Accuse di plagio per il Programma del Movimento 5 Stelle

Ieri pomeriggio il Post ha pubblicato un articolo nel quale viene dimostrato che il programma elettorale pentastellato in molte sue parti sarebbe stato in gran parte copiato da altri documenti di tutt’altra natura. Tra le fonti ricopiate ci sono studi scientifici, articoli di giornale, pagine di Wikipedia, oltre a numerosi dossier e documenti prodotti dal Parlamento, in alcuni casi scritti da esponenti di altri partiti: per esempio nella parte del programma sullo “Sviluppo economico” c’è un lungo paragrafo copiato da un’interrogazione di un senatore del Partito Democratico.

Il sito del Movimento 5 Stelle sostiene che il programma elettorale sia stato scritto ed elaborato,dopo mesi di lavoro, dagli attivisti tramite la cosiddetta piattaforma “Rousseau”, cioè il sito amministrato da Davide Casaleggio su cui si svolgono le votazioni interne al partito comprese le parlamentarie.

Sulla piattaforma è scritto a grandi lettere che “È la prima volta che una forza politica si presenta alle elezioni nazionali con soluzioni che sta scegliendo insieme ai cittadini”, e ancora: “In Italia sta nascendo il primo e unico programma politico basato sulla partecipazione e sulla democrazia diretta online grazie al Sistema Operativo Rousseau”. Sono parole che stonano dal momento che il Post ha dimostrato che una parte non indifferente del programma è stata copiata da realtà molto differenti dal movimento guidato da Luigi Di Maio.

In tutto, ben 11 dei 20 capitoli tematici risultano contenere plagi. Il più esteso tra quelli individuati dal Post si trova nel capitolo “Ambiente”, dove due intere pagine sono copiate da un dossier di Legambiente. Sempre nel capitolo “Ambiente”, quasi 300 parole sono state copiate senza citazione da un articolo di Repubblica, eliminando i virgolettati e facendo così apparire le parole degli esperti intervistati dal giornale come idee e proposte del Movimento 5 Stelle.

Bufera su rimborsi M5S a Strasburgo

Movimento 5 Stelle nella bufera per le accuse su un caso di rimborsi all'Europarlamento per il quale finisce nel mirino la responsabile comunicazione a Bruxelles e nuovo astro dello staff pentastellato Cristina Belotti. A scatenare l'ira dei 5 Stelle è un'inchiesta de La Repubblica che contesta all'addetta stampa una serie di richieste di rimborsi per missioni che non sarebbero legate all’attività europea ma a quella del candidato premier Luigi di Maio in Italia.

A sostegno della sua tesi il quotidiano riporta alcuni carteggi e documenti da parte di funzionari europei: “L'amministrazione dell'Efdd, la famiglia politica che in Ue riunisce cinque stelle e Ukip, ha contestato i rimborsi chiesti da Cristina Belotti". I vertici del Movimento lasciano filtrare che il segretario generale del gruppo Aurelie Laloux ha richiesto ufficialmente ai servizi di sicurezza del Parlamento Europeo l'apertura di un'indagine per la violazione del segreto delle comunicazioni interne. Per il momento il Movimento fa quadrato e rigetta al mittente le accuse. Immediata invece l’attacco del Pd che accusa i pentastellati di dare lezioni di moralità senza poi rispettare le regole.

Berlusconi e Salvini si dividono anche sul condono

L'eterno duello tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini si arricchisce di un nuovo capitolo. Dopo le divisioni sull'abolizione o meno della legge Fornero e sulle regole europee, ad allontanare di nuovo i due alleati è il condono edilizio.

Il leader di Forza Italia ha annunciato dai microfoni di Radio 24 un cambio di regole sull’edilizia rilanciando la possibilità per chi debba costruire una casa o aprire un’attività commerciale, di non dover più aspettare anni permessi e licenze per iniziare i lavori. Insomma anche se non in maniera esplicitata ha rilanciato il tema del condono.

Immediato il No del leader della Lega Salvini: “Dico no, dico fortemente no a ogni ipotesi di condono per abusi edilizi”. Contraria a una sanatoria tout court anche Giorgia Meloni. Il tema insomma divide i tre leader tanto da costringere l'ex premier a correggere il tiro per evitare che l'immagine di una coalizione spaccata: in serata Berlusconi rettifica affermando che le sue affermazioni si riferivano a delle semplici semplificazioni amministrative. Immediate le reazioni contro ogni possibilità di condono da parte di Partito Democratico, Liberi e Uguali e Movimento 5 Stelle.



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