Letta è chiaro: Mario Draghi torna a Palazzo Chigi solo se vince il Pd

“Per avere di nuovo Draghi” “c'è solo la possibilità che il Pd vinca le elezioni e che abbia un risultato importante”. Enrico Letta non ha dubbi. Se l'obiettivo è riportare l'attuale premier a Palazzo Chigi, l'unico “voto utile” è quello per il Pd: “La logica per cui Renzi e Calenda si rifugiano dietro Draghi è che non hanno un'identità da raccontare e usano Draghi per la campagna elettorale”. Per il leader dem, anche se il terzo polo “prendesse anche il 9% è totalmente ininfluente” perché il loro bottino “balla tra 5 e 8 senatori”; diversamente, “se il Pd otterrà un risultato importante non avrei dubbi che Draghi possa giocare un ruolo per la politica e per il nostro Paese”. Dal premier il segretario dem si aspetta risposte immediate contro il caro energia, ma è convinto che la partita principale si giochi in Europa: “Ci sono poche ore di tempo per decidere e la decisione deve essere di contesto europeo”. La riduzione dei costi per famiglie e imprese è una partita che non consente sconfitte: “Dobbiamo riuscirci, non riuscirci non fa parte delle cose possibili”. 

Poi, il 25 settembre “la scelta” sarà “tra l'Europa del treno di Kiev, con Draghi-Scholz e Macron, o quella dell'accordo tra Ungheria e Polonia” e in queste ultime due settimane il Pd deve mettercela tutta per conquistare i 60 collegi uninominali contendibili: “È possibile riaprire la partita se si cambia atteggiamento rispetto alla campagna elettorale. Ne hanno fatto una campagna proporzionale ma non lo è. È maggioritaria perché il risultato finale sarà determinato da chi vince un terzo dei seggi uninominali in cui vince uno solo, cioè il centrodestra o il centrosinistra”. Per il leader del Nazareno oltre alla partita che riguarda il Governo, “il 25 si gioca anche un'altra partita, che riguarda l'equilibrio politico del campo che non è la destra. È una partita importante. Conte e Calenda fanno un gioco simile, un gioco a tenaglia per uccidere il Pd e arrivare a un esito francese, dove c'è o il centrista o la sinistra populista. Noi combattiamo contro questo esito perché vogliamo che ci sia nel sistema politico italiano un grande partito progressista e riformista, come c'è in Germania, Spagna e in Finlandia. La battaglia politica è anche su quale tipo di modello di fronte progressista ci sia nel nostro Paese”. 

Il discorso riguarda anche Giuseppe Conte, fresco di endorsement da parte di Donald Trump. Le sue parole “mi hanno confermato quello che ho sempre pensato: che i concetti di destra e sinistra applicati al M5S e a Conte siano diversi da quelli che sono applicabili a noi. Non penso che Trump si possa sognare di parlare del Pd come di un partito a lui affine e di cui augurarsi il successo. Noi siamo esattamente dall'altra parte e ne sono fiero. Immagino che Conte sia stato molto imbarazzato da quelle parole, perché Trump lo considero uno degli avversari principali al livello di Putin e di Orban”. Se il Pd dovesse perdere le elezioni, assicura Letta, il Pd starà all'opposizione: “Calenda ha detto chiaramente che vuole fare un governo con la Meloni. Noi il governo con Meloni e il centrodestra non lo faremo. E se perderemo faremo l'opposizione. Non faremo la Protezione civile” come in questa legislatura. Letta, poi, avvisa i suoi rispetto a dinamiche interne: "La cosa più demenziale che si possa fare in campagna elettorale è mettersi a ragionare di un congresso che verrà dopo”, dice chiaro, invitando tutti a concentrarsi sulla campagna elettorale.

Prosegue lo scontro sul voto utile tra Pd e M5S. Conte attacca

Mentre la campagna elettorale entra nel vivo, continua incessante lo scontro fra il Pd di Enrico Letta e il Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte, rispettivamente convinti di rappresentare la sinistra progressista. Proprio per questo il segretario del Pd è tornato ad invocare da parte degli italiani il “voto utile”, anche con cifre e numeri: “Un più 4% a Conte, ma anche a Calenda, e tolto al Pd” consentirebbe alla destra di superare il “70% di rappresentanza parlamentare”. A scagliarsi duramente contro la tesi del voto utile, come immaginabile, è stato il presidente del M5S, che ha accusato Letta di “arroganza”; rivolgendosi ai cittadini Giuseppe Conte ha argomentato: “Non cadete nella mistificazione opportunistica” di chi pensa che “l'unico voto utile” sia quello per il proprio partito, anche perché “c'è tanta arroganza in questa affermazione”. 

Inoltre “il voto non deve essere utile ma giusto”. Di certo “per cinismo e calcolo elettorale” forse anche fuorviato “dai sondaggi”, Letta ha sbagliato a “considerarci spacciati: ha fatto un banale errore di calcolo” e soprattutto “un grave errore politico”. Ma non è solo questo errore ad agitare le acque nel Movimento 5 stelle visto che oggi lo stesso Giuseppe Conte è dovuto intervenire in merito al presunto supporto da parte di Donald Trump e di una sua presunta fedeltà nei confronti dell'ex presidente degli Stati Uniti: “Io non sono stato fedele neppure a Draghi, sono solo fedele ai cittadini italiani”, ha chiarito Conte, convinto che stiamo succedendo “cose strane: il Movimento 5 stelle evidentemente spaventa” e allora “iniziano a spuntare dei goffi tentativi di screditare la nostra azione politica” anche buttando “qualche schizzo di fango su di me”

Salvini lancia la volata della Lega nel Nordest. FdI primo partito in Veneto?

