Alle 9 è convocato il Consiglio dei ministri. All'ordine del giorno non ci sono argomenti di particolare rilevanza. I ministri si confronteranno con alcuni trattati internazionali e con un decreto legislativo sulla normativa comunitaria in materia di tutela delle vittime di reato.

Alla Camera la commissione Bilancio porterà avanti l'esame delle legge di Stabilità. Nella serata di mercoledì è ufficialmente arrivato l'insieme di norme destinate al Mezzogiorno. Le aziende del Meridione – imprese agricole comprese – potranno godere dal prossimo anno di un credito d'imposta automatico per gli investimenti in macchinari, in impianti in e attrezzature per un totale di 2,4 miliardi di euro. Ma, nonostante il dibattito sia andato avanti per settimane, il pacchetto di misure annunciato si ferma per il momento qui. L'altra gamba dell'intervento, il prolungamento della decontribuzione, è infatti soggetto alla verifica delle risorse disponibili da parte dell'Agenzia di coesione, che dovrà fare il punto entro l'inizio della primavera prossima sulle effettive possibilità di impiego del Piano di azione e coesione 2007-2013. Arriva invece lo sblocco del turn-over, che consente quindi di fare nuove assunzioni per sostituire che va in pensione, per i comuni che sceglieranno di fondersi, facendo così economie di scala. L'emendamento del governo prevede che la normativa di vantaggio varrà per le imprese “ubicate nelle zone assistite di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo”, con l'eccezione di quella attive nei settori dell'industria siderurgica, carbonifera, navale, energetica e bancaria. La misura introduce dei tetti fissati in base alle dimensioni d'impresa: il primo è pari a 1,5 milioni di investimento per le piccole imprese che godranno di uno sconto del 20%, il secondo si ferma a 5 milioni per le medie imprese, che potranno contare su uno sconto del 15%, il terzo è fissato invece a 15 milioni per le grandi imprese cui sarà destinato uno sgravio del 10%. Ora l'attesa dei partiti è focalizzata sugli interventi per tutelare i risparmiatori vittime dello stato di insolvenza di quattro banche. Istituti di credito che – almeno in base a quanto emerso nelle ultime ore – presentavano una situazione contabile e patrimoniale che avrebbe dovuto azionare meccanismi di controllo più decisi ed efficaci da parte della Banca d'Italia. Basti pensare che uno dei quattro istituti coinvolti – in base a quanto riferito da Bankitalia durante un'audizione in commissione Finanze della Camera – aveva sofferenze superiori al 40 per cento dei prestiti erogati. Un dato preoccupante che ha azionato solo blande contromisure da parte degli organismi di controllo. L'intervento sul comparto bancario del ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, in Commissione potrebbe essere anticipato al tardo pomeriggio di oggi e da lì dovrebbe probabilmente emergere la linea del governo in materia, anche se, dopo le tensioni con l'Europa e il suicidio del pensionato di Civitavecchia, la questione sembra passata direttamente all'attenzione di Palazzo Chigi. Il premier ha dato ai suoi collaboratori l'indicazione di lavorare per dare sollievo innanzitutto agli obbligazionisti ma anche ai piccoli azionisti dei quattro istituti coinvolti, che “sono vittime e non colpevoli perché spesso - ragionano nel Pd - erano costretti all'acquisto delle azioni da un sistema bancario che era strutturato in maniera malsana”. Ieri mattina, secondo quanto raccontano fonti Dem, sono partite due telefonate. Una al gruppo Pd al Senato, perché venga proposta l'istituzione di una commissione d'inchiesta per accertare le responsabilità “a tutti i livelli” di chi ha permesso che si arrivasse a questo punto. L'altra al gruppo Dem al Parlamento europeo, perché si tenga aperto il dialogo con le istituzioni Ue e si sondino gli strettissimi margini di manovra. Bruxelles ha confermato infatti di non escludere una procedura di infrazione se gli aiuti messi in campo da governo e Parlamento dovessero essere in grado di violare la norma dei Trattati Ue che proibisce gli aiuti di Stato.

Oggi intanto si apre la “Leopolda”. Appuntamento obbligato per i sostenitori del presidente del Consiglio. Matteo Renzi avrà il compito di fare chiarezza e di riportare unità tra i ranghi di un Pd diviso da correnti e differenziazioni. L'ottimismo del politico fiorentino non sarà comunque in sintonia con le dichiarazioni provenienti dai parlamentari di Sinistra italiana. Frasi e prese di posizione che hanno fatto capire come il “vecchio centrosinistra” sia ormai sparito. Dovranno essere quindi trovate nuove sintesi tra maggioranza renziana e minoranza Dem. Una sfida non semplice.



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