Il Decreto Dignità in aula della Camera dal 24 luglio
L'opposizione attacca il governo parlando di decreto fantasma, la Lega insiste sulla reintroduzione dei voucher, il M5S fa muro “no a stravolgimenti”, il PD si divide con l'area renziana pronta a fare le barricate mentre per il resto del partito “molte misure sono votabili”. Orami sembra certo che l'approdo in Aula alla Camera del decreto dignità avverrà il 24 luglio; il primo via libera è atteso il 26. Il Governo ha spiegato che la pubblicazione del provvedimento in Gazzetta Ufficiale avverrà a breve.
Salvini ha ribadito la linea del Carroccio: “Ci sono alcuni limitati settori, penso ad agricoltura, commercio, turismo e servizi, lavori stagionali per i quali l'alternativa è: lavoro nero o voucher. Io preferisco i voucher allo sfruttamento e al lavoro nero”. “I voucher sono necessari”, sottolinea anche il ministro dell’agricoltura Gian Marco Centinaio. Intanto FI affila le armi: “Dal 24 luglio siamo pronti a stravolgere il provvedimento”. Ironizza Matteo Renzi: “L'unica misura partorita sino ad oggi è il Decreto Dignità: era talmente urgente che nessuno trova più il testo”.
Oggi al Senato
Dopo che nella giornata di ieri è stata discussa e approvata la mozione a prima firma Emma Bonino per l’istituzione di una Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, l’aula del Senato tornerà a riunirsi alle 16.30 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Per quanto riguarda le Commissioni, la Affari Costituzionali si confronterà e svolgerà diverse audizioni sullo schema di decreto legislativo sul codice del Terzo settore. Esaminerà poi gli schemi di decreto legislativo sul controllo dell'acquisizione e della detenzione di armi, e sull’accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli Enti pubblici. La Giustizia alle 9 ascolterà le comunicazioni del Ministro della giustizia Alfonso Buonafede sulle linee programmatiche del suo dicastero e successivamente proseguirà l’esame sugli schemi di decreti legislativi relativi alla riforma dell'ordinamento penitenziario, alla disciplina dell'esecuzione delle pene nei confronti dei condannati minorenni e alla giustizia riparativa.
La Commissione Finanze proseguirà l’esame del decreto legge per la proroga del termine per la fatturazione elettronica; l’Istruzione esaminerà lo schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti. La Lavori Pubblici svolgerà diverse audizioni sullo schema di decreto legislativo sui requisiti tecnici per i mezzi adibiti alla navigazione interna e si confronterà sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica sul registro pubblico delle opposizioni. Alle 11 le Commissioni Industria e Lavoro ascolteranno le comunicazioni del Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali Luigi Di Maio sugli indirizzi generali della politica del suoi Dicasteri.
Proseguono i lavori alla Camera
Dopo che ieri è stata approvata la proposta di legge per l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, l’Assemblea della Camera tornerà a riunirsi alle 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Per quanto riguarda le Commissioni, l’Affari Costituzionali concluderà l’esame della proposta di legge per l’istituzione della Commissione Antimafia; alle 14 la Giustizia ascolterà le comunicazioni del Ministro della giustizia Alfonso Buonafede sulle linee programmatiche del suo Dicastero e si confronterà sullo schema di decreto legislativo relativo alla riforma dell'ordinamento penitenziario. Le commissioni Bilancio di Camera e Senato ascolteranno il presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio Giuseppe Pisauro nell'ambito dell'esame dello schema di decreto sul completamento della riforma della struttura del bilancio dello Stato.
Alle 8.30 la Finanze ascolterà il Comandante generale della Guardia di finanza generale Giorgio Toschi sull'operatività del Corpo e alle 13.30 il Direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli Giovanni Kessler sulle tematiche relative all'operatività dell'Agenzia. La Commissione Ambiente esaminerà il decreto terremoto. La Trasporti si confronterà sullo schema di decreto legislativo sui requisiti tecnici per i mezzi adibiti alla navigazione interna. La Affari Sociali svolgerà diverse audizioni sullo schema di decreto legislativo sul codice del Terzo settore. La Commissione Agricoltura svolgerà alcune audizioni sulle problematiche del comparto agricolo e agroalimentare.
Manca l’accordo politico su Copasir e Vigilanza Rai
Tutto da rifare. Salta anche la fragile e flebile intesa tra maggioranza e opposizione sulla composizione degli Uffici di presidenza delle Commissioni di garanzia e delle giunte; così Roberto Fico e Elisabetta Casellati non possono far altro che concedere un'altra settimana di tempo ai partiti per sbloccare una situazione che sta diventando quasi paradossale. Il Governo è formato da oltre un mese, le Commissioni permanenti sono già al lavoro, i numeri e i rapporti di forza sono chiari, eppure la commissione di Vigilanza Rai e Copasir non si sono ancora insediate.
Se ne riparlerà mercoledì prossimo, giorno in cui i presidenti di Camera e Senato hanno convocato tutti gli organismi di garanzia, obbligando i gruppi parlamentari a dialogare per superare l'impasse. Le posizioni non cambiano: la Lega gradirebbe un esponente di Fratelli d'Italia alla guida del Comitato per la sicurezza della Repubblica anziché uno del Partito Democratico (per quel ruolo i dem hanno individuato da tempo la figura di Lorenzo Guerini, ritenuto troppo renziano dal Carroccio per avallarne l'elezione).
Sull'altro versante, quello relativo alla commissione di Vigilanza sulla Rai, è invece il Movimento 5 Stelle che vorrebbe evitare che il successore di Roberto Fico sia un pezzo da novanta di Forza Italia, visto che in lizza ci sono Maurizio Gasparri e Paolo Romani. I pentastellati preferirebbero un parlamentare del Partito Democratico anziché un berlusconiano che potrebbe creare malumori tra i sostenitori M5S, ai quali andrebbe spiegato perché, dopo aver cavalcato il tema del conflitto di interessi per il Cav, ora sarebbero pronti a votare uno dei suoi uomini nell'organismo di controllo della televisione pubblica. La matassa è resa ancora più ingarbugliata da un'altra votazione in programma sempre per il 18, quella per la scelta dei 4 nuovi componenti del Consiglio di amministrazione di viale Mazzini, due di competenza della Camera e due del Senato.