La Commissione Europea ha pubblicato le previsioni economiche di primavera. Secondo il documento, il Pil italiano crescerà dello 0,9% nel 2017, per poi accelerare leggermente all'1,1% nel 2018. Si tratta, val la pena ricordarlo, del più basso tasso di crescita dell'intera Ue, ed è nettamente più basso della media dell'eurozona (1,7% nel 2017 e 1,8% nel 2018) e di quello dell'Ue a 28 stati membri (1,9% in entrambi gli anni).

L’espansione della domanda interna è stato il maggior fattore di crescita italiano nel 2016, assieme alla ripresa degli investimenti, sostenuta dalla politica accomodante della Bce. Nel 2017 accelerano anche le esportazioni. Secondo le stime, quest’anno il debito pubblico raggiungerà il 133,1% del Pil (nel 2016 era il 132,6%), per poi scendere al 132,5% nel 2018. Anche se a destare maggiore preoccupazione per la crescita sono l’incertezza politica e il lento risanamento del settore bancario.

Il commissario Ue agli Affari economici, Moscovici, all’uscita dell'incontro bilaterale con il ministro dell'Economia Padoan, ha elogiato sforzo italiano per la correzione di 2 punti del Pil e ribadito che ora bisognerà guardare all'aggiustamento per il 2018.

In tema di flessibilità il commissario ha ricordato che al momento la decisione sul 2018 non è stata presa e che l’Italia, nonostante la rigidità della Commissione, ha goduto finora di ampi margini di flessibilità e che la vera priorità è quella di proseguire sul cammino delle riforme.

Giovedì si è aperto a Bari il G7 sull’Economia. Nel suo intervento di apertura Padoan, ha spiegato che uno degli obiettivi della presidenza italiana è quello di promuovere forti politiche sociali. Politiche che poggiano su un programma su quattro pilastri: sostenibilità economica,ambientale e sociale, tutela dei cittadiniriduzione delle disuguaglianze e attenzione alle competenze e al lavoro nell'era della nuova rivoluzione della produzione.

Nel mese di marzo, l’Istat ha registrato un incremento dello 0,4% rispetto al mese precedente dell’indice destagionalizzato della produzione industriale. Nella media dei primi tre mesi, la produzione è aumentata dell’1,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’indice presenta variazioni congiunturali positive nel comparto dei beni strumentali (+2,4%), dei beni di consumo (+2,3%) e, in misura più lieve, dei beni intermedi (+0,4%); segna invece una variazione negativa l’energia (-5,2%).

Per quanto riguarda i settori di attività economica, i comparti che registrano la maggiore crescita sono quelli delleauto e della produzione di prodotti farmaceutici (+9,5%) seguiti dalla fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati e della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (entrambi +7,3%). Le uniche diminuzioni si registrano nei settori della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-4,1%), dell’industria del legno, della carta e della stampa (-1,9%).

 

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Settimana Economica 6 - 12 maggio 2017



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