Intesa vacilla, vertice Salvini-Di Maio per evitare flop

Non c’è solo il nodo della premiership a minacciare, prima della sua nascita, il futuro governo gialloverde. Movimento 5 Stelle e Lega hanno vissuto forse la loro giornata più critica da quando, una settimana fa, è iniziata la trattativa per dare vita al prossimo governo. Il nome del premier (al momento ha ripreso quota una possibile staffetta Salvini-Di Maio) non è ancora stato deciso anche perché nel frattempo “nel contratto ci sono punti da dirimere”, ha ammesso Luigi Di Maio al termine di un vertice con Matteo Salvini.

Quel faccia a faccia convocato nel tardo pomeriggio proprio per cercare di smussare la tensione, a un certo momento ha rischiato di essere fatale, ma poi che sembra che l’intensità sia calata, tanto da fare annunciare a Di Maio “Domani forse riusciamo a chiudere il contratto e poi da lì si parte”.

Una volta concluso il lavoro, servirà il via libera sul contratto di Governo dei rispettivi elettorati: il prossimo week end in tutta Italia ci saranno, in piazze diverse, i banchetti della Lega e del Cinque Stelle per tastare il polso del popolo, poi il voto sulla piattaforma Rousseau. Superati anche questi ultimissimi scogli, i due leader assicurano che “l'Italia avrà finalmente un governo nella pienezza delle funzioni”.

Tensione al tavolo per il Contratto di Governo

Il tavolo tecnico si è riunito di prima mattina alla Camera e ha cominciato dai punti meno conflittuali: università, turismo, cultura. A un certo punto, uno dei membri della delegazione M5S è uscito con un plico: è la bozza aggiornata del contratto di governo, ventidue punti dei quali poco meno di dieci sottolineati in rosso, cioè quelli i temi su cui M5S e Lega devono ancora trovare un accordo.

E sono punti cruciali, come l'atteggiamento da tenere nei confronti dell'Unione Europea su migranti e vincoli sul deficit, il piano di realizzazione di Grandi opere come Tav, Tap o Pedemontana o il mantenimento dell’irreversibilità dell'euro. Un punto, quest'ultimo, che secondo una bozza diffusa dall'Huffington Post, sarebbe stato definito inserendo l'obiettivo di arrivare a procedure specifiche che permettano agli Stati di “recuperare la propria sovranità monetaria”.

La bozza diffusa è “vecchia, la moneta non è in discussione”, si affrettano a precisare M5S e Lega. Ma la loro smentita non cancella la tensione tra i due partiti sull'Unione Europea, con i pentastellati che vestono i panni più europeisti e la Lega per nulla intenzionata a smussare le promesse sovraniste fatte in campagna elettorale.

A testa bassa reagisce il Partito Democratico che attacca il “contratto pericoloso per lo Stato”, come sottolineato in diverse note dei Dem. Tra i punti inclusi nella bozza ecco spuntare il taglio alle pensioni d'oro, un ruolo forte assegnato a Cassa Depositi e Prestiti (fortemente voluto dal M5S) e la richiesta di cancellare 250 miliardi di debito alla Bce. Non ultima, nella bozza compare anche l'istituzione di un Comitato di Riconciliazione formato dai membri dei due partiti di governo e pronto a intervenire laddove le divisioni attuali si ripropongano all'interno del Consiglio dei Ministri.

Da qui al prossimo weekend M5S e Lega sono chiamati a stringere, in un clima europeo non certo amico e con Silvio Berlusconi che oggi sarà a Sofia al vertice del Partito Popolare Europeo. L'impressione è che, al momento, il fallimento dell'accordo non convenga né al M5S né alla Lega ma in queste ore è soprattutto il primo a esortare la seconda a non far saltare tutto; Di Maio, in un video su Facebook, lancia quasi un ultimo appello alla Lega: “è il momento del coraggio".

Il contratto di Governo preoccupa l’Unione Europea

Sull'Europa, Di Maio e Salvini sembrano sintonizzati sulla stessa frequenza: le istituzioni comunitarie devono cambiare, ma soprattutto non mettano becco negli affari di casa nostra. Si tratta di reazioni dal piglio molto duro alle ultime dichiarazioni roboanti del Commissario europeo alla migrazione Dimitris Avramopoulos, che si è augurato non ci siano cambiamenti nella linea politica italiana sulla gestione dei flussi migratori, e del vicepresidente della Commissione Ue Jyrki Katainen che ha avvisato: ”Niente eccezioni sul Patto di stabilità”.

Mattarella aspetta l’accordo tra M5S e Lega. Chiusa finestra urne a luglio

Per il momento Sergio Mattarella ha scelto la strategia dell'attesa, qualche altro giorno, che ormai sembra evidente potrebbe significare anche lunedì prossimo visto che entrambi i partiti hanno deciso di consultare le rispettivi basi. Il capo dello Stato quindi aspetta: “Quando siete pronti fatemi sapere”, frase che mostra tutta la sua irritazione per come Luigi Di Maio e Matteo Salvini stanno trattando,  irritazione che è cresciuta ancor di più dopo il botta e risposta tra i due leader e le istituzioni europee.

Per il momento la tabella di marcia è ancora incerta, ma quello che è sicuro è che, giorno dopo giorno, la possibilità di un ritorno al voto nel mese di luglio si fa sempre più lontana. Tecnicamente, si farebbe ancora in tempo il 29, qualora fallisse la trattativa tra Di Maio e Salvini, ma a quel punto sarebbe davvero difficile per i due avanzare qualsiasi pretesa. In una tale ipotesi Mattarella sarebbe già pronto a giocare la carta del Governo del Presidente e sembra davvero difficile che i due leader si possano mettere di traverso.

Proseguono i lavori delle Commissioni speciali di Camera e Senato

Per quanto riguarda il Senato, la Commissione speciale avvierà un’indagine conoscitiva sul decreto legge Alitalia, inizierà l’esame del decreto legge per assicurare la continuità delle funzioni dell'Autorità per la regolazione per energia, reti e ambiente (ARERA) e si confronterà sugli schemi di decreto legislativo sulla mobilità dei lavoratori tra Stati membri, sulla revisione della disciplina in materia d’impresa sociale; infine, inizierà il confronto sul Def.

La Commissione speciale della Camera, invece, esaminerà il Documento di economia e finanza 2018 (DEF) con l’obiettivo di terminarne l’esame entro la fine di questa settimana per poi andare in Aula, dove saranno presentate le relative risoluzioni. 



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