Dal Forum Ambrosetti il Ministro dell’economia Pier Carlo Padoan è tornato a parlare della prossima legge di Bilancio. Il responsabile del Mef ha innanzitutto sottolineato che la prossima manovra avrà risorse molto limitate e che il Governo è intenzionato a confermare la linea di continuità con le precedenti leggi di bilancio.
Accanto al consolidamento dei conti, l’esecutivo si concentrerà su poche priorità: i giovani, con misure permanenti per l’occupazione come la riduzione permanente del cuneo fiscale, la lotta alla povertà e la spinta agli investimenti per rafforzare la crescita.
Secondo la nota mensile pubblicata dell’Istat si rafforzano le prospettive di crescita dell’economia italiana. Una crescita favorita dalla spinta dell’ economia statunitense e dell’area euro. L’Istituto di statistica ricorda che nel secondo trimestre dell’anno il prodotto interno lordo ha segnato un aumento dello 0,4% sul trimestre precedente, registrando la carescita tendenziale più alta degli ultimi sei anni ( +1,5% rispetto al secondo trimestre 2016).
Ad agosto l’indice del clima di fiducia dei consumatori ha registrato un forte aumento alimentato dal miglioramento di tutte le componenti e dalla diminuzione delle aspettative sulla disoccupazione Il clima di fiducia delle imprese è aumentato nella manifattura (con un peggioramento dei giudizi sugli ordini, ma un miglioramento delle attese sulla produzione) e nei servizi; mentre nelle costruzioni e nel commercio al dettaglio ha evidenziato un lieve peggioramento.
Sul fronte pensioni il Governo è al lavoro. A gennaio scatterà l'unificazione dell'età per la pensione di vecchiaia tra uomini e donne con l'aumento di un anno per le dipendenti private e il passaggio a 66 anni e sette mesi. In Italia l'età per l'accesso alla pensione di vecchiaia sarà la più alta in Europa e il divario si accrescerà nei prossimi anni.
Per attutire il passaggio l’intenzione dell’esecutivo, che in queste ore sta incontrando i sindacati, è quella di prevedere un’agevolazione di sei mesi di contributi in meno per ogni figlio per quelle donne che opteranno per l’ Ape. Un’ipotesi su cui i sindacati sono contrari ma che risponderebbe alla necessità di non alterare l’impianto della riforma Fornero e quindi le previsioni sul gettito fiscale da essa derivate.
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