e quella della digitalizzazione, e per cercare di “prendere di petto” i fattori che hanno rallentato negli ultimi decenni la crescita italiana. Lo ha detto il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, alla presentazione del rapporto 2020 di Italiadecide. Il commissario ha spiegato che Next Generation Eu dovrà essere utilizzato “per l'obiettivo non solo di rimettere in piedi l'economia europea”, ma anche “per le grandi trasformazioni, quella ambientale e quella della digitalizzazione”. Gentiloni ha ricordato che per un certo periodo coesisteranno sfide di emergenza e sfide di prospettiva. “A maggior ragione deve essere chiaro che bisogna utilizzare le risorse europee, e il loro carattere straordinario va in questa direzione, per le sfide di prospettiva. Perché per le sfide di emergenza le decisioni prese sulle regole di bilancio e le decisioni della Bce consentono ai governi di reagire e di spendere. E il governo italiano lo ha fatto come lo ha fatto la stragrande maggioranza dei governi europei”, ha detto il commissario. “Quella partita europea va giocata sul futuro, sulla trasformazione, sulla qualità, sulla resilienza, che vuol dire rendere le nostre società più inclusive, più giuste e più capaci di sopportare queste crisi”, ha aggiunto. “Credo che questa sfida dei piani di rilancio delle nostre economie siano davvero una grandissima occasione per spostare la bilancia sul piatto della fiducia. Perché abbiamo visto, con le prime risposte di questa primavera, che questo è assolutamente possibile. Abbiamo un po' anche stupito altri cittadini d'Europa e del mondo per il livello di coesione che abbiamo mostrato in quella fase”, ha ricordato.
Il Governo pensa a una legge quadro per il Recovery plan
Il dossier che più sta a cuore alla maggioranza e Giuseppe Conte è quello del Recovery plan. Nel Governo si sta lavorando a una legge quadro, a una norma che disegni le competenze e i perimetri dell'utilizzo dei fondi. Per il Pd è naturale che la cabina di regia debba rimanere a palazzo Chigi, con il coinvolgimento di tutti i Ministri. Il piano dell'esecutivo è quello di specificare tutti gli enti attuatori e di creare uffici Recovery nei ministeri, coinvolgendo anche le parti sociali e le Regioni. Sono tanti i capitoli di spesa, ma proprio da questo dossier dipenderà la compattezza della maggioranza: “Sul Recovery fund sono fiducioso che il Consiglio Ue di dicembre sarà quello risolutivo”, l'auspicio del premier. La data cerchiata in rosso è quella del 9 dicembre, quando il premier Giuseppe Conte farà le comunicazioni in vista del Consiglio Europeo sulle quali ci sarà un voto del Parlamento. Italia viva non demorde e chiede una parola definitiva del premier sul Mes; “Gualtieri dovrà dire apertamente che il Governo non lo utilizzerà mai”, dice un Ministro del Movimento 5 stelle, facendo capire che il pressing nei confronti del responsabile dell'Economia affinché prenda una posizione netta è sempre più forte.
Per il Ministro dell’Economia ci sarà una manovra da 39 mld con stimolo espansivo da 70 mld
Il Ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, in audizione sulla legge di bilancio è stato chiaro: “La manovra di bilancio ha un valore di circa 39 miliardi. Al netto del nuovo scostamento siamo a oltre 70 miliardi di stimolo espansivo”. “La manovra - ha precisato il Ministro - attua una significativa espansione di bilancio per il 2021 valutabile in circa 39 miliardi. Rispetto a questo totale, 24,6 miliardi saranno ottenuti con le misure previste dal disegno di legge di bilancio nell'ambito del maggior deficit autorizzato dal Parlamento nelle scorse settimane (dal 5,7% tendenziale al 7% programmatico), e ulteriori 14,5 miliardi attraverso l'impiego delle risorse del Next Generation Eu”. “Non dobbiamo comunque dimenticare che nel 2021 avranno effetti anche le misure adottate nel corso di quest'anno, che mobiliteranno risorse per circa 31 miliardi netti. Al netto del nuovo scostamento, siamo quindi nel complesso a oltre 70 miliardi di stimolo espansivo”, ha spiegato. La manovra, ha ricordato, si articola in otto ambiti: sanità, tutela e rilancio dell'occupazione, famiglia e politiche sociali, scuola, università e ricerca, investimenti pubblici e privati per lo sviluppo del Paese, sud e coesione territoriale, riduzione della pressione fiscale, contrasto dell'evasione.
