letta renziIl premier Enrico Letta rassegnerà le dimissioni nella mattinata di oggi. La direzione nazionale del Partito democratico ha infatti deciso di “sfiduciare” l'attuale Esecutivo, accusato di non essere stato in grado di fornire risposte adeguate alla situazione in cui versa il Paese. Prima di salire al Quirinale, Letta sarà impegnato nell'ultimo Consiglio dei Ministri, convocato per le 11.30. Il suo posto sarà preso da Matteo Renzi, il segretario dem ha incassato una delega molto ampia dal suo partito, dovrà formare un Governo e dimostrare di essere in grado di portare a casa le riforme istituzionali e la riforma del Titolo V della Costituzione. Missioni difficilissime che hanno visto sconfitti tutti i protagonisti della seconda repubblica. Il sindaco di Firenze, allo stesso tempo, è consapevole di aver orchestrato una “manovra di palazzo” in grado di causare notevole malcontento tra gli italiani e tra gli stessi militanti del Pd. Un passo obbligato imposto da una “ambizione smisurata” che ha rivendicato di fronte al massimo organo del suo partito. La preoccupazione serpeggia anche tra i suoi fedelissimi e nella sua segreteria. “Quando Renzi appoggiava il governo Letta non immaginava che la crisi economica si facesse sempre più aspra. Renzi ha scelto la strada più difficile, quella impopolare e che potrebbe anche bruciarlo, ma Renzi rischia per non far rischiare l'Italia”, ha spiegato il deputato Pd Dario Nardella, fedelissimo del premier in pectore e già vicesindaco di Firenze. “L'intenzione non è quella di fare un processo a Enrico Letta - ha aggiunto - la questione è vedere l'emergenza di una fase che sta cambiando”. Per Nardella “Renzi metterà in campo molto velocemente le azioni che aveva annunciato, partendo dal tema del lavoro e proseguendo sulle riforme istituzionali con la legge elettorale. La risposta non è andare al voto, ma dare soluzioni. Non possiamo scappare evocando ogni volta le elezioni, soprattutto con questa legge elettorale con la quale - ha concluso - sarebbe impossibile indicare un vincitore”. Prima di declinare un qualsiasi programma elettorale sarà necessario comprendere quali saranno i confini della prossima maggioranza di governo. Angelino Alfano, leader del Nuovo centrodestra e titolare del Viminale nel governo dimissionario, ha chiarito di non essere disponibile a sostenere un “governo politico di centrosinistra”. Deputati e senatori di Ncd cercheranno quindi di stringere un “patto alla tedesca” in cui siano chiari punti ed obiettivi di Renzi, operazione – è abbastanza chiaro – che dovrà essere accompagnata dal riconoscimento di un numero adeguato di Ministeri. Per il momento Sel e MoVimento 5 stelle si dicono indisponibili a votare la fiducia ad un governo guidato dal segretario dem; anche se in tanti giurano che dentro entrambe le forze politiche siano in corso dei movimenti e delle trattative con alcuni emissari piddini.  

 

Quella appena trascorsa è stata una notte di riflessione per Giorgio Napolitano. Sarà infatti il presidente della Repubblica a dettare i tempi per le consultazioni ed il conferimento di un incarico a Matteo Renzi. Con tutta probabilità saranno disattese le richieste arrivate da Forza Italia e M5S, partiti che pretendono che si parlamentarizzi la crisi con un passaggio di fronte ad entrambe le Camere. Un passo possibile ma per nulla necessario, così come confermato da tantissimi precedenti. Il Quirinale cercherà di chiudere la partita entro i primi giorni della prossima settimana, un timing preciso che potrebbe essere turbato dalle lungaggini e dalle liturgie imposte dagli alleati del Pd. In tanti vogliono prima capire quale sia il vero programma di Renzi e il segretario non si potrà concedere il lusso di una delega in bianco. Dovrà parlare di fronte alle Camere e dimostrare di avere i numeri per portare il Paese fuori dalla “palude”. Sullo sfondo resta tutta da giocare la partita delle riforme e della nuova legge elettorale, tema che il sindaco di Firenze intende declinare in collaborazione con Berlusconi. 

 

Intanto continueranno i lavori della Camera; l'Assemblea sarà infatti chiamata ad esaminare il testo del ddl di conversione del dl “Milleproroghe”, uno degli otto decreti-legge, varati dal Governo Letta, ancora da convertire. La commissione Affari sociali adotterà invece la deliberazione di una “indagine conoscitiva sull'organizzazione dell'attività dei medici che svolgono gli accertamenti sanitari per verificare lo stato di salute del dipendente assente per malattia”, decisioni a cui farà seguito la prosecuzione dell'analisi della relazione sullo stato di attuazione della legge  194 del 1978, concernente norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza.

 



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