renzi-fiducia-senato 640Il ddl per la promozione dell'equilibrio di genere nella rappresentanza politica alle elezioni per il Parlamento europeo della vicepresidente del Senato Valeria Fedeli e quello sulle norme per l'elezione dei membri del Parlamento europeo dell'omologo Roberto Calderoli  continueranno a essere all'attenzione di Palazzo Madama. Un cammino turbato dai veti incrociati delle varie forze politiche; c'è infatti chi spinge per l'approvazione delle quote rosa per Strasburgo e chi vorrebbe rivedere al ribasso – o eliminare del tutto – la soglia per accedere alla spartizione proporzionale dei seggi dell'assemblea UE. Oggi potrebbe essere siglato una sorta di baratto tra il Pd e le altre forze politiche: i democratici sono pronti a rinunciare ad un buon numero di seggi a patto che gli altri partiti si impegnino – Ncd in testa – per arrivare ad una rapida approvazione del ddl Delrio in materia di Province e Città metropolitane. Un passo avanti che per funzionare dovrà poter contare sul sostegno di Lega e Forza Italia in commissione Affari costituzionali, l'organo in cui si è arenato il testo sulla riorganizzazione degli Enti locali intermedi. La commissione Finanze, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sugli organismi della fiscalità e sul rapporto tra contribuenti e fisco, ospiterà l'audizione dei rappresentanti di SALFI, FLP Finanze e DIRSTAT, sigle sindacali dei dipendenti del MEF. Nel pomeriggio il ministro della Salute Beatrice Lorenzin sarà audita dalla commissione Sanità sul caso “Avastin-Lucentis”, appuntamento che sarà seguito da un'altra audizione, quella del Centro nazionale sangue (CNS).

L'aula di Montecitorio sarà impegnata per tutta la giornata con il voto della questione di fiducia apposta dal Governo sul decreto-legge con cui si dispone il rifinanziamento delle missioni internazionali e dei progetti di cooperazione. Provvedimento che troverà la ferma opposizione di Sel, MoVimento 5 stelle e Lega nord, così come emerso anche durante le fasi della discussione generale. La commissione Finanze porterà avanti l'analisi del dl contenente “Disposizioni urgenti in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all’estero, nonché altre disposizioni urgenti in materia tributaria e contributiva e di rinvio di termini relativi ad adempimenti tributari e contributivi”, da cui è stato soppresso il primo articolo, relativo al rientro dei capitali detenuti all’estero. Nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla strategia energetica nazionale e sulle principali problematiche in materia di energia, la commissione Attività produttive ascolterà i rappresentanti di ASCOMAC (Federazione nazionale commercio macchine). I rappresentanti della Conferenza Stato-Regioni saranno invece auditi dalla commissione Affari sociali in relazione all'indagine conoscitiva sull'organizzazione dell’attività dei medici che svolgono gli accertamenti sanitari per verificare lo stato di salute del dipendente assente per malattia.

Matteo Renzi dovrà fare di tutto per riuscire a portare avanti i suoi piani. Per ora le misure adottate nel Consiglio dei Ministri di ieri hanno convinto solo i deputati della sua corrente ed una parte del sindacato. La prima prova del fuoco arriverà durante la mattinata quando si intensificheranno le contrattazioni sulle principali piazze europee; gli investitori faranno infatti comprendere la propria reazione in merito all'aumento della tassazione sulle rendite finanziarie (titoli di Stato esclusi). Ci penserà anche la Commissione europea a mettere sotto esame l'agenda economica dell'inquilino di Palazzo Chigi; secondo alcune fonti sarebbe già trapelata preoccupazione per alcune scelte in grado di far tornare a salire il rapporto tra deficit e Pil, percentuale che si riavvicinerebbe pericolosamente a quel vincolo del 3 per cento imposto dai Trattati della UE. Renzi ha capito che il suo non sarà un mandato in discesa. Illustrando i provvedimenti assunti dal Cdm ha criticato espressamente la burocrazia ministeriale e i frenatori amanti dello status quo. Difficoltà che, almeno per il momento, non sembrano però scalfire la sua verve. Non a caso, ha spiegato che intende chiedere al commissario per la spending review, Carlo Cottarelli, di arrivare a tagli per 7 miliardi entro l'anno. Un'azione più incisiva rispetto ai 3 miliardi di riduzione della spesa pubblica individuati sino a questo momento. Eppure, l'aver rinunciato all'adozione di una serie di decreti-legge – limitandosi a quelli sull'emergenza abitativa e sul lavoro a tempo determinato e l'apprendistato  -  rischia di essere percepito come indice di debolezza. Non più di qualche giorno fa il Premier aveva annunciato una riforma al mese. Per ora si è limitato a definire un cronoprogramma sulle riforme in materia economica. 



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