Il Ministro dell’economia ha poi ribadito che “l'incremento del 16,1% registrato dal Pil nel terzo trimestre è stato superiore al 13,6% prudentemente ipotizzato nella Nadef e, stante l'attuale stima Istat per il terzo trimestre, la previsione di contrazione del Pil 2020 (-9,1% sui dati trimestrali e -9% su quelli annuali) lascia spazio per una caduta congiunturale nel quarto trimestre fino al 4 per cento. Cioè, fino al 4 per cento di riduzione del Pil nel quarto trimestre manterrebbe il dato finale sul 2020 pari a quello che abbiamo stimato (-9 per cento) e questo per effetto appunto del terzo trimestre più positivo delle nostre previsioni”. Per quanto riguarda l’uscita dalla crisi Gualtieri ha affermato: “Le possibilità di ripresa del 2021 sono ancora aperte anche mettendo in conto un avvio di anno più contrastato di quanto precedentemente ipotizzato. La valutazione delle prospettive di ripresa del Pil nel 2021 terrà anche conto dell'impulso fornito da ulteriori misure aggiuntive, che il Governo potrà adottare all'inizio del nuovo anno calibrando la richiesta di un nuovo scostamento di bilancio in base a una valutazione aggiornata delle prospettive dell'epidemia e delle relative misure di contenimento”.
Il Governo è al lavoro sul decreto ristori quater
Il quarto decreto Ristori potrebbe portare in dote la cig di Natale, ovvero un bonus di circa 500 euro per i lavoratori in cassa integrazione, da finanziare con 1,6 miliardi, una misura costosa, su cui non è stata ancora presa una decisione, ma che è stata discussa nel corso dell'incontro tra Roberto Gualtieri e i capigruppo della maggioranza. Dopo il via libera delle Camere allo scostamento, si punta a varare domenica il nuovo decreto, per poi inviarlo in GU la sera stessa, in tempo per sospendere le scadenze fiscali del giorno successivo. Il nuovo dl Ristori dovrebbe ridefinire così il calendario fiscale spostando anche i versamenti di dicembre ad aprile e ampliando la platea dei beneficiari: lo stop degli acconti Irpef, Ires, Irap del 30 novembre dovrebbe riguardare tutte le partite Iva e le imprese fino a 50 milioni di fatturato che hanno subito perdite di almeno il 33% del volume d'affari del primo semestre rispetto allo stesso periodo del 2019. Saranno sospesi i versamenti Iva, i contributi previdenziali e le ritenute fiscali dei dipendenti di metà dicembre e l'acconto annuale dell'Iva in scadenza il 27 dicembre. Dovrebbe entrare nel decreto anche la proroga delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio del 10 dicembre per coloro che hanno debiti in sospeso con il fisco; il nuovo termine dovrebbe essere spostato al primo marzo. Il M5S spinge anche per nuovi contributi a fondo perduto per partite Iva e autonomi. Dovrebbero poi essere rifinanziati il reddito d'emergenza e le misure a sostegno dei genitori con i figli in quarantena. La prossima settimana il decreto sarà poi assorbito nel pacchetto Ristori all'esame delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato, con l'obiettivo di concludere l'esame nelle Commissioni e arrivare in Aula prima di Natale, per consentire poi un rapido passaggio alla Camera per l'approvazione definitiva, visto che il primo dl Ristori scade il 27 dicembre.