In meno di 48 ore Paolo Gentiloni, ricevuto l’incarico dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di formare un nuovo Governo all’indomani delle dimissioni di Matteo Renzi per via dell’esito fortemente negativo del referendum, ha formato un nuovo Governo che ha giurato davanti al Capo dello Stato e che tra oggi e domani si recherà alla Camera e al Senato per ricevere la fiducia del Parlamento.
Il premier incaricato ha svolto un velocissimo giro di consultazioni e ieri sera alle 17.30 è salito al Quirinale per consegnare la lista della nuova squadra di Governo nelle mani del Presidente. Il colloquio con il Capo dello Stato è durato all’incirca un’ora e mezza e successivamente Paolo Gentiloni ha accettato l’incarico e reso noti i componenti del suo esecutivo.
Il nuovo Governo è composto da 18 ministri. Sono quindi diventanti ministri senza portafoglio: Anna Finocchiaro ai rapporti con il Parlamento, Marianna Madia confermata alla semplificazione e pubblica Amministrazione, Enrico Costa agli affari regionali, mentre Claudio De Vincenti sarà il responsabile alla coesione territoriale e al mezzogiorno e Luca Lotti allo Sport. Per quanto riguarda i ministri: Angelino Alfano passa dal Viminale alla guida del Ministero degli esteri, all'interno vaMarco Minniti già sottosegretario alla Presidenza del consiglio con delega ai servizi, la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli sostituisce al Ministero dell’istruzione Stefania Giannini. Confermati poi alla giustizia Andrea Orlando, alla difesa Roberta Pinotti, all'economia Pier Carlo Padoan, allo sviluppo economico Carlo Calenda, alle politiche agricole Maurizio Martina, all'ambiente Gian Luca Galletti, alle infrastrutture e ai trasportiGraziano Del Rio, al lavoro Giuliano Poletti, ai beni culturali Dario Franceschini, alla salute Beatrice Lorenzin. Declassata al ruolo di sottosegretario alla Presidenza del consiglio, l’ex ministro per le riforme e i rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi.
Gentiloni, nel suo breve discorso davanti alla stampa, ha dichiarato: "Come si può vedere dalla sua composizione,il governo proseguirà nell'azione d'innovazione" dell'esecutivo Renzi. "Ho messo tutto il mio impegno per la soluzione più rapida possibile" della crisi, ha sottolineato; "il Governo si adopererà per aiutare il lavoro tra le forze politiche per la stesura delle nuove regole elettorali". Ma non solo questo: lo stesso referendum dimostra come "vi siano sacche di disagio tra il ceto medio e soprattutto nel Mezzogiorno. Il lavoro sarà la vera priorità dei prossimi mesi". Intorno alle 20 il nuovo Governo ha giurato davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e successivamente si è svolta la cosiddetta cerimonia della campanella che segna il passaggio di consegne tra il presidente uscente e quello che subentra: diversamente di quello tra Letta a Renzi, l’evento è stato contraddistinto da un’atmosfera estremamente distesa, tra strette di mano e sorrisi.
A segnare l’inizio del cammino del nuovo Governo targato Gentiloni, che di fatto non altera in maniera significativa la squadra rispetto al precedente Esecutivo, è la decisione di non includere nessun membro della componente di Denis Verdini. Nelle scorse ore si era parlato della possibile promozione del vice ministro all’Economia Enrico Zanetti alla guida di un ministero, poi però la retromarcia e la definitiva esclusione. La decisione è importante non solo perché allontana l’area verdiniana dal Governo in ragione dei fortissimi malumori interni del Partito Democratico ma soprattutto perché ha provocato l’abbandono, almeno per il momento, del sostegno di Ala-Sc al Governo. In una nota,Denis Verdini ed Enrico Zanetti hanno informato dell’intenzione di negare la fiducia all’Esecutivo: " Non voteremo la fiducia a un Governo intenzionato a mantenere uno status quo. Il Governo deve assicurare il giusto equilibrio tra rappresentanza e governabilità, senza rinunciare, in nome di pasticciate maggioranze, a quest'ultimo principio. Preferiamo l'originale alla fotocopia". Questa presa di posizione di certo segnerà in modo importante non solo i rapporti politici interni ma avrà l’effetto di ridurre la maggioranza parlamentare, in particolare al Senato nel quale il Governo senza il gruppo di Verdini, che è costituito da 18 senatori, potrà contare su di una maggioranza risicata.
