Quella che si conclude è una settimana segnata dall'apertura di una nuova fase di questa legislatura. Domenica scorsa il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha ottenuto l’incarico dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e dopo un rapidissimo giro di consultazioni, durato meno di 24 ore, si è ripresentato davanti al Capo dello Stato con la lista dei ministri per il giuramento del nuovo Governo. Martedì il neo nominato premier, fra le rumorose proteste delle opposizioni, ha ottenuto la fiducia della Camera e il giorno seguente ha incassato quella del Senato. La fase politica si presenta estremamente delicata e fragile, e i partiti in queste ore stanno riallineando le proprie strategie: c’è chi ha annunciato di scendere in piazza, come il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord, e chi invece annuncia l’indizione di un congresso come nel caso del Partito Democratico, comunque tutti consapevoli della breve durata del Governo Gentiloni e che in definitiva le prossime elezioni politiche sono dietro l’angolo. Al contempo la Camera ha approvato definitivamente il decreto sul terremoto.

Come detto, questa è stata la settimana dell’insediamento del nuovo Governo targato Paolo Gentiloni, un esecutivo che nei fatti si presenta non troppo dissimile dal precedente presieduto da Matteo Renzi. Dei 18 ministri sono pochi i volti nuovi, come Anna Finocchiaro ai rapporti con il Parlamento e Valeria Fedeli al Ministero dell’istruzione. Cambiano incarico invece Angelino Alfano che passa dal Viminale alla guida del Ministero degli esteri, Marco Minniti, già sottosegretario alla Presidenza del consiglio con delega ai servizi, che si insedia all'interno, Claudio De Vincenti, che da sottosegretario a palazzo Chigi, diventa Ministro per la coesione territoriale e mezzogiorno, Luca Lotti che diviene Ministro allo sport e Maria Elena Boschi che dal Ministero per le riforme e i rapporti con il Parlamento passa a essere sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. La novità più rilevante di queste nomine è l’esclusione dei rappresentanti di Scelta Civica ma soprattutto del gruppo di Ala che fa capo a Denis Verdini; la rumorosa esclusione è stata mal digerita da Verdini e Zanetti che com'era immaginabile non hanno partecipato in segno di protesta al voto di fiducia al Governo in entrambi i rami del Parlamento. Il Governo nei prossimi mesi dovrà quindi fare i conti, non tanto alla Camera quanto piuttosto al Senato, con una maggioranza più che risicata.

Il neo Presidente del Consiglio martedì ha ottenuto la fiducia dall’Assemblea della Camera con 360 voti favorevoli e 105 contrari, mentre mercoledì ha ottenuto il via libera da parte dell’Aula di Palazzo Madama con 169 voti favorevoli e 99 contrari. Alle votazioni non hanno partecipato, in segno di aperto dissenso, il Movimento 5 Stelle, la Lega Nord e i parlamentari di Verdini e Zanetti. Nel suo intervento, Gentiloni ha ribadito innanzitutto l’impegno del Governo per i territori colpiti dal terremoto, ma anche la rilevanza dei prossimi impegni internazionali, della questione delle politiche di sicurezza e del rafforzamento della ripresa economica, senza però tralasciare la delicata questione del sistema bancario, delle politiche sociali e per il mezzogiorno, e della necessità di portare a compimento la riforma della pubblica amministrazione e quella del processo penale. Infine ha affermato la necessità di una modifica della legge elettorale per entrambi i rami del Parlamento.

I numeri del nuovo Esecutivo, almeno al Senato, continuano a risentire di nodi ancora aperti a cominciare da quello legato ad Ala-Sc, il cui apporto potrebbe risultare decisivo nei prossimi mesi per l’approvazione di alcuni provvedimenti chiave come la legge elettorale, il decreto sul Monte dei Paschi di Siena e il mille proroghe. E il rebus è direttamente connesso a quello delle nomine di viceministri e sottosegretari sulle quali il Governo potrebbe decidere lunedì o comunque entro la settimana prossima. In ballo non ci sono solo le conferme dei viceministri e sottosegretari uscenti, che secondo moltissime indiscrezioni si annunciano numerosissime, e in questo caso bisognerà verificare se e come i verdiniani potranno tornare in partita e quindi in maggioranza. Ci sono poi da riempire altre due caselle importanti: quella di vicepresidente del Senato dopo l’approdo di Valeria Fedeli alla guida del Ministero dell’istruzione e quella di Presidente della commissione Affari costituzionali lasciata dalla neo-ministra per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro. Entrambi gli incarichi saranno votati in Aula a scrutinio segreto, elemento che complica la scelta. Per il primo, non è detto che sia un esponente del Pd a subentrare a Fedeli: il Pd, infatti, ha già Linda Lanzillotta. Tra i papabili, gira anche il nome del verdiniano di ferro Riccardo Mazzoni. Invece nella I commissione potrebbe essere scelta la linea della mediazione interna con la nomina di Vannino Chiti della minoranza dialogante.

