Dopo l’attestazione dei miglioramenti del Pil Italiano arrivati dal Fondo Monetario Internazionale, dall’Ocse e da importanti agenzie di rating come Standard & Poor's, Confindustria rivede in rialzo le stime sul Pil per il 2017, indicando una crescita del +1,3%, contro il precedente +0,8%.
Secondo le nuove previsioni del Centro studi di Confindustria, va meglio anche il Pil del 2018, al +1,1% (dal +1,0%). La correzione, rispetto ai dati di dicembre, è in buona parte dovuta all'innalzamento delle statistiche dell'Istat e frutto soprattutto dell'accelerazione trainata da export e investimenti.
Sul fronte dell’occupazione, secondo Confindustria sono stati raggiunti risultati importanti anche se ad oggi sono ancora quasi 8 milioni le persone senza un lavoro. L’istituto prevede una frenata delle assunzioni. Dopo il + 1,3% nel 2016, il Csc stima che, a fronte del parziale allungamento degli orari di lavoro, il numero delle persone occupate crescerà a ritmo più blando sia nel 2017 sia nel 2018 (+0,8% in entrambi gli anni). Anche se alla fine del biennio gli occupati torneranno sopra il livello pre crisi.
Bisognerà poi valutare l’effetto della possibile decisione del Governo di intervenire, nella prossima legge di bilancio, sul taglio del cuneo fiscale. Al momento il Mef sta valutando diverse strade. Con l’obiettivo di aumentare l’occupazione giovanile, una delle possibilità prevede il dimezzamento triennale dei contributi (dal 30 al 15%) sul primo contratto a tempo indeterminato per gli under 35.
Quello che sembra ormai certo è che nel primo trimestre del 2017 migliorano i parametri della finanza pubblica e al contempo anche i dati relativi al reddito delle famiglie. Ma sale, sebbene di poco, la pressione fiscale, che secondo i dati rilasciati dall'Istat si è portata al 38,9% del Pil, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Guardando al portafoglio delle famiglie si registra un aumento del potere d'acquisto. Il reddito disponibile lordo è salito infatti dell' 1,5% sul trimestre precedente e del 2,4% annuo. Il potere d'acquisto risulta in aumento di 0,8 punti in termini tendenziali e di 1,2 punti in termini congiunturali.
L’Istat stima inoltre che la propensione al risparmio delle famiglie nel primo trimestre 2017 è stata pari all’8,5%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente per effetto di una dinamica dei consumi inferiore a quella del reddito (+1,3% le spese). Sia nel caso del reddito disponibile sia in quello dei consumi si tratta delle dinamiche più sostenute dal terzo trimestre del 2011.
Passando alle imprese, la quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 42,0%, risulta invariata rispetto al trimestre precedente, mentre il tasso di investimento è sceso al 19,9% (20,4% nel trimestre precedente).
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