Alle 15 il Parlamento si riunirà in seduta comune per l'elezione di tre giudizi della Corte costituzionale. Sui nomi non c'è accordo tra le forze politiche.
Al Senato la strada verso l'approvazione del disegno di legge di revisione costituzionale sembra essere segnata. La giornata di ieri è stata contraddistinta da successi per il Partito democratico e per il governo. Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha dichiarato inammissibili centinaia di emendamenti presentati dalle opposizioni. Scelta che ha surriscaldato gli animi animando uno scontro trasversale. I pochi emendamenti delle opposizioni votati sono stati tutti respinti dalla maggioranza con numeri per lei confortanti: 171 rispetto ai 161 che costituisce la maggioranza assoluta. Per di più erano assenti i senatori a vita, favorevoli alla riforma. Le opposizioni si sono sempre fermate a 119 voti. Alla fine non si è riusciti a votare l'emendamento del renziano Cociancich – emendamento “canguro”che, se approvato, ne farà decadere migliaia – cosa che avverrà oggi. A conclusione della seduta è arrivata un'altra buona notizia da Grasso: il presidente del Senato ha dichiarato inammissibili tutti gli emendamenti all'articolo 2, tranne quelli che riguardano il comma 5, l'unico modificato dalla Camera. Scelta che dovrebbe evitare gli scontri tra maggioranza e minoranza Pd. Nel pomeriggio le commissioni Affari costituzionali e Giustizia saranno chiamate a esprimere il parere sullo schema di presidente della Repubblica relativo all'istituzione della banca dati nazionale del DNA. La commissione Finanze porterà avanti il confronto sulla nota di aggiornamento del Def. L'ufficio di presidenza della commissione Industria svolgerà le audizioni informali dei rappresentanti di Enea, Confindustria e Ance in merito all'affare assegnato sull'aggiornamento delle linee guida in materia di certificati bianchi. Durante la mattinata la commissione Sanità porterà avanti l'iter del disegno di legge sulla disposizione di corpi e tessuti post mortem.
Alla Camera proseguiranno i voti sugli emendamenti e sugli articoli della Legge sul mercato e la concorrenza. Successivamente proseguiranno i lavori sulla proposta di legge in tema di abolizione del finanziamento pubblico all'editoria. Entro la seduta di oggi potrebbe essere discussa e votata la questione pregiudiziale presentata al testo unificato in materia di riconoscimento della cittadinanza. Lo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante approvazione del piano per il riordino dell'Autorità nazionale anticorruzione sarà al centro dei lavori della commissione Affari costituzionali. La delega al governo per l'attuazione della direttiva Ue sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali sarà al centro dei lavori della commissione Ambiente che ieri ha iniziato le votazioni sugli emendamenti. Nel primo pomeriggio la commissione Attività produttive esaminerà la proposta di legge contenente “Disciplina delle procedure di amministrazione straordinaria delle grandi imprese e dei complessi di imprese in crisi”; si svolgerà poi il confronto sulle comunicazioni della Commissione europea relative a un "New Deal" per i consumatori di energia e all'“Avvio del processo di consultazione pubblica sul nuovo assetto del mercato dell'energia”. La seduta della commissione Affari sociali è stata sconvocata.
I tatticismi del Senato dovrebbero permettere al governo di portare a casa la riforma costituzionale entro i prossimi giorni, e forse addirittura con qualche giorno di anticipo rispetto a quel 13 ottobre indicato dall’esecutivo. Intanto continuano a tenere banco i temi dell'economia. Renzi gioisce per il calo della disoccupazione e il conseguente aumento dei posti di lavoro. Segnali di ripresa che saranno incoraggiati – secondo i piani del premier – da una Legge di stabilità votata alla crescita. Ieri, durante il question time a Montecitorio, il presidente del Consiglio ha elencato le sue priorità, a partire dal taglio delle tasse. Nel 2017 toccherà all'Ires, ma sconti per le imprese si vedranno già in questa manovra. Il 2016 sarà invece l'anno dell'addio, “per tutti e per sempre”, all'imposta sulla prima casa.