Per quanto riguarda i lavori parlamentari, nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato e le Commissioni non si riuniranno. Ciò vale anche per l’altro ramo del Parlamento; da rilevare però che questa settimana, l’Assemblea della Camera, ha approvato definitivamente e all’unanimità il decreto-legge per gli interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dal sisma del 24 agosto 2016. Il provvedimento, nel quale è stato fatto confluire, nel passaggio a Senato, anche il secondo decreto terremoto emanato dal Governo dopo la violenta scossa del 30 ottobre scorso, prevede una serie di norme sulla governance e la nomina ufficiale di Vasco Errani a Commissario per la ricostruzione assieme a quella, in qualità di vicecommissari, dei Presidenti delle quattro Regioni coinvolte (Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo). Viene inoltre creato, presso il Mef, il fondo per la ricostruzione con una dotazione di 200 milioni per il 2016 per gli interventi d'immediata necessità, ai quali vanno aggiunti altri 100 milioni per attivare ulteriori misure di ordine fiscale, come il blocco del pagamento delle tasse e le imposte differite. Il provvedimento riconosce il 100% dei contributi per la ricostruzione e la riparazione degli edifici privati colpiti dalle scosse che hanno interessato i 131 Comuni inseriti nell'area del cratere; viene inoltre istituito, per i prossimi tre anni, un fondo di garanzia per le PMI con un importo massimo per azienda di 2,5 milioni e viene prevista la nascita di una struttura di missione del Ministero dell’interno con il compito di eseguire le verifiche preventive e, in caso, emettere l'informazione antimafia liberatoria nei confronti degli operatori economici interessati alla ricostruzione. Il decreto dettaglia inoltre la procedura per il noleggio dei container da installare nelle zone colpite in attesa della realizzazione delle casette, la possibilità per i Comuni di assumere personale in deroga e di procedere senza gara per i lavori sotto i 40mila euro che riguardano il recupero del patrimonio artistico.

Grande bufera al Campidoglio: poco fa il capo del personale del Comune di Roma e braccio destro della Sindaca Virginia Raggi, Raffaele Marra, è stato arrestato dai carabinieri per reato di corruzione in un affare immobiliare nel periodo in cui Marra era, sotto il sindaco Alemanno, direttore dell’ufficio della Politiche abitative del Comune e capo del Dipartimento del patrimonio e della casa. Ma i guai giudiziari non finiscono: nella giornata di ieri è andata in scena l’ennesima vicenda dai contorni opachi nel comune di Roma. Questa volta a essere nel mirino giudiziario sono le nomine del Campidoglio deliberate dalla giunta Raggi nei primi cinque mesi di governo. Ieri mattina un gruppo di ufficiali della Guardia di finanza si è presentato a Palazzo Senatorio per acquisire tutti i documenti relativi alle assunzioni effettuate dalla Sindaca di Roma, una mole di atti che verrà ora messa a disposizione dell'autorità giudiziaria, probabilmente per confluire nel fascicolo, ancora senza indagati né ipotesi di reato, aperto in seguito all'esposto presentato dall'ex capo di gabinetto Carla Romana Raineri e dai rappresentanti diFratelli d’Italia. Nel mirino ci sarebbe, soprattutto, la nomina di Salvatore Romeo, il funzionario comunale vicino al Movimento 5 Stelle che dopo la vittoria alle amministrative si è messo in aspettativa dal Campidoglio per essere riassunto dallo stesso ente al triplo dello stipendio come capo della segreteria politica della Sindaca. Il reclutamento fu già giudicato anomalo dall'Autorità anticorruzione guidata da Raffaele Cantone. Dunque nel giorno in cui Beppe Grillo sbarcava nella capitale anche per affrontare l'ennesimo "caso Roma" aperto dalle dimissioni dell'assessora all'Ambiente Paola Muraro cui è stato recapitato un avviso di garanzia, negli uffici del Comune entrava la Finanza per ordine della Procura. La Sindaca Virginia Raggi dal canto suo ha replicato prima via Twittter (“Ho messo a disposizione i documenti richiesti in assoluta serenità”) e successivamente in una conferenza stampa nella quale ha attaccato duramente la provenienza delle accuse mentre il sito di Beppe Grillo titola a grandi lettere “Il Movimento è sotto attacco”.

Ma nella tarda serata di ieri è arrivata un’altra notizia potenzialmente esplosiva per il Partito Democratico. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala sarebbe indagato dalla Procura di Milano in qualità di ex commissario unico di Expo 2015 spa con l’accusa di falso in bilancio nella gara d'appalto più rilevante dal punto di vista economico dell'Esposizione Universale. Sala ha risposto immediatamente annunciando l’intenzione di autosospendersi dalla carica e di rimettere il suo mandato al Prefetto di Milano già nella mattinata di oggi “pur non avendo la benché minima idea delle ipotesi investigative”. Secondo quanto si è appreso, Sala risulta indagato per concorso in falso ideologico e falso materiale; al centro delle indagini l'aggiudicazione dell'appalto da parte dell'impresa Mantovani con un ribasso di oltre il 41% rispetto alla base d'asta di 272 milioni di euro. E' un durissimo colpo per il Partito Democratico e per Matteo Renzi per cui il modello Milano rappresentava l’esempio migliore di sinergia tra partito e Governo e il punto dal quale ripartire per riconquistare la leadership interna in vista del prossimo congresso.

 



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