I mercati tengono dopo il voto
Per i mercati finanziari le elezioni italiane hanno portato uno degli esiti più temuti, ovvero una possibile ingovernabilità. Restano ancora molti interrogativi e la reazione dei grandi investitori pare quella di chi stia alla finestra in attesa di capire i reali rapporti di forza tra i partiti e soprattutto quali saranno gli accordi per la nascita del prossimo Governo.
La prima reazione ha generato qualche tensione sull'andamento di euro, spread e Piazza Affari, ma alla fine della giornata di lunedì, in Borsa non si sono registrati movimenti scomposti. Anche perché l'incertezza italiana trova un contrappeso nelle garanzie date all'Europa dall'incassato supporto al governo di Angela Merkel dalla base della Spd, in Germania.
L'euro ha subìto uno scossone con gli exit poll delle nostre elezioni, annullando gli effetti positivi giunti da Berlino. La moneta unica è scesa inizialmente sotto 1,23 dollari, ma ha poi recuperato terreno per arrivare a chiudere addirittura in rialzo a 1,2323 dollari e a 130,49 yen. Lo spread tra Btp e Bund si è inizialmente ampliato di una decina di punti base superando la soglia di 140 punti, con il rendimento del decennale italiano che si è portato nei pressi del 2%. Anche in questo caso, il movimento è in parte rientrato e alla chiusura degli scambi europei il differenziale è a 135 punti.
Lo scenario economico si mantiene favorevole
L'orizzonte dell’economia italiana resta positivo. È quanto evidenzia l'Istat nella sua nota mensile sull'andamento dell'economia. Secondo l’istituto di statistica in un quadro economico internazionale positivo caratterizzato dal miglioramento del commercio internazionale, l'economia italiana mantiene un profilo espansivo.
Crescono i prezzi alla produzione dell’industria
Secondo l’Istat a gennaio 2018 i prezzi alla produzione dell’industria sono aumentati dello 0,7% rispetto al mese precedente e dell’1,7% nei confronti di gennaio 2017. Sul mercato interno, i prezzi alla produzione dell’industria crescono dello 0,8% rispetto a dicembre e dell’1,8% su base tendenziale.
Per il mercato estero, l’indice dei prezzi alla produzione dell’industria aumenta dello 0,2% rispetto al mese precedente (con una variazione positiva dello 0,3% per l’area euro e nulla per quella non euro). Il contributo maggiore all’incremento è determinato, per il mercato interno, dall’energia (+0,8 punti percentuali); per il mercato estero il contributo maggiore è determinato dai beni intermedi per entrambe le aree (rispettivamente, +1,2 punti percentuali per l’area euro e +0,6 per l’area non euro).
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