I prossimi giorni sembrano in grado di riservare sorprese in merito al futuro del governo guidato da Matteo Renzi. Ai noti problemi interni al Partito democratico si sono infatti aggiunti i malumori del Nuovo centrodestra e le operazioni “separatiste” dei senatori di Forza Italia vicini a Denis Verdini. Renzi ha sciolto un primo nodo tra quelli riguardanti il Partito, con la scelta del capogruppo alla Camera, carica vacante dopo le dimissioni di Roberto Speranza, il 15 aprile scorso. Il gruppo Dem a Montecitorio si riunirà infatti martedì prossimo e in quella sede Renzi proporrà il proprio candidato, che probabilmente sarà Ettore Rosato, attuale vicecapogruppo vicario, vicino a Dario Franceschini. Il candidato dovrà poi essere votato dai deputati. A questa prima casella seguiranno altre riguardanti il partito e altri incarichi parlamentari. Dopo la rottura di Speranza e di un'altra quarantina di deputati che non hanno votato la fiducia sulla legge elettorale, i rapporti di forza all'interno del partito si sono modificati. La ex componente guidata da Speranza, Area Riformista, si è spaccata con una cinquantina di esponenti che non hanno condiviso la scelta dell'ex capogruppo ed hanno invece votato la fiducia. Ora il gruppo di Speranza dovrebbe dar vita ad un’unica componente assieme all'area guidata da Gianni Cuperlo. Renzi voleva valorizzare il gruppo che prima era in Area Riformista, guidato da Matteo Mauri e Cesare Damiano, che con un po' di sarcasmo vengono chiamati – come si fece nella scorsa legislatura con i deputati che garantirono la maggioranza al governo Berlusconi IV – “Responsabili” dagli ex colleghi di corrente: per un certo tempo si era pensato proprio ad uno di loro per la guida del gruppo, per mantenere lo schema usato con la presidenza di Roberto Speranza, ma tale soluzione non era però gradita dagli altri circa 200 deputati della maggioranza interna (su 309 totali). Rimane l'intenzione di Renzi di rivedere anche la segreteria. Tra le ipotesi c'è quella di affidare ad una persona l'organizzazione, oggi in carico a Guerini, che continuerebbe a dedicarsi al proprio ruolo di vicesegretario. Proprio questa casella o quella degli Enti Locali potrebbe essere assegnata a Mauri o ad un altro esponente del gruppo che ha detto “no” alla minoranza dei duri e puri. Ai primi di luglio poi alla Camera e al Senato verranno rieletti i presidenti della Commissioni, e quelle oggi di Forza Italia (4 alla Camera e 2 al Senato) dovrebbero essere assegnate a esponenti dei partiti di maggioranza e delle varie componenti del Pd, così da rendere anche più forte il legame tra governo e la sua maggioranza parlamentare. Ad ogni modo, fervono le trattative per la costituzione di un nuovo gruppo parlamentare al Senato. Operazione guidata da Denis Verdini e dai suoi fedelissimi. Negano una loro adesione le “tosiane” Bellot, Bisinella e Munerato e smentiscono anche Antonio Scavone, Giuseppe Compagnone, Giuseppe Ruvolo e l'ex ministro Saverio Romano. La “lista Verdini” includerebbe gli azzurri Mazzoni, Conti e Villari, i senatori di Gal D'Anna, Barani e Giovanni Mauro e la coppia Bondi-Repetti, attualmente nel gruppo Misto; rimane in sospeso l’adesione di Compagnone, Scavone e Ruvolo. Con il gruppo dei “responsabili” già bello e fatto, la maggioranza acquisirebbe 5 senatori in più dal Misto, 3 in più da FI e 5 da Gal, e arriverebbe a quota 180, senza contare i voti di un paio di senatori Gal (Naccarato e Davico) che potrebbero aggiungersi. Intanto, nelle prossime ore, si capirà come decideranno di comportarsi i parlamentari di Ncd pronti a togliere il sostegno all'esecutivo di cui è vicepremier il leader Angelino Alfano; sarà fondamentale, a questo proposito, vedere come voteranno i senatori del Pd sulla richiesta d’arresto per il Presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Madama, Antonio Azzollini.
Nella seduta di ieri il Consiglio dei ministri ha licenziato alcuni decreti legislativi attuativi delle deleghe del JobS Act. Cambia la disciplina della cassa integrazione – prevista la sua estensione e un sistema bonus-malus per i contributi delle aziende -, arrivano ammortizzatori sociali ordinari per le Pmi, cambia il regime dei congedi parentali e delle collaborazioni a progetto dal 2016. È stato inoltre approvato l’atteso decreto-legge sugli enti territoriali che contiene numerose norme sull’assetto e sui bilanci di comuni e regioni.