Domenica Von der Leyen, Meloni e Rutte saranno a Tunisi

Di nuovo in Tunisia, ma questa volta con al suo fianco Ursula von der Leyen e Mark RutteGiorgia Meloni domenica tornerà nel Paese nordafricano. L'obiettivo è arrivare a un'intesa con la Tunisia che da un lato sblocchi i sostegni finanziari europei e del Fmi e dall'altro preveda il rigoroso impegno del Paese nordafricano su riforme e stabilità del Mediterraneo. La strategia di Roma è giungere a un compromesso il prima possibile: il dossier tunisino da settimane preoccupa il Governo e se il Paese tornasse nel caos l'allarme flussi migratori sarebbe una naturale conseguenza. La missione di domenica prossima è stata concordata da von der Leyen, Meloni e Rutte a margine del summit della Comunità politica europea del primo giugno in Moldavia. Per tutti una Tunisia stabile è necessaria e, allo stesso tempo, un accordo con il Paese nordafricano farebbe da pivot a quella strategia della dimensione esterna della migrazione che, a Bruxelles, finora ha stentato a decollare. È difficile che già domenica si arrivi a un accordo. Ma dagli Stati Unitil'Fmi, che finora non aveva dato segnali di apertura di fronte alle resistenze alle riforme di Saied, ha sottolineato di essere “un forte partner della Tunisia. Il nostro impegno continua ed è pronto a sostenerla nei suoi sforzi di riforma economica”, ha spiegato il direttore del dipartimento comunicazione Julie KozackLagarde (Bce): “le pressioni dell'inflazione restano alte”

"Le pressioni inflazionistiche di fondo rimangono alte" e "non ci sono prove chiare che l'inflazione sottostante abbia raggiunto il picco". Lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, in audizione alla commissione Economica del Parlamento europeo. 

"L'inflazione al netto di energia e alimentari è scesa al 5,3% a maggio dal 5,6% di aprile", ha ricordato Lagarde, indicando che "le pressioni al rialzo sull'inflazione primaria e di fondo continuano a provenire dalla trasmissione dei passati aumenti del costo dell'energia e delle strozzature dell'offerta, che tuttavia dovrebbero attenuarsi gradualmente". "Gli ultimi dati disponibili suggeriscono che gli indicatori delle pressioni inflazionistiche di fondo rimangono elevati e, sebbene alcuni mostrino segni di moderazione, non vi è alcuna chiara evidenza che l'inflazione di fondo abbia raggiunto il picco", ha evidenziato la presidente della Bce. "Le pressioni sui salari - ha spiegato ancora - si sono ulteriormente rafforzate man mano che i dipendenti recuperano parte del potere d'acquisto perso a causa dell'elevata inflazione. E in alcuni settori le imprese sono state in grado di aumentare i margini di profitto grazie agli squilibri tra domanda e offerta e all'incertezza creata dall'inflazione elevata e volatile".

Giorgetti: “crescita oltre l'1%. Non rinunceremo a nessun finanziamento Pnrr”

"Manterremo la capacità di stupire, sul 2023 la crescita indicata è dello 0,9% il nostro obiettivo è tra l'1,2 e l'1,4 mentre nelle nostre proiezioni di bilancio abbiamo messo solo l'1%". Lo ha detto il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti ad un evento di Bloomberg. "Sono fiducioso - ha aggiunto - che dovremo raggiungere i risultati che abbiamo appena accennato". 

"Non voglio rinunciare proprio a niente se i fondi del Pnrr sono convenienti" ha continuato Giorgetti sottolineando che "dobbiamo valutare quali siano gli investimenti più produttivi in termini di capacità di crescita per il Paese e se qualche progetto non è più attuale è nostro dovere rivederlo". Un eventuale fallimento dell'Italia sarebbe "un colpo d'immagine", ha detto sottolineando che "anche la commissione europea ha interesse che l'Italia investa e si muova bene". "Usciamo dal dibattito politico in questo scontro tra burocrazia italiano ed europea".

