In mattina il Parlamento si riunirà in seduta comune per l'elezione di due giudici della Corte Costituzionale e di otto componenti del Consiglio Superiore della Magistratura.
Il testo del ddl di riforma costituzionale è atteso nell'aula del Senato alle 16.30. La giornata di ieri è stata necessaria per limitare gli ultimi distinguo, si sono discussi diversi subemendamenti ma non è stato ancora votato quello in cui è contenuta la parte più importante del testo sostenuto dai contraenti del “Patto del Nazareno”. L'emendamento sulla composizione e l'elezione del nuovo “Senato delle Autonomie” sarà infatti discusso in mattinata dalla commissione Affari costituzionali, organo in cui è sempre possibile che si verifichino sorprese. Resta infatti altissima la tensione, soprattutto tra i ranghi di Forza Italia dove la fronda continua a raccogliere nuove adesioni. Una “sommossa” in piena regola che dovrebbe essere risolta nella giornata di martedì, quando Silvio Berlusconi incontrerà gli iscritti ai gruppi parlamentari del partito azzurro. Un incontro che rischia di trasformarsi in un regolamento di conti tra le varie componenti del centrodestra: quella contraria alla riforma costituzionale sostiene che l'ex presidente del Consiglio starebbe consegnando le chiavi del Parlamento alla sinistra. Frizioni a cui si potrebbe aggiungere l'ostruzionismo del Movimento 5 stelle, che non sembra disponibile a sostenere il progetto di revisione costituzionale partorito da Pd, Forza Italia, Lega e Nuovo centrodestra. La parola d'ordine di Pd e Forza Italia sembra essere “fretta”, unico antidoto per tentare di combattere il dissenso interno ad entrambe le formazioni. Il termine per presentare gli emendamenti in Aula al ddl è stato fissato a martedì 15, dalle 9,30 di mercoledì si comincerà a votare. Se tutto fila secondo le aspettative, entro venerdì ci potrebbe essere l'approvazione da parte del Senato. Il sogno di Renzi è di concludere l'esame entro dicembre 2014 o gennaio 2015. In tal caso si potrebbe tenere subito l'eventuale referendum confermativo, necessario se la riforma non dovesse essere approvata con la maggioranza dei due terzi nella seconda lettura. Ma c'è chi propone di inserire nel testo una norma che faccia tenere il referendum in ogni caso, in modo da darle una investitura popolare. Insomma, i voti dei prossimi giorni potrebbero non avere portata decisiva. Le “Deleghe al Governo in materia di sperimentazione clinica dei medicinali, di enti vigilati dal Ministero della salute, di sicurezza degli alimenti, di sicurezza veterinaria, nonché disposizioni di riordino delle professioni sanitarie, di tutela della salute umana e di benessere animale” proseguiranno il proprio iter in commissione Sanità, organo dove il governo risponderà ad un'interrogazione sull'utilizzo del farmaco anticoagulante “Rivaroxaban”.
A Montecitorio andrà avanti la discussione generale sulle proposte di legge in tema di revisione del prestito vitalizio ipotecario, soppressione di Equitalia e agricoltura sociale. Proseguirà inoltre il dibattito sulle mozioni relative alla tutela delle produzioni “Made in Italy”. In commissione Affari costituzionali andrà avanti l'istruttoria relativa alla conversione del dl sulla PA: si svolgeranno diverse audizioni (si segnalano quelle in FederUtility, AGCOM, Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Confindustria, Confcooperative a Ance). In commissione Finanze sarà discusso lo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di semplificazioni fiscali. La commissione Affari sociali proseguirà l'esame delle “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave prive del sostegno familiare”.
Alle 18 è convocato il Consiglio dei Ministri. L'ordine del giorno prevede, tra l’altro, il disegno di legge delega per la riforma del Terzo settore e la disciplina del Servizio civile nazionale universale, il decreto legislativo sul tenore di zolfo nei combustibili per uso marittimo, e il DPCM di riorganizzazione del Ministero dell’Ambiente. Renzi e i suoi Ministri dovranno poi fare i conti con il dibattito che si sta sviluppando in sede comunitaria, sembra infatti che giorno dopo giorno si stia allontanando la possibilità di puntare ad un sistema di accordi utili per accantonare l'austerità imposta dai Trattati dell'Ue e dall'operato della Commissione di Bruxelles. Juncker, presidente in pectore dell'esecutivo Ue, ha chiarito che “il patto di stabilità sarà applicato così com'è, ma con buon senso” e “ci sarà una lista di note applicative ragionevoli”. Oggi, durante gli incontri bilaterali del politico lussemburghese con i rappresentanti di Popolari, Socialisti, Liberali e Verdi si capirà quali siano i suoi reali orientamenti nei confronti delle richieste provenienti dai parlamentari che si accingono a votargli la “fiducia”.