L'Istat conferma le stime del Governo e certifica che il prodotto interno lordo italiano è cresciuto dell'1,5% nel 2017. Il rapporto deficit/pil si attesta all'1,9% mentre il rapporto debito-Pil dell'Italia è risultato pari al 131,5%, in calo rispetto al 132,0% del 2016.
Il dato è lievemente migliore rispetto alle indicazioni dell'esecutivo, che nella Nota di aggiornamento al Def aveva previsto un rapporto in calo al 131,6%. L'avanzo primario è ancora una volta positivo salendo all'1,9% dall'1,5% del 2016. Il saldo è positivo da 8 anni consecutivi. Il dato positivo sulla crescita contribuisce al miglioramento anche di quello sulla pressione fiscale, scesa al 42,4% nel 2017 rispetto al 42,7% del 2016. Negli anni precedenti era stata pari al 43,3% nel 2014 e 43,2% nel 2015.
Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha commentato positivamente i nuovi risultati: “Abbiamo ricevuto dall'Istat dei dati molto incoraggianti per la nostra economia, non solo per la conferma della crescita finalmente rilevante ma anche il calo del debito pubblico”.
Secondo il premier i dati “non dipingono un Paese che ha risolto i propri problemi ma un'economia che migliora e può produrre una società che migliora. E' questo l'obiettivo per i prossimi anni: non andare fuori strada, non dilapidare i risultati raggiunti”. Secondo Gentiloni la crescita, il calo record del deficit, la riduzione della pressione fiscale e del debito necessitano di proseguire con estremo rigore il cammino intrapreso in questi anni.
Soddisfatto anche il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan che in un twitt ha dichiarato “Lasciamo al prossimo Parlamento i conti pubblici in ordine (deficit in calo da quattro anni, debito stabilizzato e in calo dopo anni di aumento) e una crescita in linea con il periodo ante-crisi. La politica del sentiero stretto richiede impegno e pazienza ma dà frutti solidi”.
Intanto la disoccupazione a gennaio è risalita all'11,1% (+0,2 punti percentuali rispetto a dicembre). Lo rileva l'Istat, spiegando che il tasso non aumentava da luglio. La stima delle persone in cerca di occupazione torna a crescere (+2,3%, +64mila) dopo cinque mesi consecutivi di calo. Il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni, invece, a gennaio scende al 31,5% (-1,2 punti).
Dati in netto miglioramento anche sul fronte femminile, con l'occupazione delle donne che a gennaio ha toccato un record storico, salendo al 49,3%. L'Istat aggiunge poi che il tasso di inattività delle donne è sceso al 43,7%, anche in questo caso un minimo assoluto. La percentuale del lavoro tra le donne resta comunque di quasi 20 punti percentuali inferiore a quello degli uomini (67%).
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