A maggio il tasso di disoccupazione è salito all’11,3% (+0,2 punti percentuali) e quello giovanile al 37% (+1,8 punti) rispetto ad aprile. Lo comunica l'Istat. Dopo il forte calo registrato ad aprile, la stima delle persone in cerca di occupazione a maggio è cresciuta dell’1,5% (+44 mila).
La stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni a maggio è rimasta invariata, sintesi di un calo tra gli uomini e un aumento tra le donne. L’inattività risulta in calo tra i 25-34enni, in crescita tra gli ultracinquantenni mentre rimane stabile nelle restanti classi di età. Il tasso di inattività è pari al 34,8%, invariato rispetto ad aprile.
L’incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari al 9,4% (cioè meno di un giovane su 10 è disoccupato). Tale incidenza risulta in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto ad aprile.
Il ministro dell'Economia, all'indomani della diffusione dei dati negativi per il mercato del lavoro, non vede segnali foschi e anzi, pronostica un futuro in netto miglioramento per l'economia italiana. Per Padoan i segnali incoraggianti sono molti a partire dalla revisione al rialzo del PIL certificata da Istat e Fondo Monetario Internazionale, ma è certo che nei prossimi mesi si potranno osservare anche gli effetti delle misure fiscali che stanno cambiando il comportamento delle imprese, che sono il veicolo della ripresa.
Sempre secondo l’Istat, nel 2016 la spesa media mensile delle famiglie è stata pari a 2.524,38 euro, in rialzo dell'1,0% rispetto al 2015. Il livello medio della spesa alimentare è pari a 447,96 euro mensili (era 441,50 euro nel 2015). La ripresa avviene in un quadro macroeconomico caratterizzato dal quarto anno consecutivo di aumento del reddito disponibile, di lieve incremento della propensione al risparmio e di consolidamento della ripresa del Pil.
In un’intervista, Benoit Coeuré, uno dei sei membri del comitato esecutivo della BCE, si è detto ottimista per l’economia italiana, che beneficia dell’incremento della crescita nell’area dell’euro. Riforme come il “Jobs Act” producono i loro frutti e il problema dei crediti deteriorati delle banche è ora affrontato proattivamente. Anche se ha preso atto che le prospettive di crescita dell’Italia nel lungo periodo restano tuttavia inferiori a quelle dell’area dell’euro.
Coeuré ha poi spiegato come quando la Bce uscirà dalla politica monetaria ultra espansiva, per i Paesi ad alto debito sarà un passaggio delicato. A suo avviso, per i paesi come L’Italia, la strada per farsi trovare pronti a questo cambiamento, che avrà un impatto economico consistente, sarà ilcompletamento delle riforme e la messa in sicurezza dei conti pubblici.
Scarica la settimana economica dall'1 al 7 luglio 2017
Settimana Economica 1 - 7 luglio 2017