Con il disegno di legge sulla “Buona scuola”e le linee guida sul ddl di riforma della RAI il presidente del Consiglio ha dato il via a una nuova fase della sua agenda politica. Matteo Renzi vuole dare una scossa al Paese senza prestare particolare attenzione al dibattito interno ai partiti. Il segretario del Partito democratico “sfida il Parlamento” a fare bene, ma soprattutto a fare “presto, perché l'Italia non ha tempo da perdere”. Non si può temporeggiare sui centomila insegnanti precari di cui  il ddl ne prevede l’assunzione dal prossimo settembre. Ma, spiega il premier, non può aspettare oltre neanche la trasformazione della RAI in “una delle più grandi imprese culturali d'Europa”, con un “capo azienda” indicato dal governo e un consiglio di amministrazione eletto dal Parlamento in seduta comune. Il disegno di legge sulla “Buona scuola” dovrebbe essere presentato in Parlamento lunedì prossimo e non ci saranno né passi indietro né rallentamenti. Perché le assunzioni possano avvenire a settembre bisogna approvare al più presto la legge: per questo c'era stata forte pressione per un decreto-legge. Ma Renzi si dice convinto che il Parlamento ce la possa fare e lancia un appello che è anche una sfida: “Abbiamo ricevuto una positiva disponibilità di altri partiti e siamo pronti a correre insieme al Parlamento: se vogliono fare meglio di noi lo facciano, basta che facciano presto perché l'Italia non ha tempo da perdere”. Se i tempi si allungassero troppo, spiegano fonti di governo, il premier sarebbe pronto ad avocare a sé l'intervento con un decreto legge. Percorso parallelo per la riforma della RAI, che deve essere una rivoluzione “culturale”. Renzi, dopo aver accarezzato l’idea di un decreto legge, ha deciso di intervenire con un ddl, di cui il Consiglio dei Ministri ha esaminato le linee guida per proseguire - con la possibile approvazione - la prossima settimana. “Non vogliamo mettere le mani sulla Rai ma dare ossigeno all'azienda”, mette in chiaro il premier, dopo le accuse ricevute dall'opposizione. Per far quello, aggiunge, sarebbe bastato “nominare il prossimo cda”. E invece l'idea del leader del Pd è affidare la guida dell'azienda – che avrà un canale culturale senza pubblicità – a un amministratore nominato dal governo e confermato da un consiglio di amministrazione più snello di quello attuale, ma con un membro scelto dai dipendenti e gli altri eletti dal Parlamento in seduta comune, “come il presidente della Repubblica”, a sottolineare l'importanza della RAI per il Paese.

Il Consiglio dei Ministri, inoltre, ha approvato un decreto legge per lo svolgimento dell’election day della prossima primavera per il rinnovo dei presidenti e dei consigli di 7 regioni a statuto ordinario (Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Campania e Puglia) e per il turno annuale di elezioni amministrative che interesserà 515 comuni. La prima domenica utile risulta essere il 31 maggio 2015. Questo pomeriggio il presidente del Consiglio sarà a a Sharm El Sheik: l'unico leader europeo a partecipare al Forum economico dove l'Egitto del presidente al Sisi ha chiamato a raccolta ottanta Paesi con più di mille tra imprenditori, politici e diplomatici. Una sorta di road show del Paese delle piramidi che invita a investire tra i 10 e i 12 miliardi di dollari nel Paese. La missione sul Mar Rosso del presidente del Consiglio prevede un faccia a faccia con al Sisi: incontro durante il quale sarà fatto il punto sulla crisi della Libia e sulle prossime mosse della comunità internazionale. Argomento al quale Renzi sta lavorando da diverse settimane, cercando un'intesa anche con la Russia, così come ha sottolineato durante le interlocuzioni con Bernardino Leon, l'inviato speciale delle Nazioni Unite. Meno di un mese fa il premier aveva inviato al Cairo il suo emissario, il sottosegretario ai Servizi segreti Marco Minniti, per una visita-lampo e top secret, cui aveva consegnato una lettera da recapitare al generale Sisi “per creare una coalizione internazionale al fine di far fronte alla formazione terroristica in Libia” e “rafforzare i negoziati” tra le parti sulla Libia. Negoziati, in corso in questi giorni in Marocco - dove è volato anche l'ambasciatore italiano in Libia, Buccino – per tentare quella che, al momento, Roma continua a sostenere come la strada maestra: la via diplomatica e politica per il raggiungimento di una unità nazionale libica, in grado di combattere la minaccia terroristica dell'Isis. Di certo la Libia per Renzi oggi è tra le priorità della sua politica estera, complici anche le emergenze migratorie. E il rapporto con l'Egitto - che si è già schierato anche con propri raid nel paese nordafricano - è cruciale nella partita. Come lo è la Russia di Putin. Due paesi che potrebbero rappresentare un'alternativa a quell'asse Nato-Usa ancora restii ad occuparsi a pieno titolo del problema.



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