Il presidente del Consiglio continua a ostentare sicurezza nonostante i dissidi interni al Partito democratico. Renzi ha confermato che nel prossimo ddl di Stabilità, che dovrebbe essere approvato in Consiglio dei Ministri mercoledì prossimo, non ci sarà nessun aumento delle imposte ma si cercherà di tagliare quelle spese che non sembrano in grado di essere produttive, un'operazione che dovrebbe sfiorare i 24 miliardi. Il provvedimento dovrebbe contenere anche uno sgravio contributivo per chi assume lavoratori a tempo indeterminato. Parlando con l'Economist, Renzi ha dettato una nuova tempistica da inserire nel cronoprogramma dei “Mille giorni”: “Le riforme vanno concluse entro i prossimi 6 mesi per poi poter parlare con franchezza in Europa”.

Intanto va avanti il confronto interno al Pd sulla legge delega contenente il “Jobs act”. La componente civatiana starebbe affiliando le armi e non si esclude una scissione all'interno dei gruppi parlamentati di Camera e Senato. I bersaniani continuano a manifestare forte malcontento ma escludono di abbandonare il partito. Renzi, dal canto suo, non esclude di apporre la questione di fiducia anche alla Camera. Una scelta sicuramente utile per accelerare il dibattito parlamentare ma capace di rovinare irrimediabilmente i rapporti tra le varie componenti interne del Partito democratico.

La Camera inizierà la discussione generale sulle proposte contenenti disposizioni per favorire il rientro dei capitali detenuti all'estero. Non un condono, si tiene a sottolineare, perché l'autodenuncia non sarà anonima e si dovranno pagare tutte le tasse evase. Ma anche perché chi non approfitterà delle nuove norme studiate per mettersi in regola con il fisco, dopo rischierà anche di essere perseguito per autoriciclaggio. Proprio il nuovo reato ha rallentato i lavori della commissione Finanze, che ha dovuto attendere che ministero dell'Economia e della Giustizia concedessero il parere favorevole sulla nuova fattispecie penale. Nel centrodestra continuano a crescere i malumori, sia tra le fila di Forza Italia sia del Nuovo centrodestra, sull'ultima formulazione del testo dove si prevede che fuori dai casi in cui ci sia la volontà di occultare la provenienza illecita delle somme, non si incorre nel reato di autoriciclaggio quando il denaro è usato per “mera utilizzazione o godimento personale”. Una formulazione che rappresenterebbe un “notevole arretramento” e “un appesantimento della punibilità” per autoriciclaggio, con il rischio di contraddire il principio costituzionale del ne bis in idem, cioè non essere perseguibili penalmente due volte per la stessa condotta. Il dibattito servirà a comprendere se ci saranno i margini per approvare in prima lettura un testo rimasto mesi in commissione Finanze. I più pessimisti non escludono un ritorno della proposta in Commissione. Il solco tra centrodestra e centrosinistra è davvero profondo. A differenza di quanto previsto nel calendario dei lavori originario non è prevista alcune seduta della commissione Ambiente. Il voto sugli emendamenti al decreto-legge “Sblocca Italia” slitta infatti a lunedì mattina. Lo ha stabilito l'ufficio di presidenza della Commissione. Secondo quanto si apprende, è atteso per la prossima settimana anche un pacchetto di emendamenti del governo che ieri ne ha depositato uno che detta misure finanziarie per la realizzazione di opere pubbliche da parte degli Enti locali sciolti a seguito di infiltrazione e/o condizionamento da parte della criminalità organizzata. Sempre ieri, sono state presentate quattordici proposte di modifica firmate dal relatore; le modifiche proposte da Chiara Braga riguardano teleriscaldamento, autostrada Cispadana, riscrittura dell'articolo sul credito di imposta per la realizzazione della banda ultralarga, semplificazione per lo scavo e la posa aerea dei cavi, condomini dotati di cablatura a banda larga, enti di governo d'ambito, proroga dell'emergenza in Emilia Romagna, risorse per Basilicata e Calabria, metropolitane in esercizio, credito di imposta per l'autotrasporto. Il decreto dovrebbe sbarcare nell'Aula della Camera il 20 ottobre.



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