La road map elettorale
Durante il fine settimana è scaduto il termine per la presentazione, presso il Viminale, dei simboli elettorali in vista delle elezioni politiche del prossimo 4 marzo. Nel complesso ne sono stati depositati 103 da parte di 98 partiti, un numero tutto sommato contenuto, visto che nel 2013 ne furono presentanti 219 e che nel 1993 furono addirittura 312.
Alla fine le coalizioni sono solamente tre: quella di centro sinistra composta da 5 formazioni politiche (Partito Democratico, + Europa, Insieme, Civica Popolare Lorenzin e Svp); quella di centro destra composta da quattro partiti (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia-Udc); e l’inedita alleanza di Movimento Poeti d’azione e No riforma forense. Gli altri partiti si presentato non apparentati e quindi da soli.
Molti simboli contengono nomi dei rispettivi leader: Berlusconi, Salvini, Meloni, Bonino, Lorenzin, Grasso, Pirozzi, Pivetti, Sgarbi, Parisi, Merlo. In controtendenza il Movimento 5 Stelle ha tolto ogni riferimento a Beppe Grillo dal simbolo e il Partito Democratico ha deciso di non inserire il nome di Matteo Renzi nonostante sia stato indicato come capo politico.
Questa settimana saranno dedicate alla definizione delle liste dei candidati e soprattutto a stipulare gli ultimi accordi sui collegi uninominali, specie per quei partiti che si presenteranno in coalizione. Il termine per la presentazione delle liste scade tra il 35esimo e il 34esimo giorno prima del voto, quindi tra il 28 e il 29 gennaio. Successivamente, dal trentesimo giorno prima della data delle elezioni potranno svolgersi i comizi e le riunioni di propaganda elettorale. Nei 15 giorni precedenti il voto è vietata la diffusione dei sondaggi.
Dopo il voto, la prima seduta delle nuove Camere sarà convocata a venti giorni dalle elezioni, quindi il 23 marzo. Solo dopo l'elezione dei due Presidenti di Camera e Senato e la costituzione dei gruppi parlamentari sarà possibile per il Capo dello Stato avviare le consultazioni per formare il nuovo governo. L’attuale, guidato dal presidente del Consiglio uscente Paolo Gentiloni, rimarrà in carica per lo svolgimento degli affari correnti fino al giuramento di quello nuovo che, in caso di risultato chiaro alle elezioni, non potrà comunque entrare in carica prima della prima settimana di aprile.
Di Maio ha presentato programma e candidati
A conclusione della tre giorni di formazione dei pentastellati nel Villaggio Rousseau a Pescara, il candidato premier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio ha presentato il programma politico per le prossime elezioni. In una lunga conferenza stampa ha fatto il sunto dei “Venti punti per l'Italia”, lanciato lo slogan della campagna elettorale “Partecipa, Scegli, Cambia” e presentato i primi candidati del Movimento all’indomani delle parlamentarie.
Fra i venti punti del programma ci sono: l’eliminazione di 400 leggi inutili, il reddito e la pensione di cittadinanza, la riduzione della aliquote Irpef, i tagli agli sprechi e ai costi della politica, nuove regole per l’immigrazione e rimpatri, 17 miliardi per aiutare le famiglie con figli; inoltre, l’abolizione degli studi di settore, dello split payment, dello spesometro e di Equitalia, ma anche l'aumento delle risorse per la Sanità Pubblica, un piano per la riduzione del rapporto debito pubblico/Pil di 40 punti in 10 anni, profonda riforma della legge Fornero, Green Economy, risarcimenti ai risparmiatori truffati e creazione della Procura Nazionale per i reati bancari.
Intanto su sito di Beppe Grillo sono stati presentanti i risultati delle parlamentarie della settimana scorsa, anche se privi dei voti ottenuti dagli esclusi. Per il momento sembra che i parlamentari uscenti più noti saranno schierati tutti come capilista nei listini proporzionali: Luigi Di Maio in Campania con il suo rivale Roberto Fico, con Angelo Tofalo e Carlo Sibilia. Ma poi ci saranno Paola Taverna, Giulia Grillo, Laura Castelli e Danilo Toninelli. Infine Di Maio ha annunciato che il Movimento 5 Stelle presenterà, già a febbraio, la propria squadra di Governo.
Matteo Renzi sarà il caposquadra del Pd
È con una foto postata su Twitter che Matteo Renzi formalizza e rende pubblico l'essere il “caposquadra” del Pd. Anche Renzi scende ufficialmente in campo, 24 ore dopo l'annuncio del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni di candidarsi nell'uninominale Roma 1.
In tema di liste, un altro big del Governo e del Partito democratico ha sciolto la sua riserva: è il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, che ha annunciato di voler correre nel collegio uninominale di Ferrara. I prossimi giorni saranno centrali per completare la difficile quadra delle liste, in attesa di una delicatissima Direzione nazionale nella quale verrà dato il via libero definitivo alle candidature.
Nel fine settimana è arrivato anche l’accordo tra il partito del segretario Renzi e la formazione guidata da Emma Bonino + Europa di cui fanno parte anche Bruno Tabacci e Benedetto Della Vedova: correrà dunque nella coalizione di centro sinistra.