Salvini - Di Maio: passi avanti. Premier terzo e governo snello

“Passi avanti significativi”, annunciano Matteo Salvini e Luigi Di Maio dopo il nuovo faccia a faccia di ieri mattina. I due leader potrebbero tornare a vedersi già oggi o nella giornata di domani; sicuramente entro domenica dovranno chiudere l’accordo, sia sulla squadra di governo sia sul programma: è quella, infatti, la dead line fissata dal Colle.

Ma che la strada non sia più in salita s’intuisce quando dopo il faccia a faccia tra Di Maio e Salvini viene diffusa una nota congiunta in cui si sottolinea il “clima positivo per definire il programma e le priorità di governo”, e si spiega che “sulla composizione dell'esecutivo e sul premier sono stati fatti significativi passi in avanti nell'ottica di una costruttiva collaborazione tra le parti con l'obiettivo di definire tutto in tempi brevi per dare presto una risposta e un governo politico al Paese”.

Ancora nessuna intesa sul Premier

Ma è ancora impasse sul premier e sul ruolo degli stessi Salvini e Di Maio. Tramontata l'ipotesi di una staffetta tra i due, torna a farsi largo il nome terzo, una personalità di alto profilo che raccolga il placet dei due leader ma anche quella del Presidente della Repubblica. Anche in questo caso le posizioni non sarebbero del tutto concordi tra una figura super partes e tecnica e una, invece, più politica.

Ancora da definire, poi, il ruolo dei due leader: resta in piedi, ma senza conferme, l'ipotesi che entrambi possano divenire vicepremier e che al contempo possano guidare due ministeri importanti come gli Esteri, cui punta Di Maio, e l’Interno voluto da Salvini. Secondo altre fonti, invece, potrebbero scegliere di restare fuori dal governo, dove invece siederanno i rispettivi fedelissimi.

Secondo gli uomini vicino al leader pentastellato l’intenzione sarebbe quella di costruire una squadra di governo snella composta al massimo da 20 ministri di cui 13 con portafoglio. L’obiettivo è arrivare al giuramento davanti al Capo dello Stato alla fine della settimana prossima per poi presentarsi alle Camere per ricevere la fiducia.

Nel toto nomi figurano i grillini Alfonso Bonafede (già indicato da Di Maio in campagna elettorale come Guardasigilli) e Riccardo Fraccaro (eletto Questore anziano della Camera); circola anche il nome di Laura Castelli. Sul fronte Lega resiste il nome di Giancarlo Giorgetti, il braccio destro di Salvini; in pole anche i nomi di Armando Siri, Claudio Borghi e Alberto Bagnai, così come quelli di Raffaele Volpi, Nicola Molteni e Giulia Bongiorno.

Proseguono i lavori tra Lega e M5S sul contratto di Governo

Intanto ieri è partito il tavolo che dovrà stilare il contratto di governo. E anche in questo caso Movimento 5 Stelle e Lega tengono a evidenziare i punti di contatto: “Moltissime convergenze”, e “totale sintonia” sono le espressioni più gettonate al termine della prima riunione: si va dalla flat tax al reddito di cittadinanza, dall’abolizione della legge Fornero alle questioni legati al contrasto all’immigrazione clandestina.

A fine serata Luigi Di Maio dichiara: “Non posso nascondere la gioia e la contentezza perché finalmente possiamo iniziare a occuparci dei problemi dell'Italia”, ma non nasconde le difficoltà: “Discuteremo di tutto quello che c’è nei programmi, bisognerà mettere insieme i punti di due programmi che non sempre sono compatibili”. E Matteo Salvini mette in chiaro: “Il tema dell'immigrazione, della sicurezza e degli sbarchi sarà parte fondante del programma del Governo”.

Comunque sia alla fine della giornata arriva una nuova nota congiunta M5S - Lega, dove vengono indicati i punti chiave del programma: superamento della Legge Fornero, sburocratizzazione e riduzione di leggi e regolamenti; reddito di cittadinanza, con iniziale potenziamento dei centri per l'impiego; introduzione di misure per favorire il recupero dei debiti fiscali per i contribuenti in difficoltà; studio su minibot e flat tax; riduzione dei costi della politica, lotta alla corruzione, contrasto all'immigrazione clandestina, legittima difesa.

Il Quirinale è pronto valutare incarico, ma blinda Ue ed Euro

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è in attesa dell’esito di quest’ultimo tentativo per dar vita a un governo politico targato Lega – M5S. Quello che è certo è che si aspetta dai due partiti di ricevere entro domenica sera una proposta definitiva.

Se le forze politiche gli garantiranno che un accordo è stato chiuso, il Capo dello Stato è pronto a convocare i leader e i gruppi parlamentari dei partiti che intendono sostenere la maggioranza che gli dovranno fornire il nome del presidente del Consiglio individuato. Quindi l'incarico secco e qualche giorno per risalire al Colle con la lista dei ministri. Questo è lo schema si può delineare, sapendo che il Presidente ha sempre nel cassetto il suo governo di garanzia.

Naturalmente il passaggio al Quirinale per la nomina dei ministri non sarà solo un atto formale: essi sono proposti dal premier ma nominati dal Presidente della Repubblica, che può dunque dire la sua. In questa fase, Mattarella porrà grandissima attenzione sui nomi del componenti del prossimo esecutivo.

Per il Presidente dovranno essere garantiti con fermezza l’adesione al patto atlantico e all’Unione Europea, il rispetto dei Trattati internazionali, la lealtà verso i vincoli di bilancio e i principi di solidarietà; con ciò non intende condizionare ma semplicemente garantire che le dure critiche, più volte espresse da Matteo Salvini e Luigi Di Maio, non siano distruttive ma costruttive.



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