Mattarella concede tempo a M5S-Lega; se l’accordo non si trova, rischio elezioni
Nessun ostacolo alla nascita del governo targato Movimento 5 Stelle e Lega, se serve più tempo lo avranno, l'importante è far partire la legislatura. Ieri pomeriggio Sergio Mattarella ha ricevuto i leader della maggioranza giallo-verde Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Dopo gli annunci dei giorni scorsi è apparso subito chiaro che la strada per la firma di un accordo di Governo e quella per l’individuazione del prossimo Presidente del Consiglio è ancora lunga.
A dividere i due partiti c’è il programma, o almeno alcuni suoi punti, ma anche il nome del premier, su cui ancora non c’è un accordo definitivo. “Servono altri giorni per chiudere il contratto” ha detto Luigi Di Maio; “Servono ancora altre ore” ha concordato Matteo Salvini. A questo punto, il Capo dello Stato attenderà gli sviluppi del confronto e i due leader, nel giro di qualche giorno, faranno sapere al Presidente quando saranno pronti. Nel frattempo sia la Lega sia il M5S hanno annunciato che nei prossimi giorni interpelleranno i propri iscritti sul contratto programmatico di governo che sigleranno, una scelta che ovviamente richiederà ulteriore tempo.
Quello che è certo è che arrivati a questo punto Sergio Mattarella non intende impedire la nascita di un governo politico che avvii la legislatura, anche perché quello tra M5S e Lega è l'unico tavolo che si è aperto dopo dieci settimane di tentativi andati male. Il Presidente della Repubblica ha sondato, anche attraverso i due mandati esplorativi, tutte le possibili maggioranze, da centrodestra-M5S a M5S-Pd, ma tutte si sono rivelate impossibili da sostenere. Quasi fuori tempo massimo e con la pistola puntata del Governo del Presidente è nato quest'ultimo tentativo che il Capo dello Stato non intende frustrare.
Dunque il Presidente evita di farsi mettere nell'angolo e concede tutto il tempo necessario ai partiti per redigere il loro programma, non entrando nemmeno nel dettaglio dell'irrituale doppio sondaggio delle basi sul contratto. Il rischio che il tentativo fallisca c’è e la sorpresa per lo stop di oggi dopo il “si proceda” di domenica sera è tanta. Oggi alla Camera ripartirà il tavolo tecnico M5s-Lega sul programma, nei prossimi giorni proseguirà il confronto, poi le consultazioni nel fine settimana e, a questo punto molto probabilmente all'inizio della prossima settimana, la nuova telefonata al Colle.
Di Maio-Salvini: ancora nessun accordo sulla premiership
Sembrava ormai fatta: il cerchio dei possibili candidati premier di un governo tra Lega e M5S sembrava chiuso domenica sera, con tanto d’informale comunicazione al Colle, su un paio di nomi e soprattutto su un candidato che sembrava rappresentare la possibile sintesi politica tra le due forze: un tecnico, ma allo stesso tempo uno studioso dal profilo politico. Poi di prima mattina arriva lo stop dei vertici mentre anche la trattativa sul programma torna a vacillare.
Né l'economista Giulio Sapelli, più vicino alla Lega, né il giurista Giuseppe Conte, più vicino al M5S, hanno passato il vaglio politico dei due gruppi e ora la ricerca di un candidato premier torna in alto mare mentre rispunta con insistenza il ritorno alla casella di partenza: quella di un nome prettamente politico, espressione di uno dei due gruppi.
Quanto alla premiership torna ora prepotentemente attuale la possibilità di una “staffetta” tra i due leader o un incarico a uno dei più stretti collaboratori. L’unico segnale pubblico è di Matteo Salvini che dice per la prima volta apertamente no a un esecutivo guidato da Luigi Di Maio.
Il totonomine, dopo aver infilato nella girandola tecnici come l'economista e rettore Guido Tabellini, Giuseppe Conte docente di diritto privato a Firenze, del professor Michele Geraci, dell'ex diplomatico Giampiero Massolo, del rettore della Statale Gianluca Vago o della diplomatica Elisabetta Belloni, torna al punto di partenza: Di Maio o Salvini o addirittura i più fidi collaboratori dei due leader, Riccardo Fraccaro o Giancarlo Giorgetti, nei ruoli interscambiabili di presidente del Consiglio e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con i due capi politici ai vertici di dicasteri di peso come Esteri e Interno e nel ruolo di vicepresidenti.
Contratto di Governo: proseguono i lavori, tensione su giustizia e migranti
Dopo l'ottimismo del fine settimana, ieri i riflettori si sono spostati sui punti di divergenza e le conseguenti difficoltà a chiudere la partita sulla premiership. Matteo Salvini al termine delle consultazioni al Quirinale così li enumera punto per punto: giustizia e migranti sono i capitoli sui quali il confronto è più aspro, ma le visioni non sono univoche anche su Europa e infrastrutture. La proposta di liberalizzare la legittima difesa infatti non piace ai pentastellati, che non sono convinti neanche delle politiche leghiste sui rimpatri per le quali servirebbe un aumento delle risorse e si metterebbe a rischio il rapporto con Bruxelles.
Superamento della legge Fornero, nuove regole per l'immigrazione, legittima difesa, flat tax, riformulazione dei trattati europei per evitare - dice Salvini - che il contratto sia solo un “libro dei sogni, servono nuove regole per l'immigrazione e legittima difesa. "Se andiamo al governo vogliamo mano libera per tutelare la sicurezza degli italiani”.
Anche Luigi Di Maio ha fatto qualche accenno al programma. Dice di essere “orgoglioso delle interlocuzioni e soddisfatto del clima che si respira, ma soprattutto dei punti che si stanno portando a casa” e che, oltre alla riforma delle pensioni, includono “la lotta agli sprechi e alla corruzione, l'acqua pubblica, il carcere per chi evade il fisco”.
Comunque sia, di mediazione in mediazione, sarebbe già arrivato il disco verde sul reddito di cittadinanza da 780 euro con la clausola però che chi lo riceve deve impegnarsi nella ricerca di un'occupazione, sulla riduzione a due aliquote Irpef e sul superamento della Legge Fornero attraverso l’adozione della cosiddetta quota 100. Via libera anche agli asili nido gratuiti e forse anche un Ministero dedicato alla disabilità.
Proseguono i lavori delle Commissioni speciali di Camera e Senato
Nella giornata di oggi, le Commissioni Speciali per l'esame di Atti del Governo torneranno a riunirsi. Nello specifico, martedì mattina a partire dalle 11 proseguirà il ciclo di audizioni sul Documento di economia e finanza 2018 (DEF): i primi a essere ascoltati saranno i rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome; a seguire saranno auditi i rappresentanti di CGIL, CISL, UIL e UGL, di Confapi e dell'Alleanza delle cooperative italiane, di Confindustria, di R.ETE Imprese Italia, di ANCE, di Confedilizia e di Confprofessioni.