Il dibattito sulla riforma costituzionale andrà avanti senza sosta ma rischia di subire un deciso rallentamento a causa dell'ostruzionismo messo in campo dalle forze politiche decise a contrastare il contenuto del testo uscito al termine dei lavori della commissione Affari costituzionali del Senato. Ieri sono stati depositati oltre settemila emendamenti, seimila dei quali firmati da senatori eletti nelle liste di Sinistra e libertà. Una valanga di atti che potrebbe richiedere una lunga maratona notturna nei prossimi giorni, anche se solo nelle prossime ore si potrà apprendere il dato esatto e conoscere l'esito del giudizio di ammissibilità. Non hanno abbassato la guardia nemmeno i frondisti di Forza Italia, che hanno presentato infatti quasi mille emendamenti. Documenti arrivati dopo una giornata tesissima in cui si è rischiato lo scontro tra Silvio Berlusconi e una parte dei suoi parlamentari, determinati nel far comprendere all'ex presidente del Consiglio quanto sia sbagliata la strada tratteggiata nel “Patto del Nazareno”. Tanto che qualcuno ha sottolineato quanto sia ormai debole la leadership di Berlusconi, schiacciato tra guai giudiziari e lotte intestine al suo partito. A preoccupare il governo è anche la Lega che ha presentato degli emendamenti che scardinano il ddl; i compagni di partito del relatore di minoranza Roberto Calderoli lanciano una serie di provocazioni cavalcando l'euroscetticismo; propongono la possibilità di tenere referendum sui trattati Ue e la possibilità di Comuni e Regioni di ignorare il patto di stabilità interno in determinate situazioni. Progetti utili per chiarire che da parte del Carroccio non c'è nessuna pregiudiziale nei confronti del testo propagandato dalla maggioranza del Pd: il partito di Salvini garantirà i suoi voti in Aula solo se il testo sarà rispondente ad un'autentica visione federalista. Doppio registro anche dal Movimento 5 stelle: aggressivi in aula fino al limite dell'insulto ma disponibili al confronto sulla modifica della legge elettorale e sulla revisione del funzionamento dell'immunità parlamentare per i componenti del “nuovo” Senato. Intanto hanno presentato emendamenti anche i sedici dissidenti del Pd: sul tavolo ci sono sempre i nodi emersi durante le ultime settimane. La minoranza dem non indietreggerà sull'elettività del nuovo “Senato delle Autonomie”, sulle preferenze  e sulle competenze legislative della Camera alta.

Le commissioni Industria e Territorio porteranno avanti la discussione sulla conversione del decreto-legge “competitività”. L'iter delle “Deleghe al Governo in materia di sperimentazione clinica dei medicinali, di enti vigilati dal Ministero della salute, di sicurezza degli alimenti, di sicurezza veterinaria, nonché disposizioni di riordino delle professioni sanitarie, di tutela della salute umana e di benessere animale” sarà al centro dei lavori della commissione Sanità.

Proseguirà alla Camera la discussione sulle proposte di legge in tema di attribuzione del cognome ai figli, andrà avanti il dibattito sui disegni di legge in tema di revisione della normativa sulla cooperazione internazionale e sulla ratifica di un accordo tra l'Italia e il Niger. Ci sarà inoltre il seguito dell'esame della mozione sul personale del comparto difesa e sicurezza. In commissione Finanze andrà avanti l'analisi della risoluzione depositato dal deputato del Pd Fragomeli in tema di “Revisione della normativa relativa all’accatastamento ed all’ammortamento degli impianti fotovoltaici”. In commissione Affari sociali si svolgeranno alcune audizioni relative alla risoluzione sulla peste suina firmata dalla capogruppo del Pd, Donata Lenzi. Proseguirà inoltre l'istruttoria del testo unificato sulla prevenzione e la cura della ludopatia.

Durante l'assemblea dei gruppi parlamentari di Camera e Senato il premier Matteo Renzi ha ricordato quelle che nelle prossime settimane saranno le priorità del programma di governo del Pd. Quello dell'ex sindaco di Firenze è stato un intervento molto particolare: nonostante l'incontro avesse all’ordine del giorno il dibattito sulle riforme costituzionali, il Premier ha scelto di parlare di tantissimi altri temi. Una scelta che potrebbe anche essere sintomo di poca armonia tra i ranghi del partito. Corradino Mineo ed altri dissidenti hanno infatti abbandonato i lavori facendo capire che una cosa è governare altra è essere costantemente in campagna elettorale. Renzi ha poi chiarito che quest'anno le ferie dei parlamentari potrebbero essere molto ridotte: “Abbiamo licenziato tanti decreti e dobbiamo essere capaci di approvarli”. Il segretario del Pd ha ricordato che c'è bisogno di portare a termine la riforma della pubblica amministrazione e la modifica della normativa sul lavoro. Intanto nelle prossime ore si dovrà riuscire a sbrogliare la matassa europea. Il presidente del Consiglio vorrebbe far nominare Federica Mogherini alla carica di Alto rappresentante Ue per la politica estera, disegno che ha incontrato il dissenso di undici Paesi dell'Unione, soprattutto dell’area baltica, che accusano la titolare della Farnesina di troppa vicinanza alle posizioni di Putin. Renzi è deciso a dare battaglia, sullo sfondo c'è la strategia di chi punta a un depotenziamento dell'Italia a livello internazionale.



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