Matteo Salvini è fortemente impegnato nel nordest. In un solo giorno è stato in Trentino, in Friuli e in Veneto con lo scopo di ricompattare il Carroccio in vista del voto del 25 settembre. L’avversario però non sembra essere il Pd o la sinistra com’è sempre stato; la preoccupazione del leader della Lega arriva dalla sua stessa coalizione: il partito di Giorgia Meloni nei sondaggi è molto sopra la Lega e potrebbe diventare in Veneto la prima forza politica. Fratelli d'Italia è altrettanto attiva, e si sta muovendo sullo stesso territorio con i big del partito per intercettare i consensi di chi vede in Fdi la vera alternativa ai “governi dei banchieri”. Non a caso Guido Crosetto è stato nominato sul campo ambasciatore di Fdi nel mondo economico nordestino; l'ex sottosegretario-imprenditore sta incontrando in pranzi e cene, oggi sarà a Vicenza e a Treviso, decine di capitani d'industria e amministratori di aziende, per spiegare la ricetta di un eventuale governo di destra contro la crisi.

Salvini, a sua volta, ha passato in rassegna la “vecchia frontiera” della Lega, quella delle regioni del Nordest dove ha avuto i suoi exploit più esaltanti e dove conta su una coppia di governatori come Luca Zaia e Massimiliano Fedriga. Entrambi sono stati schierati da Salvini nei comizi tenuti in questi giorni a Treviso e Redipuglia. La loro stessa presenza, forse, è stata anche un deterrente contro espressioni più plastiche del malumore che cova nella base per i nomi dei candidati decisi da via Bellerio. “La Lega è un partito che esisteva quando era al 10%, esisteva quando era al 3% ed esisteva quando era al 34%: è un partito del territorio, abituato a momenti in cui cresce di più, e altri in cui cresce di meno. Però siamo un partito e non come quelle forze politiche di cartapesta che spariscono al primo al primo cambio di vento” ha rassicurato da Redipuglia Fedriga.

A Treviso, in una piazza storicamente verde, è parso esserci meno gente del solito per il segretario (6-700 persone). Così, Salvini ha replicato alle accuse: “Mi si contestava che alle 5 e mezza di un lunedì pomeriggio a Treviso, orario in cui tutti lavorano, c'erano pensionati e teenager. Una forma di snobismo e di arroganza”. “Il mondo produttivo qui mi chiede di andare avanti, domanda un po' di burocrazia in meno, un ricambio generazionale sul posto di lavoro, quindi lo stop alla legge Fornero, e quota 41. Sono poi molto interessati alla proposta di un ministero per l'intelligenza artificiale e la modernizzazione, a Milano”. Sulla “sfida” interna con Meloni, Salvini non si sbottona: “Ne riparliamo il 25, di chi vince e di chi perde, e di che cosa faremo. Non vedo l'ora che gli italiani votino, siamo destinati a governare”. 

Al via la trattativa su Ita. La Commissione Ue segue con attenzione

A distanza di poco meno di una settimana dalla decisione del governo di andare a trattativa esclusiva con Certares per la vendita di Ita Airways, da Bruxelles si leva la voce della Commissione europea che fa sapere di seguire “molto da vicino” il dossier sulla newco. Per questa settimana è atteso l'avvio del negoziato tra il Ministero dell'Economia e delle Finanze e il fondo Usa: “Siamo ancora alle fasi iniziali, ma sembra esserci un accordo per la vendita in una forma che consentirebbe al governo italiano di avere ancora forte voce in capitolo sulle questioni strategiche riguardanti l'azienda”, dice la vicepresidente della Commissione Ue e responsabile della concorrenza Margrethe Vestager, aggiungendo di non aver “alcun commento specifico su un acquirente o l'altro”.

La vicepresidente della Commissione sottolinea però la necessità che “Ita resti una società sostenibile e concorrenziale nel settore aereo dell'Ue”. Proprio nelle scorse ore scadeva la deadline per la risposta di Certares al Mef per l'avvio della trattativa in esclusiva, volta all'acquisto del 50% più una delle azioni di Ita per 700 milioni di euro. Il negoziato dovrebbe durare un paio di settimane anche se non c’è una data prefissata per chiudere. Tuttavia, il 25 di questo mese si andrà al voto per cui il governo Draghi punta a definire un accordo prima delle elezioni, nella forma di un memorandum of understanding o preliminare di vendita. Ma niente è scontato: ci potrebbe anche essere un nulla di fatto.

Al Senato

L’Aula del Senato tornerà a riunirsi alle 14.30 per la discussione del decreto-legge in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali.

Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali si confronterà sullo schema di decreto ministeriale per il riparto dei contributi in favore delle associazioni combattentistiche vigilate dal Ministero dell'interno per l'anno 2022. La Giustizia esaminerà lo schema di decreto legislativo per l'efficienza del processo penale e lo schema di decreto legislativo per l'efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie. La Bilancio, con la Finanze, concluderà il confronto sul decreto-legge in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali.

Alla Camera

Nell’arco di questa settimana l’Aula della Camera non terrà seduta. Per quanto riguarda le Commissioni, invece, si riunirà solo la Giustizia che esaminerà lo schema di decreto legislativo relativo alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell'Unione mediante il diritto penale, lo schema di decreto legislativo sull'ufficio per il processo e lo schema di decreto legislativo per l'efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e lo schema di decreto legislativo per l'efficienza del processo penale.



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