Quella che è trascorsa è stata una settimana di fuoco dove ha spadroneggiato il logorante dibattito interno del Partito Democratico. Si è partiti già lunedì con la Direzione del partito nella quale si è consumato l’ennesimo fortissimo scontro tra la maggioranza di Matteo Renzi e la minoranza guidata da Roberto Speranza e Pierluigi Bersani. I giorni successivi non sono andati meglio. Ora gli occhi sono tutti rivolti a domenica quando il Pd riunirà l’Assemblea Nazionale per avviare le procedure congressuali, un appuntamento che però potrebbe essere segnato dalla scissione di una parte del partito. Sul fronte parlamentare, il Senato ha discusso e approvato le mozioni sui tumori femminili ma soprattutto ha approvato in prima lettura e con voto di fiducia il decreto Milleproroghe. La Camera invece ha approvato definitivamente il decreto Salva Banche, la proposta di legge per la modifica di alcune norme elettorali e ha iniziato il confronto, che terminerà la settimana prossima, sul ddl cosiddetto Gelli sulla responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie .
Nella giornata di oggi l’Assemblea del Senato e le Commissioni non si riuniranno. Nell'arco di questa settimana, l’Aula di palazzo Madama ha discusso e approvato le mozioni relative ai tumori femminili: il Governo viene impegnato a potenziare le attività di prevenzione e diagnosi precoce del cancro alla mammella, a promuovere la realizzazione di un'efficiente e capillare rete di centri di senologia in tutte le Regioni, a monitorare l'andamento dei programmi di screening, a destinare risorse, anche attraverso accordi nella Conferenza Stato-Regioni, per l'esenzione dal ticket delle portatrici di mutazioni patogenetiche dei geni BRCA1 e BRCA2, e a includere nel programma di screening anche le donne con un'età a partire da 25 anni, ma anche a favorire la creazione di laboratori transnazionali e a promuovere adeguate campagne d'informazione per la prevenzione.
Successivamente l’aula di Palazzo Madama ha approvato la legge di conversione del decreto Milleproroghe. Il provvedimento è stato approvato con 153 voti favorevoli e 99 contrari e ora passa all’esame della Camera che lo dovrà approvare entro il 28 febbraio. Il decreto, che è stato ampiamente modificato dalla Commissione che ha approvato ben 96 proposte di modifica, è stato ulteriormente rivisto dopo i rilievi della Ragioneria dello Stato. Nel testo del maxiemendamento su cui il governo ha posto la fiducia sono quindi saltate le misure che prevedevano la sospensione delle rate dei mutui contratti per il pagamento dei tributi a seguito del sisma del 2012 e la sospensione della pretesa tributaria relativa al contenzioso sulle accise di autoproduzione di energia.
Fra le novità del provvedimento spiccano lo stop all'obbligo del proprietario di indicare nel 730 la registrazione del contratto d'affitto, la proroga della detraibilità al 50% (ai fini Irpef) per l'Iva dovuta sugli acquisti d'immobili ad alta efficienza energetica e la proroga dell’ indennità di disoccupazione per i collaboratori coordinati e continuativi. Nel decreto viene anche previsto lo slittamento dell’avvio sperimentale della lotteria nazionale degli scontrini, la proroga per la presentazione dei bilanci dei partiti, lo slittamento di tre mesi per l'attuazione del Piano ambientale per l' Ilva e il termine di esonero della responsabilità penale o amministrativa del commissario straordinario, dell'affittuario o acquirente e dei soggetti delegati; si prevede anche l’estensione agli eredi delle prestazioni del Fondo vittime amianto, la proroga di 15 giorni per la trasmissione delle dichiarazioni Ires eIrap, lo slittamento di un anno per l’ adeguamento antincendio di asili e alberghi, e viene prorogata l'entrata in vigore delle norme in materia di destinazione di quota parte delle risorse assicurate dal mercato dei diritti audiovisivi sportivi alla mutualità generale. Il decreto interviene anche sulle zone colpite dal sisma del Centro Italia prevedendo l'erogazione e il riparto dei contributi finanziari per gli anni dal 2017 al 2020 nei confronti dei Comuni colpiti, la sospensione delle fatture relative alle utenze delle case inagibili e la proroga dell'esenzione dal pagamento dell 'imposta di bollo. Tensioni si sono rilevate sulle norme che hanno scatenato la protesta di alcune categorie: dopo gli ambulanti, che nei giorni scorsi sono scesi in piazza per ottenere la proroga delle concessioni fino al 2018, ieri è stata la volta dei tassisti che hanno protestato, senza successo, contro la sospensione di una serie di norme che dovrebbero regolamentare gli Ncc e contrastare le pratiche abusive.
