Nasce il Governo M5S-Lega: Conte nuovo Presidente del Consiglio
A 88 giorni dal voto del 4 marzo, al termine della crisi più lunga e difficile della storia repubblicana, è stata raggiunta l'intesa per la nascita del governo Movimento 5 Stelle-Lega. A sbloccare l'impasse è stato soprattutto un cambio di ruolo di Paolo Savona, il professore anti-euro cui Sergio Mattarella aveva negato l'Economia: avrà la delega alle Politiche europee e quindi farà comunque parte del Governo.
La soluzione ha preso forma nel pomeriggio e, dopo diverse ore di trattative sulla ripartizione dei ministeri, ha portato alla chiusura dell’accordo e all’annuncio di Luigi Di Maio e Matteo Salvini: “Ci sono le condizioni per un esecutivo politico”.
Di lì a poco, Giuseppe Conte è salito al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha ricevuto l’incarico di formare il Governo e successivamente ha presentato la lista dei ministri al Capo dello Stato sciogliendo quindi la riserva. Il neo Presidente del Consiglio giurerà oggi pomeriggio alle 16.
Subito dopo il premier, da quel momento effettivamente in carica, andrà a palazzo Chigi dove si svolgerà la cerimonia della campanella, cioè il passaggio di consegne con il premier uscente Paolo Gentiloni. È probabile, ma non ancora confermato, che al termine si terrà la prima riunione del Consiglio dei ministri. Poi sarà la volta della fiducia in Parlamento: prime indiscrezioni parlano di martedì per quella del Senato e mercoledì per quella alla Camera.
La squadra di governo: Salvini e Di Maio vicepremier
Come annunciato, Matteo Salvini guiderà il Ministero dell’Interno e sarà anche vice premier; Luigi Di Maio, anche lui vicepremier invece sarà alla guida del superdicastero dello sviluppo economico e del Lavoro. Al ministero dell’Economia alla fine approda il professor Giovanni Tria, preside della Facoltà di economia dell’Università romana Tor Vergata, considerato vicino a Fi.
Agli Esteri è destinato Enzo Moavero Milanesi, già ministro per gli Affari Europei nel governo Letta e in precedenza in quello di Mario Monti. Agli Affari Europei arriva l'economista Paolo Savona dopo il braccio di ferro dei giorni scorsi e la proposta, avanzata da Di Maio e accettata da Salvini, di uno spostamento dal ministero dell'Economia.
Alla Difesa va Elisabetta Trenta, ex political advisor del Ministero degli Esteri e ufficiale della Riserva selezionata dell'Esercito. Alla Giustizia siederà Alfonso Bonafede (M5S), avvocato e fedelissimo del capo politico M5S. Poche le donne presenti nel nuovo esecutivo: Giulia Bongiorno, avvocato che vanta nel curriculum anche la difesa di Giulio Andreotti e ora senatrice della Lega, che guiderà il dicastero della Pubblica Amministrazione; Giulia Grillo, medico legale prima di diventare parlamentare M5S, che prenderà la guida del Ministero della Salute. Erika Stefani, avvocato e una carriera politica molto lunga nelle fila della Lega, andrà agli Affari Regionali e Barbara Lezzi, originaria di Lecce e grillina della prima ora, assumerà il dicastero del Sud.
Il leghista Lorenzo Fontana assumerà la guida del nuovo ministero ai Disabili e Famiglia, fortemente voluto da Matteo Salvini. Riccardo Fraccaro, fedelissimo di Di Maio, occuperà la casella dei Rapporti con il Parlamento e alla democrazia diretta, mentre il capogruppo della Lega al Senato Gian Marco Centinaio guiderà il nuovo super-ministero che unisce Agricoltura e Turismo.
Il ministero dei Trasporti e Infrastrutture va al pentastellato Danilo Toninelli, all'Ambiente andrà il Comandante della Regione Campania dei Carabinieri Forestali in prima linea nella Terra dei Fuochi Sergio Costa: Marco Bussetti, professore di educazione fisica in quota Lega, diventerà ministro dell'Istruzione mentre Alberto Bonisoli, esperto nel settore dell'alta formazione e del design e sviluppatore di progetti internazionali, in quota M5S, andrà ai Beni Culturali. Infine, il braccio destro di Matteo Salvini Giancarlo Giorgetti diverrà Sottosegretario alla Presidenza con la delega ai servizi.
Mattarella soddisfatto: Carta rispettata, mantenuti equilibri
Alla fine di una lunga crisi di governo, che si è trasformata in uno scontro istituzionale senza precedenti, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tirato le fila di questi 88 giorni durissimi. Il risultato finale è quello cui forse teneva di più l'inquilino del Colle: le prerogative costituzionali e istituzionali fissate dalla Carta sono state ribadite e conservate, ma il lungo braccio di ferro, il muro contro muro, tra il Quirinale e l'alleanza post elettorale formata da M5S e Lega è valso tanto, tantissimo.
Il governo guidato da Giuseppe Conte rappresenta per il Presidente il contributo alla nascita di un esecutivo politico e non tecnico, che potrà far fronte alle esigenze, anche finanziarie, del Paese. Il Governo di servizio, come l'aveva definito lo stesso Mattarella, infatti è stato sempre considerato una estrema ratio, quasi una provocazione in risposta alla minaccia di un voto anticipato.
Le urne non sono mai state auspicate dal capo dello Stato in quando fallimento annunciato a causa della legge elettorale non in grado di dare governabilità. Gli appuntamenti internazionali come il G7 in Canada e il Consiglio europeo di fine giugno (dove sarà scritta la storia dell'Unione per i prossimi 7 anni) hanno bisogno di un premier con pieni poteri.
L'esecutivo Conte, viene riferito dal Quirinale, ha di certo le carte in regola per mantenere l'equilibrio tra le esigenze nazionali e quelle europee. Ora il capo dello Stato vede un Paese più rasserenato perché si è formato un Governo che rispetta il voto della maggioranza degli italiani. Le dure polemiche si sono sopite e anche gli attacchi a Mattarella. Ma la richiesta di impeachment da parte di M5S e FdI certamente ha lasciato il segno.