Camera-italiana-150La prima direzione nazionale del Pd dell'era Renzi è servita a manifestare le tensioni interne al centrosinistra. Frizioni che finiranno per caratterizzare le prossime settimane, giorni cruciali per capire se la maggioranza continuerà ad avere i connotati a cui ci siamo abituati. Il sindaco di Firenze è determinato a proseguire con la sua strategia nonostante le critiche arrivate dalla sinistra del partito e da chi gli rimprovera poca chiarezza sul progetto di modifica della legge elettorale.

Il segretario ha ribadito di avere tutto il diritto di criticare il governo di Enrico Letta e le sue strategie politiche. “Gli ultimi dieci mesi sono costellati da una lunga serie di fallimenti”, ha rimarcato Renzi durante i lavori della direzione piddina. Il premier, che non ha partecipato ai lavori, ha replicato offrendo la sua visione della situazione. Ha rivendicato quanto è stato fatto dai suoi Ministri e si è detto comunque fiducioso in merito all'esito del confronto con Renzi ed i parlamentari a lui vicini. Il sindaco di Firenze non si è perso in sofismi: “Noi ora ci giochiamo la faccia. In questi mesi abbiamo assistito a una serie di fallimenti, non abbiamo fatto la legge elettorale in 10 mesi, è saltata la revisione costituzionale dell'articolo 138” e poi “abbondano ministri e scarseggiano i risultati. Siamo pieni di ministri delle Riforme, seminari interessantissimi, risultati zero o quasi. Ed è un incoraggiamento”.

Il segretario ha anche manifestato tutti i suoi dubbi sul più volte annunciato rimpasto: “Il Governo ha tutto il diritto di andare avanti, ma per andare avanti abbia la forza di raccontarci una visione, di coinvolgerci prima, di non inserire nei decreti tutto quello che ha in mente”. Renzi ha quindi rivolto un preciso ammonimento nei confronti del presidente del Consiglio: “Il Governo non ci chieda di fare un rimpastino dove al posto di uno di loro mettiamo uno di noi, perché se la vogliamo giocare così un Governo che si basa all'80 per cento sul Pd e che ha tutta la prima linea di ministri non del Pd nella logica della prima Repubblica sarebbe da rimpastare ''ab ovo''. Di questo si occupa il presidente del Consiglio, sarà lui a dire se la sua squadra ha fatto bene o male. A lui la scelta, ma sulle singole iniziative noi ci facciamo sentire”. Un tema, quello del rimpasto, toccato anche dal presidente del partito Gianni Cuperlo nel suo intervento: “Sarebbe saggio valutare le ragioni non di un rimpasto, ma di una vera ripartenza, con un nuovo governo presieduto da Letta, che recuperi un profilo di autorevolezza e prestigio e il Pd senta davvero suo”. La situazione è tesissima, nessuno – nemmeno nell'inner circle lettiano – è in grado di fare previsioni attendibili. L'inquilino di Palazzo Chigi non intende farsi intimorire dai toni usati da Renzi, anzi, entro il 25 gennaio presenterà i punti di “Impegno 2014”, l'agenda programmatica scelta per dare nuova linfa all'Esecutivo e cercare di favorire la ripresa economica.

La parola d'ordine dovrebbe essere “discontinuità”, ipotesi che non sgombra il campo dalle ipotesi di avvicendamenti tra le varie cariche di Governo. Passi indietro che dovranno essere spontanei o, quantomeno, indotti dai vari partiti politici; condizioni obbligate per evitare una cottura a fuoco lento di una squadra sempre meno coesa. C'è poi un altro appuntamento in grado di portare la tensione oltre il livello di guardia. Nella giornata di oggi Renzi potrebbe vedersi con Silvio Berlusconi, all'ordine del giorno ci sarebbe una possibile intesa sulla riforma elettorale. Il Cavaliere intende sfruttare la debolezza di un Pd diviso. E un passaggio delicato per la debole maggioranza di Governo, sarà quello di questa mattina quando il Ministro delle Politiche agricole Nunzia De Girolamo, esponente del Nuovo Centro Destra di Alfano, dovrà rispondere nell’Aula della Camera all’interpellanza urgente presentata dal PD sull’affaire Asl di Benevento, che la vede coinvolta in prima persona. L’economista Luigi Zingales farà invece il punto sulle “prospettive della politica tributaria e del settore bancario, nel quadro dell’Euro ed in vista del prossimo semestre di Presidenza italiano dell’Unione europea” di fronte ai componenti della commissione Finanze.

 



Seguici sui Social


2

Nomos Centro Studi Parlamentari è una delle principali realtà italiane nel settore delle Relazioni IstituzionaliPublic Affairs, Lobbying e Monitoraggio Legislativo e Parlamentare 

Vuoi ricevere tutti i nostri aggiornamenti in tempo reale? Seguici sui nostri canali social