Berlusconi si rilancia in Europa e nel Ppe

Silvio Berlusconi è tornato a Bruxelles per una due giorni d'incontri con i vertici del Partito Popolare Europeo; alla fine ne ha ottenendo l'appoggio in vista di una sua possibile vittoria alle elezioni politiche del 4 marzo.

L'ex premier ha presentato il suo programma elettorale, ha definito la flat tax una vera e propria rivoluzione, rassicurato che in caso di vittoria del centro destra l'Italia continuerà a tenere i conti a posto e che la regola del rispetto dei parametri del Patto di Stabilità è “discutibile” ma non verrà infranta. Ma è stata anche l’occasione per ribadire la necessità di rafforzare il progetto europeo, magari arrivando a costruire una “politica estera comune, unica, e una politica della difesa comune”.

Berlusconi ha incontrato Jean Claude Juncker anche se in qualità di leader del Ppe e non di capo dell'esecutivo comunitario. Il faccia a faccia, al quale era presente anche Antonio Tajani, è durato una quarantina di minuti e si è concluso con grandissima cordialità. Il leader di Forza Italia torna a Roma con il solido appoggio del Ppe, un risultato importante specie per stemperare l’antieuropeismo proposto dall’alleato Matteo Salvini.

Risiko delle candidature per Matteo Renzi

Il segretario Pd ha proposto a Pier Carlo Padoan di candidarsi in Toscana, nel collegio di Siena, un territorio toccato molto duramente dalle crisi bancarie, in primis dalla vicenda MPS.

Dopo la decisione Paolo Gentiloni di candidarsi nel collegio uninominale di Roma 1 alla Camera, il puzzle che riguarda la squadra dei ministri è quasi al completo. Oggi potrebbe arrivare l'annuncio della candidatura del Ministro dell’interno Marco Minniti a Pesaro. Marianna Madia dovrebbe essere schierata nel collegio Roma 2 – Montesacro, mentre il Ministro dell’agricoltura Maurizio Martina in Lombardia e probabilmente a Milano. All'uninominale in Liguria correranno Andrea Orlando a La Spezia e Roberta Pinotti a Genova. Confermato Graziano Delrio a Reggio Emilia e Dario Franceschini a Ferrara.

A Firenze, oltre a Matteo Renzi al Senato, dovrebbe scendere in campo Luca Lotti per la Camera, e forse anche Maria Elena Boschi, per la quale però si guarda anche al Nord (forse il Trentino). In Toscana potrebbe finire anche la Ministra dell’istruzione Valeria Fedeli e anche quella della Sanità e leader del neo partito Civica Popolare Beatrice Lorenzin: per lei si parla del collegio di Prato, ma molto dipenderà dalle trattative delle prossime ore.

Fra i nomi che circolano, ieri è arrivato il no alla candidatura del virologo Roberto Burioni, volto della campagna in favore dei vaccini, mentre oggi dovrebbe arrivare il sì di Lucia Annibali, l'avvocatessa sfregiata dall'acido in prima linea contro la violenza sulle donne. Poi ci sono l’ex segretaria dello Spi-Cgil Carla Cantone, Beppe Vacca, presidente dell'Istituto Gramsci, e la ricercatrice Anna Grassellino.

Matteo Renzi è al lavoro per ultimare il rebus candidature, un compito non facile vista l’esigenza di dover garantire posti sicuri non solo alla propria maggioranza ma anche alle minoranze interne capitanate da Orlando e Cuperlo, per non dire degli altri partiti della coalizione. 

Comunque sia tra giovedì e venerdì si terrà la Direzione nazionale che darà il via libera alle candidature. Nel fine settimana, con qualche giorno di ritardo rispetto alle previsioni, verrà anche presentato il programma elettorale, un documento, sul quale Renzi ha investito molto e che sarà contraddistinto dalla sostenibilità di ogni misura proposta.

Il M5S fa i conti con i risultati delle Parlamentarie

Nel day after del Villaggio Rousseau di Pescara, il Movimento 5 Stelle fa i conti con i risultati delle Parlamentarie e ragiona sui candidati per le prossime elezioni politiche. A fronte della conferma dei big come capilista (solo per fare alcuni nomi: Luigi di Maio, Roberto Fico, Paola Taverna, Carla Ruocco e Laura Castelli alla Camera; al Senato Danilo Toninelli, Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro) spiccano però alcuni parlamentari uscenti che si trovano in bilico e che probabilmente non saranno rieletti, quelli che nei collegi plurinominali si ritrovano al terzo o al quarto posto: infatti, secondo fonti pentastellate se il movimento arrivasse al 30% solo i primi due della lista proporzionale avrebbero la certezza di essere eletti. 

Intanto ieri Luigi Di Maio ha dichiarato che nei collegi uninominali il Movimento 5 Stelle schiererà nomi del mondo delle Forze armate, dell'imprenditoria e attori impegnati sui temi sociali. Questi nomi saranno scelti direttamente dai vertici cinquestellini e non saranno scelti con parlamentarie. Fra questi il comandante Gregorio De Falco, il presidente del Forum Disabili Vincenzo Zoccano, il giornalista ex Mediaset Emilio Carelli e il collega Gianluigi Paragone.



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Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

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