Passando all’altro ramo del Parlamento, oggi l’ Assemblea della Camera si riunirà alle 9.30 per lo svolgimento delle interpellanze urgenti. Questa settimana, l’Aula di Montecitorio ha approvato in via definitiva e con voto di fiducia la legge di conversione del decreto per la tutela del risparmio nel settore creditizio. Il decreto, che è stato approvato con 246 voti favorevoli, 147 contrari e 22 astenuti prevede la ricapitalizzazione precauzionale del Monte dei Paschi di Siena con l'entrata temporanea dello Stato che ha stanziato 20 miliardi di euro nel 2017 per fronteggiare le crisi bancarie. Prevede anche la riapertura fino a fine maggio dei termini per presentare la domanda di rimborso forfettario per gli obbligazionisti delle vecchie Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti; modifica i termini per il versamento del canone in capo a tutte le banche che trasformano le Dta, le imposte anticipate qualificate, in crediti d'imposta; avvia la strategia nazionale per l’educazione finanziaria e pone un limite agli stipendi del Cda e dell'alta dirigenza delle banche. Salta, non senza polemiche, la lista dei nomi dei debitori insolventi delle banche salvate dallo Stato; è stata invece trovata una soluzione di compromesso che prevede una relazione quadrimestrale al Parlamento in cui vengono indicati dal Ministero dell'Economia i profili di rischio: saranno indicati, in particolare, quelli di chi ha crediti in sofferenza pari o superiori all'1% del patrimonio della banca.
Successivamente l’Aula di palazzo Montecitorio ha approvato in prima lettura con 334 favorevoli, 13 contrari e 3 astenuti la proposta di legge, in quota all’opposizione, per la modifica del Testo unico per l'elezione della Camera dei deputati, del Testo unico per l'elezione degli organi delle amministrazioni comunali e delle altre norme in materia elettorale . Il provvedimento, che ora passa all’esame del Senato, intende contrastare il voto di scambio e quindi garantire la sicurezza del voto, come ad esempio alcune modifiche alla struttura delle cabine elettorali, che non saranno più in cartonato ma in plexiglas trasparente e che saranno posizionate in modo che l'elettore dia le spalle al Presidente di seggio e agli scrutatori. Inoltre viene prevista una serie di norme per la nomina del presidente e degli scrutinatori e viene estesa la possibilità di voto dei cosiddetti fuori sede alle elezioni europee e ai referendum.
La riforma della legge elettorale, che all’indomani delle dimissioni di Matteo Renzi da Presidente del Consiglio doveva essere una delle priorità, ancora è molto lontana. Inizialmente l’esigenza era di attendere la sentenza della Corte Costituzionale sull’italicum, poi la pubblicazione delle motivazioni. Arrivata quella non sembravano esserci più scuse e così la Camera aveva immediatamente calendarizzato la discussione e in commissione Affari costituzionali era iniziata la discussione delle proposte di riforma della legge elettorale. Ora la fretta di qualche settimana fa, con i partiti che sembravano decisi a chiudere la partita delle nuove regole del voto in pochi giorni, si è trasformata in inerzia, in attesa questa volta che il Partito Democratico, dopo l'Assemblea nazionale di domenica, trovi almeno l'unità su una proposta. Così ieri l'Ufficio di presidenza della Commissione Affari costituzionali della Camera ha rinviato alla settimana prossima l'esame della legge elettorale e con tutta probabilità il provvedimento non riuscirà a rispettare l'approdo in aula del 27 febbraio stabilito dalla Conferenza dei capigruppo.
In commissione al momento sono diciotto le proposte di legge elettorale e la prossima settimana dovrebbero arrivare anche quella a firma di Forza Italia, Sinistra italiana e Democrazia solidale-Centro democratico. A metà della prossima settimana il Presidente illustrerà le motivazioni della Consulta, che ha dichiarato illegittimi alcuni capisaldi dell'Italicum tra cui il ballottaggio, a seguire ci sarà poi la relazione integrativa sulle nuove proposte e potrebbe cominciare anche la discussione preliminare tra mercoledì e giovedì. Per venerdì prossimo è invece fissato il limite massimo per presentare nuove proposte. Sempre entro la prossima settimana, verrà stabilito il calendario delle audizioni in prima Commissione; insomma si prospettano tempi sempre più lunghi. Intanto è di oggi la notizia che il partito di Silvio Berlusconi depositerà sia alla Camera che in Senato una propria proposta che su base proporzionale con premio di maggioranza. La decisione è venuta dopo un vertice a palazzo Grazioli tra l'ex Cav e i componenti della commissione elettorale di Forza Italia per le modifiche all'Italicum ed è stata annunciata dal capogruppo alla Camera Renato Brunetta che ha poi confermato le linee guida: “base proporzionale,premio di maggioranza alla coalizione earmonizzazione tra la legge elettorale della Camera e quella del Senato”. Secondo Brunetta poi l'iter della nuova legge “può concludersi nell'arco diun mese e mezzo, per poi passare il testo della legge al Senato e avere una conclusione prima della pausa estiva”.
La resa dei conti interna nel Partito Democratico è ormai sempre più vicina. A tre giorni dall'Assemblea Nazionale, convocata domenica, la linea del segretario non cambia: “non importa quando si andrà a votare, ma bisogna fare presto il confronto interno, anche perché sono tre anni che tutti i giorni discutiamo al nostro interno". Intanto però Matteo Renzi non vede male l'ipotesi avanzata dal Ministro Maurizio Martina che prevede da una parte la fine del congresso entro le amministrative e dall’altra anche la “ convenzione programmatica” per garantire l'unità del partito. Ma questa linea non sembra fare breccia nella minoranza; ieri Pier Luigi Bersani è tornato a parlare: “Mi rivolgo a tutti quelli che hanno buon senso. Al segretario e a tutti coloro che lo hanno sostenuto dico: non date seguito alle infauste conclusioni dell'ultima Direzione. Fermatevi”. La scissione sembra quindi essere a un passo anche se i pontieri Franceschini, Orlando e Guerini sono incessantemente al lavoro per trovare una soluzione il più possibile condivisa.