Distanza immutata tra Di Maio e Salvini
Ieri Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono stati a pochi metri l'uno dall'altro per oltre tre ore all'inaugurazione del Vinitaly a Verona ma non si sono incontrati, non si sono parlati, salvo lanciarsi frecciate a mezzo di dichiarazioni alla stampa.
Il capo politico dei Cinquestelle ribadisce il suo no all'accordo con tutti i partiti della coalizione di centrodestra ed è tornato ad aprire al Pd. Il segretario della Lega, dal canto suo, ripete che l'obiettivo è formare un governo con tutte le forze del centrodestra. E la stessa Giorgia Meloni, pur ammettendo le differenze interne, chiede di rispettare le scelte degli elettori del 4 marzo. Intanto, Maurizio Martina fa sapere che i dem sono disponibili a incontrare l'eventuale incaricato.
Di certo, la lontananza tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio non è mai stata così netta. Sullo scontro hanno pesato quasi sicuramente le diverse posizioni assunte sull'attacco in Siria, differenze di forma e di sostanza che rendono più problematico un governo grillino-leghista: ai toni pacati e diplomatici del capo pentastellato sui raid occidentali sono seguiti, infatti, commenti tranchant del leader del Carroccio.
Una simile aggressività verbale non è piaciuta a Di Maio che, da Verona, lancia l'affondo: “C'è qualcuno che in questo momento continua a ostinarsi sull'idea di centrodestra che le stesse immagini del Quirinale hanno dimostrato non esistere”. Il leader del Carroccio dal canto suo ha continuamente rilanciato l’unità del centrodestra dando vita a un botta e risposta durato tutta la giornata di ieri.
Si fa sempre più concreta l’ipotesi di un mandato esplorativo alla Casellati
Insomma, sembra essere caduto nel vuoto l'appello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a trovare un accordo per dare vita al prossimo governo, una necessità che si è fatta ancora più urgente dopo l'attacco alla Siria di sabato. Ma i due leader non pare vogliano accoglierlo, forse per non sacrificare le proprie posizioni sull'altare del “bene del Paese”. Si riducono quindi le speranze di accordi entro metà settimana, quando il Capo dello Stato dovrà fare la sua mossa per superare lo stallo. Rispetto all'ultimatum di venerdì dal Colle non si hanno notizie di accelerazioni, dovute alla crisi siriana, ma nemmeno di rinvii.
Mattarella sarà a Forlì per ricordare Roberto Ruffilli, politico della Democrazia Cristiana assassinato dalle Br trent'anni fa. Martedì il Parlamento discuterà della crisi internazionale e quindi è probabile che la decisione del Quirinale arrivi mercoledì. Tutto fa ipotizzare che la soluzione possa presentarsi sotto forma di pre-incarico a uno dei due vincitori e cioè a Matteo Salvini o Luigi Di Maio, o di un mandato esplorativo a uno dei Presidenti di Camera o Senato, gli unici indiziati per guidare un governo istituzionale.
Il nome che risuona con più insistenza è quello di Maria Elisabetta Casellati, che si è già detta pronta e che ha ricevuto il placet dallo stesso leghista Giancarlo Giorgetti: “Se Mattarella dovesse chiedermelo è chiaro che sarebbe difficile dire di no”, spiega la Presidente del Senato. Poi sull'ipotesi di un mandato esplorativo aggiunge: “Sarà certamente una missione difficile, se poi sarà impossibile saranno i fatti che lo diranno. Sarà tutta una situazione da verificare sul campo”.
Ancora una volta Casellati si è augurata che “i partiti si mettano intorno a un tavolo e trovino dei punti di convergenza per arrivare ad un governo”. Molto dipenderà dalla situazione internazionale: se, come sembra, i raid congiunti di Usa, Francia e Regno Unito in Siria non proseguiranno, l'Italia si potrà dedicare con calma alla ricerca di una maggioranza di governo; se invece riprenderanno gli attacchi contro obiettivi militari del regime di Assad si renderà ancora più urgente dare un governo al Paese, magari con qualche rassicurazione per quanto riguarda le linee programmatiche di politica estera.
Al via i lavori delle Commissioni speciali di Camera e Senato
Questa settimana si riuniranno anche le Commissioni Speciali per l'esame di Atti del Governo. Nello specifico quella del Senato domani esaminerà gli schemi di decreto legislativo su lavoratori marittimi, sulla distribuzione assicurativa, misure per un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi nell'Unione, su pacchetti turistici e servizi turistici collegati.
Mercoledì invece esaminerà gli schemi di decreto legislativo sull'uso dei dati del codice di prenotazione (PNR) a fini di prevenzione, accertamento, indagine e azione penale nei confronti dei reati di terrorismo e dei reati gravi, sulla riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici e quello sull’organizzazione degli Uffici centrali di livello dirigenziale generale del Ministero dell'interno. Infine esaminerà lo schema di decreto ministeriale relativo al programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento dello Stato Maggiore della Difesa.
Per quanto riguarda quella della Camera, si riunirà domani alle 17 ed esaminerà il decreto legge per assicurare la continuità delle funzioni dell'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA).
A seguire si confronterà sullo schema relativo al programma pluriennale di ammodernamento e rinnovamento dello Stato Maggiore della Difesa e sugli schemi di decreto legislativo relativi ai lavoratori marittimi, alla distribuzione assicurativa, all'uso dei dati del PNR a fini di pubblica sicurezza e penali, alla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi e infine all’organizzazione degli Uffici centrali di livello dirigenziale generale del Ministero dell'interno.