Giallo a Londra: Di Maio apre e poi smentisce sulle larghe intese
A Londra si consuma il “giallo larghe intese”: a tarda sera, quando gli incontri tra il candidato Premier del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio e gli investitori sono conclusi, l'agenzia Reuters, citando una fonte anonima presente ai colloqui, ha scritto che il vicepresidente della Camera avrebbe detto ai suoi interlocutori che se il movimento “non avrà i seggi sufficienti per la maggioranza, vede la probabilità di un governo sostenuto da tutti i principali partiti, inclusi i 5 stelle”. Non solo: secondo la stessa fonte Di “Maio, in caso di stallo all’indomani del voto, "prevede una maggioranza di governo a quattro costituita da M5S, Partito Democratico, Forza Italia e Lega”.
Si tratta di parole che, com'era da aspettarsi, aprono uno squarcio nel mantra pentastellato che non ammette nessun tipo di alleanza con gli altri partiti. Immediata la smentita di Di Maio: “Ho detto quello che dico sempre, che farò un appello pubblico a tutti, non ci sarà alcun governo di larghe intese”.
Per il capo politico M5S probabilmente c’è stato un problema di traduzione anche perché in serata è tornato ribadire che presenterà “una squadra di governo prima delle elezioni. Dopo, se non ci dovesse essere una maggioranza assoluta del M5S faremo un appello per convergere sui temi. Noi chiederemo di mettere assieme ai nostri 20 punti altri punti legati ai nostri valori”.
M5S: ancora polemica su candidati, malumori nella base
Sul piano interno il Movimento 5 Stelle è ancora scosso dalla questione parlamentarie. Una bella fetta della base pentastellata è fortemente critica: in molti non avrebbero gradito l'apertura ai candidati esterni a discapito dei tanti che da anni lavorano e s'impegnano sul territorio. Ma a scatenare ferocissime polemiche ci sarebbe stata la decisione di coinvolgere dei candidati che hanno avuto un passato in altre forze politiche.
Passato che viene alla luce un minuto dopo la presentazione alla stampa, vedi il caso dell'ammiraglio Rinaldo Veri, il primo ad essere presentato da Luigi Di Maio al Tempio di Adriano e il primo a doversi ritirare perché già consigliere comunale a Ortona con una lista civica vicina al Pd. Ma a pesare ci sono anche le moltissime esclusioni senza motivazioni e il fatto che i risultati delle parlamentarie non sia ancora stati resi pubblici.
Dopo le parole Prodi è ancora scontro tra Pd e LeU
“Che Renzi voglia fare il centrosinistra è un giudizio troppo generoso. Non so su che basi sia fondato. Queste affermazioni, francamente, non mi hanno proprio convinto”. Pier Luigi Bersani non manda giù le parole pronunciate da Romano Prodi e non è il solo. Quel “il Pd è per l'unità, LeU no” ha fatto storcere il naso a molti, a sinistra. Anche Laura Boldrini, dopo Pietro Grasso, si mostra stupita dell'endorsement arrivato dall'ex premier.
“Se Prodi voterà Casini, sarà una cosa singolare. Non dobbiamo legarci ai vecchi schemi, Casini è rispettabilissimo ma non è mai stato di sinistra. È sempre stato un centrista, è stato con Berlusconi. Chi vota Grasso vota Salvini, è invece la linea dei renziani in quella che ormai è sempre più una sfida a sinistra tra Partito Democratico e Liberi e Uguali.
Domani il Pd presenterà il programma
Polemiche a parte domani il Partito Democratico presenterà il programma. Matteo Renzi e Tommaso Nannicini saranno a Bologna, città finita nel mirino per la decisione di candidare all'uninominale in Senato Pier Ferdinando Casini. La linea del segretario dem è quella di partire da quanto fatto su diritti civili, lotta alla povertà, contrasto alla disoccupazione, riduzione delle disuguaglianze; per poi presentare i cento obiettivi per il futuro come lo ius culturae e la mobilità ecologica e sostenibile.
Altro messaggio forte che Renzi vuole mandare è quello della squadra: lunedì tutti i candidati del Pd saranno a Roma al teatro Eliseo per l'evento “Vota la Squadra, scegli il Pd” che rappresenterà l'inizio della campagna elettorale nazionale. Un modo per chiudere ogni polemica dopo la complessa fase di compilazione delle liste elettorali.
Secondo Renzi infatti il Pd ha la possibilità di vincere le elezioni ma per farlo bisogna dare uno “Stop alle solite risse e polemiche, mettiamoci il cuore e facciamo vedere agli italiani di chi si possono fidare. Noi siamo nettamente in campo per essere il primo partito e il primo gruppo parlamentare. Se tutti si giocheranno al 100% dimostreremo che questo obiettivo è ampiamente alla nostra portata”.