Le prossime saranno ore fondamentali per la sorte della legge elettorale. Basterà un piccolo intoppo per compromettere definitivamente le tempistiche delineate nei piani della componente renziana del Pd e del governo. Lo scontro tra le varie forze politiche ruota intorno ai capilista bloccati previsti dall'ultima versione dell'Italicum, soluzione particolarmente invisa alla sinistra dei democratici. Alle 20 scadrà il termine per la presentazione degli emendamenti. Presumibilmente il Senato avrà non più di 15 giorni per completare le votazioni prima della convocazione dei Grandi elettori per l'elezione del successore del presidente Napolitano. Tempi molto stretti che potrebbero costringere l'assemblea della Camera alta ad un lavoro a tappe forzate per evitare di procrastinare il voto finale sulla normativa elettorale. La commissione Affari costituzionali riprenderà l'analisi dei disegni di legge per regolamentare l'attività di rappresentanza di interessi. La commissione Finanze continuerà invece i suoi lavori sulla riforma dell'attività di consulenza finanziaria, sulla delega per la riforma dei confidi e sulla modifica del prestito vitalizio ipotecario. I rappresentanti di Aniem e Fise Anip saranno ascoltati dalla commissione Lavori pubblici in relazione al dibattito su un disegno di legge delega in cui si propone di attuare una direttiva europea in materia di appalti. Il commissario straordinario dell'Ilva, Pietro Gnudi, sarà audito dai componenti delle commissioni Industria e Territorio in merito alla conversione del decreto-legge con cui si propone la nazionalizzazione del grande gruppo siderurgico. Atto urgente che sarà al centro della convocazione della commissione Sanità, chiamata a fornire il proprio parere. La Commissione Territorio, infine, dopo alcune audizioni informali sul collegato ambientale, riprenderà i lavori in sede referente sul medesimo provvedimento.

A Montecitorio proseguiranno i lavori sulla revisione della seconda parte e del Titolo V della Costituzione. Terreno che rischia di diventare molto scivoloso per la maggioranza di governo, determinato a investire gran parte della sua responsabilità politica sulla modifica della legge fondamentale. Il voto sui tantissimi emendamenti presentati procede molto a rilento e sono nate alcune polemiche sulla possibilità di procedere con lo scrutinio segreto. La Giunta del Regolamento della Camera, infatti, ha deciso di limitare lo scrutinio segreto a “massimo 6-7 emendamenti”, su minoranze linguistiche e par condicio ed escludendolo perciò sulla materia elettorale, come richiesto dalle opposizioni. Il Movimento 5 stelle non ha tardato a manifestare il proprio dissenso, attaccando il governo e poi, in Aula, la presidente della Camera Laura Boldrini. Oggi si dovrebbe riuscire a votare il primo emendamento a voto segreto, tappa dell'istruttoria che potrebbe lasciare mani libere a chi non desidera altro che affossare il Patto del Nazareno. I rappresentanti dell'Associazione bancaria italiana saranno ascoltati dalla commissione Finanze e dalla commissione Attività produttive nell’ambito della discussione di alcune risoluzioni in materia di revisione della disciplina concernente l'obbligo di accettare pagamenti mediante carte di debito e misure a sostegno del commercio elettronico. La commissione Cultura e la commissione Affari sociali svolgeranno invece l'audizione del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini, sugli orientamenti del Governo in materia di accesso ai corsi di Laurea e alle scuole di specializzazione in medicina.

Oggi si concluderà il semestre italiano di presidenza del Consiglio dell'Unione europea. Una fase della politica internazionale che aprirà una stagione di incertezza nella politica domestica. Il termine del mandato italiano sancisce infatti la fine anticipata del secondo mandato di Giorgio Napolitano. Le dimissioni del presidente della Repubblica arriveranno con tutta probabilità nella giornata di domani. Renzi, alla vigilia delle grandi manovre, è convinto di avere il campo da gioco sotto controllo, di riuscire ad approvare entro il 29 gennaio le riforme trovando in parallelo il candidato ed i numeri per il Colle. Ottimismo che si scontra con le contromosse di una fronda interna al Pd sempre più agguerrita. Intanto oggi sarà presentato dalla Commissione Ue il documento sulla flessibilità. Si capirà se le spese per investimenti potranno essere messe “fuori Patto”. Così come richiesto da Palazzo Chigi a Bruxelles.



Seguici sui Social


2

Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

Vuoi ricevere tutti i nostri aggiornamenti in tempo reale? Seguici sui nostri canali social