Bankitalia, Panetta senza rivali. L'Italia punta anche alla Bei

La corsa per aggiudicarsi il posto di Ignazio Visco come nuovo governatore della Banca d'Italia è iniziata ormai ufficialmente, ma stando a quanto si è fatto scappare il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, sarebbe anche già finita. Troppo forte la candidatura di Fabio Panetta, attualmente nel board della Bce, il leghista non sembra avere molti dubbi su chi siederà sulla poltrona che lascerà libera Visco a fine ottobre: "Il nome lo abbiamo in mente, ma preferisco lasciarlo fare ai giornali". Giorgetti è invece più esplicito sul suo predecessore Daniele Franco per la guida del Bei, la Banca europea degli investimenti: "È una figura di alto profilo, una candidatura solida".

Il numero uno di via XX settembre si è poi soffermato sul Pnrr e sulla complicata trattativa con l'Ue per la rinegoziazione del Pianoche resta in alto mare. Giorgetti difende la complessità del progetto italiano che definisce "il più grande e ambizioso d’Europa" e poi ammette il problema relativo alle burocrazie" che stiamo cercando di snellire". Il ministro ribadisce di non volere "rinunciare a niente" dei fondi assegnati da Bruxelles all’Italia "in particolare se si tratta di risorse a tassi convenienti". Intanto da Bruxelles, il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, ha ribadito che l’Italia dovrebbe "cogliere questa meravigliosa opportunità piuttosto che vedere cosa non c’è e in cosa siamo in ritardo. Per l'Italia, l'impatto è tanta roba".

Visco: politica Bce corretta, ma sarei stato più graduale

La politica monetaria è sicuramente quella corretta, anche se in questo momento forse avrei spinto per una gradualità maggiore. Lo ha affermato il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco durante il Festival internazionale dell'Economia di Torino, commentando la politica della Banca centrale Europea. "Mi aspetto che l'inflazione di fondo rifletta la riduzione del costo dell'energia. La politica monetaria è quella corretta per tenere sotto controllo le spinte di domanda possibili e garantire il rientro sull'obiettivo di stabilità dei prezzi", ha concluso ViscoIstat, nel 2023 Pil in crescita dell'1,2%, nel 2024 +1,1%

Il Pil italiano è atteso in crescita sia nel 2023 (+1,2%) sia nel 2024 (+1,1%), seppur in rallentamento rispetto al 2022. Lo rileva l'Istat nel Report "Le prospettive per l'economia italiana". Ci si attende - sottolinea l'Istat - che i consumi delle famiglie residenti e delle Isp (istituzioni sociali private al servizio delle famiglie) segnino, in linea con l'andamento dell'attività economica, un aumento nel 2023 (+0,5%), che si rafforzerà l'anno successivo (+1,1%), "grazie all'ulteriore riduzione dell'inflazione associata a un graduale recupero delle retribuzioni e al miglioramento del mercato del lavoro". 

Nel primo trimestre di quest'anno, dopo un lieve calo a fine 2022, è proseguita la fase di espansione dell'economia italiana (+0,6% la variazione congiunturale), portando la crescita acquisita del 2023 a +0,9%. Nel biennio di previsione, spiega l'Istat, l'aumento del Pil verrebbe sostenuto principalmente dal contributo della domanda interna al netto delle scorte (+1,0 punti percentuali nel 2023 e +0,9 punti nel 2024) e da quello più contenuto della domanda estera netta (+0,3 e +0,2 punti). Nel 2023, le scorte dovrebbero fornire un marginale contributo negativo -0,1 punti a cui ne seguirebbe uno nullo nel 2024. I consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private dovrebbero crescere grazie all'ulteriore riduzione dell'inflazione associata a un graduale recupero delle retribuzioni e al miglioramento del mercato del lavoro. Gli investimenti manterranno ritmi di crescita elevati, rispetto alle altre componenti con un aumento del 3,0% nel 2023 e del 2,0% nel 2024, in decelerazione rispetto al biennio precedente. Nel biennio di previsione, l'occupazione, misurata in termini di unità di lavoro (Ula), segnerà una crescita in linea con quella del Pil (+1,2% nel 2023 e +1% nel 2024). Il miglioramento dell'occupazione si accompagnerà a un calo del tasso di disoccupazione che scenderà al 7,9% quest'anno e al 7,7% nel 2024. 



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