Nel campo delle opposizioni, la tensione politica rimane altissima. Il Movimento 5 Stelle e laLega Nord hanno disertato le consultazioni ed hanno annunciato che non parteciperanno al voto di fiducia ed invocato la piazza.Beppe Grillo ha dichiarato, al termine di uno spettacolo, che da oggi i parlamentari del Movimento staranno al di fuori delle aule parlamentari. Luigi Di Maio, dopo avere incontrato brevemente Grillo, ha spiegato: "è del tutto chiaro che domani non andremo in aula a votare una fiducia a un Governo fantoccio. Poi nelle prossime ore conoscerete tutte le iniziative del movimento. Perché è chiaro: c'è un palazzo e c'è una politica che si arrocca nel palazzo e poi ci siamo noi che abbiamo sempre portato avanti battaglie apostrofate come populiste ma che invece erano i temi dei cittadini. Continueremo a stare con i cittadini". La Lega Nord di Matteo Salvini , appoggiata da Giorgia Meloni di Fratelli di Italia, ha preannunciato una serie di iniziative su tutto il territorio nazionale per raccogliere le firme per richiedere di andare a votare; il 22 gennaio sarà quindi organizzata una grande manifestazione per dire No al Governo Gentiloni. Più cauta, rispetto i toni rivoluzionari degli altri partiti di opposizione, la linea di Forza Italia che annuncia, tramite il proprio capogruppo alla Camera Renato di Brunetta, l’intenzione di non fare nessuno sconto al Governo.
Ieri mattina si è riunita la Direzione del Partito Democratico con l’obiettivo di ricompattare il partito prima che la delegazione incontrasse per le consultazioni il Presidente del Consiglio incaricato Paolo Gentiloni. L’occasione è stata anche utile per un primo confronto interno dopo l’esito del referendum costituzionale e le dimissioni di Renzi. Nel suo intervento, il Segretario del PD ha ribadito l’intenzione di avviare la fase congressuale ma che la decisione sarà assunta dall'Assemblea Nazionale che si riunirà in via straordinaria domenica 18 dicembre a Milano e alla quale spetta anche di definire le modalità delle candidature. Sebbene la decisione abbia suscitato non poche critiche da parte di alcune componenti interne al Partito Democratico, che avrebbero preferito una fase di confronto molto più approfondita, ieri Matteo Renzi è stato molto chiaro: il Partito Democratico, in vista delle prossime elezioni, farà un congresso così da arrivare all’appuntamento elettorale con la massima legittimazione interna. Com'era da aspettarsi, la reazione della minoranza interna è stata molto dura: Roberto Speranza ha portato in direzione un documento politico firmato dalla minoranza (ad eccezione della componente cuperliana) con il quale si ribadisce la scelta di dare il pieno appoggio al Governo Gentiloni ma di conservare una certa libertà sui singoli provvedimenti. Una simile posizione suona quasi come un appoggio esterno e condizionato, ma il leader della minoranza ha anche chiesto discontinuità al prossimo Governo ma sopratutto alla guida del Partito, e provocatoriamente ha posto la domanda se ci sia ancora posto nel PD per coloro che si sono schierati con il NO.
L’Assemblea del Senato è convocata alle 9.30 per le comunicazioni del Presidente Piero Grasso. Con ogni probabilità, domani il nuovo Governo si presenterà davanti all’Aula di Palazzo Madama per la fiducia. Nella giornata di oggi le Commissioni non si riuniranno ad eccezione della Sanità che riprenderà l’esame dello schema di DPCM sulla definizione e l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (LEA) su cui svolgerà diverse audizioni.
Per quanto riguarda l’altro ramo del Parlamento, l’Assemblea della Camera si riunirà a partire dalle 11 per le comunicazioni del Governo e per il voto di fiducia al nuovo Esecutivo. Passando ai lavori delle Commissioni, la Affari costituzionali si confronterà sullo schema di decreto legislativo recante istituzione e disciplina del servizio civile universale. La Commissione Giustizia esaminerà lo schema di decreto ministeriale relativo al regolamento sulle modalità di costituzione delle camere arbitrali, di conciliazione e degli organismi di risoluzione alternativa delle controversie. La Commissione Esteri svolgerà diverse audizioni nell’ambito dell’esame della ratifica, già approvata dal Senato, dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica francese per l'avvio dei lavori definitivi della sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino - Lione. La Commissione Affari sociali riprenderà l’esame dello schema di DPCM sulla definizione e l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (LEA).
Al Comune di Roma, dopo mesi di fortissime tensioni politiche, arriva l’ennesima tegola per la giunta Raggi. L'assessora all'Ambiente, Paola Muraro, si è dimessa. L'annuncio è arrivato in piena notte attraverso una nota. "Oggi, tramite il mio legale, la Procura di Roma mi ha notificato un avviso di garanzia. Contestualmente sono stata informata che verrò ascoltata dalla Procura il prossimo 21dicembre. Sono tranquilla e convinta di riuscire a dimostrare la mia totale estraneità ai fatti. Tuttavia, per senso di responsabilità istituzionale e per rispetto verso questa amministrazione, ho deciso di dimettermi in attesa di chiarire la mia posizione". Dimissioni che sono destinate a fare rumore e che sono già state accettate dalla Raggi che nel pieno dell’approvazione del Bilancio dovrà cercare un nuovo assessore.